HomeUsaUsa: Trump si rifiuta di deporre, dopo perquisizione e sequestro

Usa: Trump si rifiuta di deporre, dopo perquisizione e sequestro

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/08/2022

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Come fanno nei film di Hollywood i cattivi che hanno qualcosa da nascondere e un buon avvocato, Donald Trump invoca il V emendamento della Costituzione americana e non risponde alle domande del procuratore dello Stato di New York Letitia James, che indaga sugli affari di dubbia legalità della Trump Organization, la holding di famiglia del magnate.

Il V emendamento consente all’indagato, o al teste, di rifiutarsi di deporre se le sue risposte potrebbero esporlo a essere incriminato.

Due giorni dopo che la sua residenza privata di Mar-a-Lago in Florida era stata perquisita da agenti dell’Fbi alla ricerca di documenti sottratti alla Casa Bianca – ne hanno portati via dodici scatoloni -, il magnate ex presidente doveva ieri presentarsi davanti al magistrato che da anni passa al setaccio le pratiche della Trump Organization.

Nei confronti di Trump, le inchieste si sommano e s’intrecciano: il Dipartimento della Giustizia indaga sulla sottrazione di documenti dalla Casa Bianca – Trump ne avrebbe anche distrutti, quand’era ancora in carica, scaricandoli nel water -; la Georgia valuta le pressioni da lui esercitate per alterare il risultato delle elezioni nello Stato; la Camera accerta sue eventuali responsabilità nella sommossa del 6 gennaio 2021 intesa a ribaltare l’esito del voto; e la procura di New York vaglia sospetti d’evasione fiscale e di pratiche d’affari illegali.

Lui parla di “caccia alle streghe”, dice di non avere commesso illeciti, si presenta in procura, ma si rifiuta di rispondere alle domande. Martedì, però, una corte federale aveva avallato la richiesta, finora sempre respinta, di rendere pubbliche le sue dichiarazioni fiscali.

La raffica di iniziative anti-Trump innescano la solidarietà dei repubblicani verso l’ex presidente. Anche chi nel partito lo critica e molti che nelle primarie hanno preferito candidati non appoggiati da lui intravvedono nel cumulo di azioni quello che noi chiameremmo un ‘fumus percecutionis’. E c’è chi pensa che, in chiave elettorale, verso il voto di midterm dell’8 novembre e le presidenziali del 2024, i repubblicani e il magnate possano persino trarne vantaggio. A meno che non ne risultino misure che interdicano l’ex presidente dai pubblici uffici – ma resta da vedere se sarebbero valide, in caso di elezione alla presidenza -.

Intanto, il presidente Joe Biden, che si tiene ai margini di tutto questo bailamme, invita a registrarsi per votare contro l’ideologia Maga, acronimo di ‘Make America Great Again’, lo slogan di Trump: “Fra soli 90 giorni, gli elettori dovranno decidere tra i repubblicani ultra-conservatori che attaccano le nostre libertà e i democratici che stanno lottando per difenderle”.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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