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Ucraina: la Nato per Mosca alza una “cortina di ferro”

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 01/07/2022

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La settimana dei tre Vertici, Ue, G7 e Nato, alza una “cortina di ferro” tra la Russia e l’Occidente: la frase del ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov trova riscontro nella carrellata di battute che chiudono l’incontro di Madrid, dove emerge la convinzione che il conflitto in Ucraina si protrarrà per tutto l’anno e fino al 2023.

“Questo è stato un Vertice storico – dice il presidente Usa Joe Biden -. Prima che la guerra iniziasse, avevo avvertito Vladimir Putin che l’alleanza sarebbe diventata più forte e più unita e infatti è successo… Il mondo è cambiato e la Nato è pure cambiata… Difenderemo ogni centimetro del territorio alleato…”.

E Biden prosegue: “”Non so come finirà, ma non finirà con la sconfitta dell’Ucraina … Sosterremo Kiev per tutto il tempo che serve e, a giorni, manderemo nuove armi all’Ucraina per 800 milioni… La Russia ha perso 15 anni di sviluppo della sua economia – il Pil a maggio è sceso del 4,3%, ndr – e ha accusato il primo default in cento anni, hanno difficoltà nella produzione del petrolio ed anche nel settore militare”.

Mosca ribatte: se la Nato spiegherà truppe e infrastrutture in Finlandia e Svezia, la Russia farà altrettanto. “Svezia e Finlandia vogliono unirsi alla Nato? Che lo facciano!”, dice Putin in tv. “Ma devono capire che prima non c’era alcuna minaccia, mentre ora dovremo rispondere in modo simile e creare eguali minacce per i territori da cui vengono minacce nei nostri confronti”.

La Russia “minaccia” l’Europa e la Nato e “l’ordine internazionale”, afferma il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Di fronte alla sua politica aggressiva, la Nato rafforza le sue capacità di difesa, soprattutto per quanto riguardo la sicurezza dei suoi membri sul fianco orientale”. Scholz aggiunge: “L’imperialismo è quello che fa Putin, non la Nato”, definendo “ridicole” le accuse del leader russo. “La Nato è un’alleanza difensiva e non minaccia nessuno”.

Il premier britannico Boris Johnson sostiene che i Paesi della Nato e del G7 capiscono che se Putin vince la guerra in Ucraina vi sarebbero conseguenze disastrose nel Mondo. “La libertà ha un prezzo e vale la pena di pagarlo: se Putin vince, si troverebbe nella posizione di colpire altri Paesi dell’area ex sovietica” e questo porterebbe maggior caos e maggiore instabilità economica. Johnson contesta a Putin la partecipazione al Vertice del G20 in Indonesia: ne nasce una disputa diplomatica.

L’ultima parte del Vertice atlantico è stata dedicata “alle questioni di sicurezza in Medio Oriente, Nord Africa e Sahel: i rischi che provengono da quell’area hanno un impatto su tutti gli alleati – nota il segretario generale Jens Stoltenberg a lavori conclusi -. Abbiamo ribadito che il terrorismo è una delle minacce principali alla nostra sicurezza. Inoltre, abbiamo approvato un pacchetto di aiuti per Mauritania e Tunisia”.

Di tono diverso le dichiarazioni di Papa Francesco: la guerra in Ucraina richiede “conversione”, spiega a una delegazione del Patriarcato ortodosso ecumenico. “C’è da convertirsi per capire che conquiste armate, espansioni e imperialismi non hanno nulla a che vedere con il Regno che Gesù annuncia, con il Signore della Pasqua che nel Getsemani chiese ai discepoli … di rimettere la spada al suo posto ‘perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno'”.

Ieri, la Russia ha annunciato il ritiro delle sue truppe dall’Isola dei Serpenti nel Mar Nero, “come atto di buona volontà, per non ostacolare gli sforzi dell’Onu per la ripresa dell’export alimentare ucraino”. L’esercito ucraino ha salutato “la liberazione di un territorio strategico”: l’isola era stata occupata fin dai primi giorni dell’invasione russa in Ucraina.

Una nave con 7.000 tonnellate di grano ha ieri lasciato il porto ucraino occupato di Berdyansk. Lo riferiscono le autorità filo-russe. Per Putin, “nessuno impedisce alle autorità ucraine di sminare i loro porti e permettere così alle navi con il grano di partire. La Russia garantisce la loro sicurezza”.

Secondo il Ministero della Difesa russo, oltre 6.000 militari ucraini si sono arresi o sono stati fatti prigionieri dall’inizio della guerra in Ucraina.

In una vicenda analoga a quella con la Lituania su Kaliningrad, Mosca accusa Oslo di bloccare navi cargo russe dirette verso le isole Svalbard e, in particolare, verso Spitsbergen e minaccia ritorsioni contro la Norvegia. Oslo nega di stare violando alcun trattato e dice che “non cerca di ostacolare” l’approvvigionamento di una comunità di minatori russi insediata nelle isole norvegesi.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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