HomeEuropaUcraina: Mosca arruola reclute, i tre scenari dell'intelligence Usa

Ucraina: Mosca arruola reclute, i tre scenari dell’intelligence Usa

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Con la diplomazia in stallo, i boati delle esplosioni di missili e bombe nelle città ucraine riempiono le cronache della giornata di guerra in Ucraina. Il conflitto congela i ministri delle Finanze del G20, che, riuniti in Indonesia, non pubblicano una dichiarazione congiunta, proprio com’era successo, una settimana fa, ai ministri degli Esteri.

La Russia, presagendo forse il logoramento delle sue truppe e una controffensiva ucraina alimentata dalle armi occidentali, avvia il reclutamento su larga scala in tutto il Paese di volontari per andare a combattere in Ucraina. Lo scrive il bollettino giornaliero dell’Istituto Usa ‘for the study of war’, rilevando che “il reclutamento è iniziato a giugno e s’è intensificato a luglio”, con annunci di unità di volontari ogni giorno. “I battaglioni sono formati ciascuno da circa 400 uomini di età compresa fra i 18 e i 60 anni. Le reclute non devono avere esperienza militare e sono addestrate solo 30 giorni prima di essere impiegate in Ucraina”.

Segno che Mosca non prevede pause nel conflitto. Il NYT vede segnali di una fase più aggressiva dell’offensiva russa e ipotizza tre scenari di sviluppo della guerra: “Vittoria, stallo, sconfitta”, partendo da un’analisi di Avril Haines, che dirige la National Intelligence degli Stati Uniti.

Nel primo scenario, i progressi russi nell’Ucraina orientale e la pioggia di missili cui sono soggette le città ucraine finiscono con l’avere la meglio sulla volontà di resistenza degli ucraini e consentono al presidente russo Vladimir Putin di completare l’occupazione del Donbass e di ‘cantare vittoria’.

Nel secondo scenario, che Haines considera il più probabile, la Russia non riesce ad avanzare oltre, ma l’Ucraina non riesce a recuperare i territori perduti: ci s’invischia in uno stallo senza sbocchi.

Nel terzo scenario, l’Ucraina, anche grazie alle armi occidentali, riesce a bloccare l’avanzata e lancia contrattacchi, recuperando lembi di territorio, specie nel Sud. Il ministro della Difesa russo Dergej Shoigu invita a rafforzare le difese nel Donbass: segno che l’artiglieria a lungo raggio fornita a Kiev dall’Occidente sta facendo danni, specie centrando depositi di munizioni e materiale bellico.

L’Ucraina teme che la dialettica politica nei Paesi occidentali intacchi l’unità “nella lotta tra il bene e il male”. Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, scrive: “Non possiamo permettere al Cremlino di usare la politica come arma per minare le democrazie”.

Per il quotidiano bollettino dell’intelligence britannica, la portata dell’offensiva russa nel Donetsk è ancora limitata, con i combattimenti a ovest di Lysychansk concentrati su Bakhmut e Siversk, dove giorni fa le forze russe avevano detto di essere entrate. Dal canto suo, Kiev, dopo avere ceduto Severodonetsk e Lysychansk, ha riorganizzato le sue difese e regge ora meglio gli attacchi russi.

L’Ucraina denuncia che i russi hanno trasformato la centrale nucleare di Zaporizhzhya in una base di sistemi missilistici, che non può essere colpita per evitare il rischio di un disastro atomico. Di lì, bombardano tutto intorno. Situata sul fiume Dnipro, la centrale è sotto controllo russo fin dall’inizio dell’invasione, sebbene sia ancora gestita da personale ucraino. La situazione nell’impianto sarebbe “estremamente tesa”: fino a 500 soldati russi controllano l’area.

Fonti ucraine calcolano che, tra venerdì e sabato, bombe e missili russi sono caduti su 57 obiettivi civili nel Donetsk. Le sirene anti-aeree hanno suonato ieri mattina Kiev e nel pomeriggio a Odessa. Dopo i bombardamenti su Vinnytsia, che hanno fatto 24 morti giovedì, otto persone sono ieri state uccise nella regione di Donetsk e altre tre persone sono morte e 15 sono rimaste ferite a Dnipro. Bombe sono cadute su aree residenziali a Sumy, un morto; Chuhuiv, tre morti; Nikopol, due morti.

Circa 38.140 soldati russi sono stati uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, dicono fonti militari ucraine, che aggiornano le statistiche delle perdite russe: 220 caccia, 188 elicotteri e 687 droni abbattuti; 15 navi affondate; 1.677 carri armati, 846 sistemi di artiglieria, 3.874 veicoli blindati e 162 missili cruise distrutti.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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