I comandanti e decine di combattenti per l’Ucraina del reggimento Azov catturati a Mariupol, dopo la resa all’acciaieria Azovstal, sono attualmente detenuti nella prigione di Lefortovo a Mosca: vengono interrogati, in attesa di essere eventualmente rinviati a giudizio e processati per crimini di guerra.
Secondo le fonti russe, nel centinaio di combattenti trasferiti nel carcere di massima sicurezza ci sono anche “mercenari stranieri”. Si ignorano i nomi dei comandanti sotto inchiesta, il cui processo può servire a rafforzare i presupposti per scambi di prigionieri, specie con i militari russi caduti nelle mani degli ucraini e già giudicati e condannati per crimini di guerra.
Il trasferimento in territorio russo di oltre mille dei 2.439 soldati ucraini catturati da russi e filo-russi a Mariupol era noto. Il battaglione Azov contava nelle sue file numerosi elementi neo-nazisti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reduce da un sopralluogo a Mykolaiv e Odessa, i porti sul Mar Nero sotto tiro dei russi, dice: “Non cederemo territorio a nessuno”; e ribadisce la fiducia che “l’Ucraina vincerà la guerra contro gli invasori russi”. Ieri, a Mykolaiv un raid russo ha ucciso un civile e ne ha feriti due.
Il morale dei russi, secondo l’intelligence britannica, è basso, nonostante i successi nel Donbass. Un bollettino afferma: “Forze ucraine hanno forse disertato nelle ultime settimane, ma è probabile che il morale delle russe sia particolarmente instabile … Intere unità russe rifiutano gli ordini e ci sono scontri tra ufficiali e truppe … È probabile che in tutti i ranghi ci sia confusione sugli obiettivi del conflitto”.
I leader russi restano molto aggressivi. Il ministro degli Esteri Serguiei Lavrov nota che gli Usa “cercano di tenere la Russia ‘al suo posto’”: “Non ci riusciranno”. Il ‘super-falco’ Dmitry Medvedev ipotizza che l’Ue sparisca prima dell’adesione dell’Ucraina: “Gli ucraini saranno per decenni sotto verifica … La vera scadenza è la metà del secolo: non prima”.
Ripetitive le dichiarazioni di giornata della Nato, il cui segretario generale Jens Stoltenberg insiste che “la guerra in Ucraina potrebbe durare per anni”.