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Ucraina: prigionieri morti sotto le bombe, scambio di accuse

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 31/08/2022

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Mentre si attende notizia della prima nave salpata da un porto dell’Ucraina con un carico di grano, la polemica infuria tra Kiev e Mosca sulla strage nel carcere di Olvenika, nel Donbass, dove circa 50 militari ucraini prigionieri, fra cui elementi del battaglione Azov, sono stati uccisiee 75 feriti sotto un bombardamento. L’Ucraina, che nega di esserne responsabile, denuncia una provocazione di Mosca e chiede un’indagine internazionale indipendente.

Non migliora il clima un tweet dell’ambasciata russa a Londra: “Azov merita l’esecuzione, non tramite fucilazione, ma per impiccagione, perché non sono veri soldati”. Andriy Yermak, il capo dello staff della presidenza ucraina, reagisce: “La Russia è uno Stato terrorista. Nel XXI secolo, solo selvaggi e terroristi possono dire che qualcuno merita di essere giustiziato per impiccagione”.

La tesi di Mosca è che “Zelensky e Washington sono dietro l’attacco”, condotto per “non consentire un nuovo processo di Norimberga, in cui i prigionieri nazisti di Azov inizierebbero a testimoniare”. Lo scrive il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin. La versione dei filo-russi del Donetsk è lievemente diversa: il bombardamento voleva eliminare i miliziani dell’Azov che hanno già iniziato a parlare.

Il Coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra dell’Ucraina chiede che la Russia fornisca gli elenchi dei prigionieri ucraini uccisi e feriti. Il capo della diplomazia Ue Josep Borrell parla di “atti inumani” e “crimini di guerra’ russi, con riferimento alla strage di Olvenika e “all’evirazione, ripresa in un filmato, di un prigioniero ucraino”.

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Photojournalist Evgeniy Maloletka runs from the fire in a burning wheat field during his assignment after Russian shelling, a few kilometres from Ukrainian-Russian border in the Kharkiv region, Ukraine, Friday, July 29, 2022. (AP Photo/Mstyslav Chernov)

Sulla ‘pace del grano‘, sancita dall’accordo di Istabul del 22 luglio, gravano ulteriori incognite, perché Mosca segnala all’Onu che nei porti del Mar Nero arrivano armi pesanti per Kiev; e sostiene che le mine ucraine continuano a costituire un pericolo per la navigazione. Una nave geografica ucraina ha urtato una mina nell’estuario del Danubio e “settanta navi di 16 Paesi rimangono bloccate in sei porti (Kherson, Mykolaiv, Chornomorsk, Ochakiv, Odessa e Pivdennyi)”, mentre “la Russia adotta tutte le misure per garantire la sicurezza della navigazione civile nel Mar Nero e nel Mar d’Azov”. In Libano la Procura ha stabilito il sequestro per 72 ore di una nave siriana con grano e orzo: l’indagine vuole appurare se i cerali siano stati rubati dai russi.

Dopo avere parlato con il collega russo Serguiei Lavrov, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha telefonato al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Ci siamo concentrati – scrive Kuleba – sui prossimi passi che ci consentiranno di fare fallire l’invasione russa”. La versione Usa è più diplomatica: condoglianze per la strage di Olvenika, denuncia delle atrocità russe, avallo della ‘pace del grano’ e “sostegno incrollabile alla sovranità, all’indipendenza e all’integrità territoriale ucraina”. Deputati Usa suggeriscono l’invio in Ucraina di consiglieri militari americani.

A Kherson, dopo che gli ucraini hanno colpito il ponte principale sul Dnipro, i russi hanno installato due ponti modulari e un sistema di traghetti. Una persona è morta e altre sei sono rimaste ferite in bombardamenti russi nella zona di Mykolaiv. La Cnn rilancia la notizia che Mosca sta reclutando migliaia di volontari per rimpolpare le unità, citando “un appello al patriottismo e al portafoglio”. La maggior parte dei volontari – si stima circa 30 mila – sarà inviata nel Donbass.

Gazprom ha ieri annunciato di avere sospeso le forniture di gas alla Lettonia, adducendo “violazioni delle condizioni di acquisto del gas” da parte lettone.Ucraina: 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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