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Ucraina: ucraini perdono Lugansk, russi a Lysychansk, ora possono trattare

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/07/2022

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La Russia afferma di avere conquistato la città di Lysychansk e di controllare ormai l’intera regione del Lugansk nell’Ucraina orientale. Sabato, Kiev aveva smentito la caduta dell’ultima sua roccaforte nel Lugansk, ma aveva poi ammesso la possibilità che la città gemella di Severodonetsk capitolasse.

L’Ucraina dice che la battaglia del Donbass “non è finita”, ma la presa di Lysychansk, centro chiave per il controllo dell’Ucraina orientale, avvicina la Russia al conseguimento dei suoi obiettivi e potrebbe segnare una svolta nel conflitto.

Parlando con il premier australiano Anthony Albanese, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva riconosciuto che la situazione a Lysychansk era difficile: “C’è il rischio che i russi prendano l’intero Lugansk”. E, in serata, l’esercito ucraino ha annunciato di essersi ritirato da Lysychansk.

Assicuratasi il controllo del Donbass, il territorio reclamato dalle autoproclamate repubbliche filo-russe di Donetsk e Lugansk, Mosca potrebbe essere più incline a una tregua. Possono essere così lette le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “L’Occidente scommette sul prosieguo della guerra e sotto la guida di Washington non permette agli ucraini di pensare alla pace, di parlare di pace … Prima o poi il buon senso prevarrà e i negoziati riprenderanno”, purché l’Ucraina “comprenda le condizioni di Mosca”.

Le informazioni dalla linea del fronte sono frammentarie e contraddittorie. Secondo fonti ucraine, l’esercito russo sta subendo perdite significative, ma continua ad avanzare. “Gli edifici pubblici di Lysychansk sono completamente distrutti… La città è investita da un grande numero di soldati russi che impiegano tutte le armi a loro disposizione… I combattimenti in città sono molto intensi: i russi attaccano senza sosta”.

Per Kiev, “se anche Mosca conquistasse tutto il Lugansk non siamo al game over” nel Donbass, dove ci sono “altre grandi città, specie nella regione di Donetsk, sotto controllo ucraine”, ma bersaglio, negli ultimi due giorni, “di severi attacchi con missili e artiglierie”. Zelensky afferma che l’Ucraina sta facendo il possibile per accelerare la fornitura di armi dagli alleati ed acquisire così una potenza di fuoco sufficiente per respingere i russi.

L’aviazione russa afferma di avere neutralizzato a Nikolaev, a Est di Kharkiv, circa 120 mercenari. Gli ucraini hanno a loro volta attaccato il territorio russo, colpendo, per fonti locali, aree residenziali di Kursk e Belgorod, vicino al confine, “con missili balistici Tochka-U con munizioni a grappolo e droni Reis Tu-143. La scorsa notte, potenti esplosioni sono state sentite nel perimetro dell’aeroporto di Melitopol, città del Sud-Est occupata dall’esercito russo.

La Russia dice di avere recuperato una nave da sbarco che sarebbe stata affondata dall’equipaggio “per prevenire la detonazione delle munizioni di bordo” dopo che un missile ucraino l’aveva colpita nel porto di Berdyansk il 24 marzo: Mosca non aveva mai ammesso l’affondamento della Saratov, che sarà ora sarà rimorchiata a Kerch, in Crimea.

Secondo fonti diplomatiche ucraine, le autorità doganali turche hanno fermato una nave cargo russa, che trasportava grano da Berdyansk a Karasu. Kiev aveva chiesto il sequestro della nave, accusando Mosca, che nega, di avere rubato grano ucraino.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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