“Nelle prossime ore e nei prossimi giorni” inizieranno a salpare dai porti dell’Ucraina navi cariche di grano ucraino. Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, uno degli artefici dell’accordo firmato una settimana fa, assicura che “funzionari di Turchia, Russia, Ucraina e Onu lavorano giorno e notte” per attuare l’intesa, il cui centro di coordinamento, inaugurato mercoledì a Istanbul, “è operativo”.
E ciò nonostante che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non sia neppure riuscito a varare un testo sulla ‘pace del grano’. Secondo fonti diplomatiche, la Russia ha infatti bloccato una bozza che menzionava la condanna del segretario generale Antonio Guterres dell’attacco missilistico russo condotto sul porto di Odessa sabato scorso.
Nel giorno della Sovranità nazionale, il presidente Volodymyr Zelensky assicura che l’Ucraina sarà ricordata come “uno Stato di vincitori”. E la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, parlando alla Rada, va oltre la promessa di “ricostruire insieme l’Ucraina”: “Questa è un’opportunità – dice – per trasformare l’Ucraina e farne un Paese moderno, sostenibile, resiliente … Ci batteremo perché l’Ue continui a fornirvi assistenza militare”.
Dal terreno arrivano versioni opposte della situazione a Kherson, dopo il bombardamento mercoledì del ponte Antonivskiy sul Dnipro, essenziale per l’arrivo in città dei rifornimenti russi.
Il bollettino quotidiano dell’intelligence britannica afferma che la controffensiva ucraina su Kherson sta “prendendo slancio” e che le forze ucraine hanno con tutta probabilità stabilito una testa di ponte a sud del fiume Ingulets, a nord della città. Il ponte colpito sarebbe “inagibile” e la 49a armata russa acquartierata sulla sponda occidentale del Dnipro sarebbe ora “altamente vulnerabile”, tagliata fuori dai territori occupati. I filo-russi ribattono che “le notizie sul successo della controffensiva Ukronazi nella regione di Kherson sono tutte pure menzogne”.
Contrasta, però, con la narrativa della controffensiva ucraina l’appello ieri lanciato dalla vicepremier Iryna Vereshchuk alla gente del Donbass: “Siate saggi e preparatevi a evacuare!”, per non restare senza “elettricità, acqua, cibo e medicinali, riscaldamento e comunicazioni”.
I russi continuano le azioni con missili e i bombardamenti su numerosissimi obiettivi: a luglio, dice Kiev, hanno lanciato 49 attacchi missilistici e 44 attacchi aerei sul territorio ucraino. L’altra notte, missili sono caduti sulla capitale ucraina, provenienti dalla Bielorussia, a detta di fonti ucraine – colpite infrastrutture nel distretto nord di Vyshgorod -, e su Mykolaiv, la città con più scuole danneggiate. Un attacco a Kropyvnytskyi ha fatto almeno cinque morti e 25 feriti, un raid ha ucciso due persone a Torensk nel Donetsk.
In questo clima, si registra un avvicinamento diplomatico di portata non chiara tra Usa e Russia: Antony Blinken e Serguiei Lavrov dovrebbero parlarsi presto e s’ipotizza uno scambio di detenuti, anche se nessun accordo è stato ancora raggiunto. Washington propone uno scambio tra cittadini statunitensi detenuti in Russia, tra cui la campionessa di basket Brittney Griner, e il trafficante d’armi russo Viktor Bout, conosciuto come il ‘mercante di morte’ e condannato a 25 anni di carcere nel 2012 dopo essere stato arrestato in Thailandia – a lui s’ispira il film con Nicholas Cage ‘Lord of War’ -.
Infine, Kiev accusa Mosca di abbandonare i corpi dei suoi soldati caduti in Ucraina per evitare di pagare un risarcimento alle loro famiglie: 7,421 milioni di rubli e una pensione mensile, ma solo se c’è un cadavere. I dispersi non valgono un rublo.