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Ucraina: Usa-Russia, colloquio Blinken-Lavrov, ma niente passi avanti

Scritto per Il Fatto quotidiano del 30/07/2022

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Un bombardamento su una prigione a Olenivka nel Donetsk in Ucraina ha ucciso 40 prigionieri di guerra ucraini detenuti dai filo-russi e ne ha feriti altri 75. Il ministero della Difesa di Mosca attribuisce l’attacco e la strage agli ucraini. Kiev, senza contestare i dati, nega la responsabilità e la attribuisce ai russi, sostenendo che “gli occupanti perseguono così i loro obiettivi criminali: accusare l’Ucraina di commettere ‘crimini di guerra’ e coprire le torture e le esecuzioni dei loro prigionieri”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avalla questa tesi: “Olenivka è una classica, cinica ed elaborata operazione sotto falsa bandiera”, “un raid pianificato dalle forze russe per incolparci … Sappiamo che le truppe di Mosca avevano trasferito parte dei prigionieri ucraini in questo carcere pochi giorni prima di effettuare i loro raid”. Per Zelensky, “lo scopo è screditare l’Ucraina di fronte ai nostri partner e interrompere la fornitura di armi … E’ un omicidio di massa deliberato che richiede un’indagine rigorosa. Chiediamo una reazione dell’Onu e degli organismi internazionali”.

La strage di Olenivka avviene mentre ancora si attende la partenza dai porti ucraini della prima nave che trasporti grano attraverso corridoi sicuri nel Mar Nero, in esecuzione dell’accordo di Istanbul del 22 luglio. Zelensky, in visita in un porto ucraino sul Mar Nero, forse Chornomorsk, per seguire le operazioni di carico della prima nave che dovrà esportare il grano ucraino, dice: “Siamo pronti … Stiamo aspettando segnali dai nostri partner per iniziare i trasporti”. Secondo fonti turche, che sono in contatto con le ucraine, tre navi dovrebbero salpare oggi da Chornomorsk.

Quali siano i partner da cui Zelensky attende un cenno non è chiaro. Il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov conferma i preparativi in corso per un colloquio telefonico tra lui e il segretario di Stato Usa Antony Blinken ed è pronto ad ascoltare “le proposte su uno scambio di detenuti e sull’export di grano”. Il Dipartimento di Stato da Washington esprime l’auspicio che Mosca “prenda sul serio la nostra proposta” e giudica “buon segno” l’imminente colloquio Lavrov – Blinken.

((La telefonata è poi avvenuta. “Il Mondo non riconoscerà le annessioni” di territori ucraini alla Russia”, ha detto Blinken nel colloquio telefonico con Lavrov. Quest ’ultimo ha risposto che “gli obiettivi dell’operazione militare speciale russa in Ucraina saranno raggiunti”, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, e sul grano ha ribadito che “la crisi alimentare è complicata dalle sanzioni”. I due si erano sentiti per lo scambio di prigionieri, ma si sperava che un contatto potesse sbloccare il dialogo. Ma a quanto pare non è successo))

Gli Stati Unti, in queste ore, sono affetti da una sorta di strabismo diplomatico: guardano a Kiev, sbirciando Mosca – se lo scambio di prigionieri va in porto, sarebbe un allentamento della tensione tra Usa e Russia – e Pechino, dopo la telefonata di giovedì tra i presidenti Joe Biden e Xi Jinping.

La presidente della Camera statunitense Nancy Pelosi è ieri partita per un viaggio in Asia, una cui tappa potrebbe essere Taiwan – l’itinerario non è stato reso pubblico e l’Amministrazione Biden ripete di non avere voce in capitolo -. Ciò rischia di inasprire i rapporti tra Washington e Pechino. La Russia è “solidale” con la posizione della Cina su Taiwan, dopo che Xi aveva detto a Biden che “chi gioca col fuoco si brucia”.

L’Onu, tuttavia, non vede “alcun segno” che si vada verso la fine della guerra in Ucraina: il dialogo tra Kiev e Mosca “è fermo”, dice Rosemasry DiCarlo, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici, al Consiglio di Sicurezza. Per DiCarlo, dall’inizio dell’invasione ci sono stati in Ucraina 414 attacchi contro strutture sanitarie, i civili uccisi sono 5.237 e i feriti 7.034.

La Casa Bianca nega che la guerra sia in stallo – “Vi sono in corso diverse battaglie – e intende inviare in Ucraina nuove armi, fra cui altri sistemi lanciarazzi Himars.

Sul terreno, è salito a otto civili morti e 19 feriti il bilancio dei bombardamenti russi su Bakhmut. Nel sud dell’Ucraina, a una fermata d’autobus quattro persone sono state uccise e sette ferite. Un raid russo a Kramatorsk è costato la vita a due persone.

La corte d’appello di Kiev ha ridotto la pena inflitta al soldato russo Vadim Shishimarin, dall’ergastolo a 15 anni di reclusione, per avere ucciso un civile disarmato a Chupakhivka. Shishimarin, 21 anni, è il primo militare russo finito alla sbarra dall’inizio dell’invasione.

Media ucraini riferiscono che in un villaggio rurale un prete del patriarcato di Mosca ha tentato di colpire con la croce che portava al collo un esponente della Chiesa ucraina, durante il funerale di un soldato ucraino. A irritare il sacerdote di osservanza russa, l’omelia ‘anti-Putin’ di quello d’osservanza ucraina.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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