Lo scontro a vari livelli tra Donald Trump e la giustizia statunitense, federale, statale e locale, segna il passo, mentre il magnate ex presidente ottiene successi in politica: nelle primarie verso le elezioni di midterm dell’8 novembre i candidati repubblicani da lui sostenuti sbaragliano spesso i loro rivali. In queste ore, potrebbe cadere nel Wyoming la sua arci-nemica, la deputata Liz Cheney, figlia dell’ex vice-presidente Dick Cheney, un ‘falco’ che però guida nel partito la fronda anti-Trump.
Anche il presidente Joe Biden marca punti: ieri, ha firmato la legge con investimenti per oltre 750 miliardi di dollari per lotta contro il riscaldamento globale, riduzione dell’inflazione e sanità. Così “facciamo la storia”, ha detto.
Trump chiede che siano resi pubblici i termini del mandato all’origine della perquisizione effettuata dall’Fbi nella sua tenuta di Mar-a-lago in Florida una settimana fa. Il Dipartimento della Giustizia si oppone, probabilmente per coprire il nome della talpa che ha rivelato l’esistenza e il nascondiglio della mezza dozzina di scatoloni di documenti portati via dalla Casa Bianca.
L’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton al NYT esprime dubbi sulle giustificazioni dell’ex presidente per il possesso dei documenti che sarebbero stati desecretati, mentre il giornale osserva che Trump e i suoi sodali continuano a contestare la legalità della perquisizione, ma non spiegano perché il magnate abbia portato con sé carte che dovevano restare alla Casa Bianca (alcune toccherebbero la sicurezza nazionale, le armi nucleari).
Trump ha “rispettosamente” chiesto sulla sua piattaforma social Truth la “restituzione immediata” di alcuni documenti e sollecita, in particolare, sollecita, in particolare, la consegna dei passaporti, perché vorrebbe andare in Scozia dove ha campi da golf – sarebbe la prima volta che lascia gli Usa dalla fine della sua presidenza -. L’Fbi replica di averglieli già restituiti – due erano scaduti -.
Le polemiche sulla perquisizione in Florida innesca minacce contro gli agenti dell’Fbi ovunque nell’Unione. Dopo che un uomo è stato ucciso a Cincinnati, nell’Ohio, mentre cercava di introdursi negli uffici dei federali, un altro è stato arrestato in Pennsylvania per aver minacciato di uccidere quanti più agenti federali possibile. L’Fbi ha diffuso un’allerta per l’aumento delle minacce contro propri agenti.
In altre vicende giudiziarie che coinvolgono l’ex presidente, il suo avvocato Rudolph Giuliani, l’ex ‘sindaco sceriffo’ di New York, è ieri comparso davanti a un Gran Giurì in Georgia: è indagato per le pressioni esercitate da Trump sulle autorità statali perché alterassero l’esito delle presidenziali.
A New York, Allen H. Weisselberg, responsabile finanziario della Trump Organization, incriminato per reati fiscali, s’appresta a patteggiare con la procura di Manhattan, ma non intende collaborare alle indagini sul magnate.