L’Ucraina delinea la sua strategia: rafforzare le posizioni sul terreno, con le armi dell’Occidente, prima di riallacciare i negoziati con la Russia. Lo dice un negoziatore di Kiev, David Arakhamia: “Le nostre forze armate sono pronte ad usare le nuove armi … Poi potremo iniziare un nuovo ciclo di colloqui da una posizione rafforzata”.
Mosca risponde in modo sprezzante: “Le schiacciamo come noci”, dice il presidente Vladimir Putin delle armi che Stati Uniti e Gran Bretagna mandano agli ucraini; e aggiunge che decine di unità “sono già state distrutte”.
Anche sul fronte diplomatico, l’Ucraina mostra la sua grinta. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba se la prende con il presidente francese Emmanuel Macron, che ribadisce in un’intervista la necessità di “non umiliare la Russia per far sì che, quando gli scontri cesseranno, si possa trovare una via d’uscita”. Kuleba dice: “Gli appelli a evitare l’umiliazione della Russia umiliano solo la Francia e ogni altro Paese che lo richieda. Perché è la Russia che si umilia … Sarebbe meglio che tutti ci concentrassimo su come rimettere la Russia al suo posto. Questo porterebbe pace e salverebbe vite”.
La Nato avvia oggi nel Baltico esercitazioni con la partecipazione di 14 Paesi alleati, oltre che di Finlandia e Svezia: 7mila militari. 75 aerei, 45 navi, le manovre Baltops 2022 dureranno fino al 17 giugno. Mentre, sul fronte diplomatico, la Cnn rivela che, nelle ultime settimane, dirigenti Usa si sono incontrati con colleghi europei e britannici per discutere un possibile ‘cessate il fuoco’ previo un accordo negoziato. Kiev non è direttamente coinvolta, nonostante l’impegno di Washington a non decidere nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina.
Ma l’andamento dei combattimenti contrasta con l’irriducibilità dell’Ucraina: l’Ap, in un reportage dal fronte nel Donbass, si chiede per quanto tempo l’Ucraina potrà continuare a combattere al ritmo di perdite che subisce. Per un generale russo, Mikhail Mizintsev, le truppe ucraine hanno perso fino al 90% dei loro effettivi in alcune unità nei combattimenti a Severodonetsk e si stanno ora ritirando verso Lysychansk.
Le perdite sono cospicue pure da parte russa: sono oltre 31.050 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, secondo Kiev, che aggiorna quotidianamente i danni inflitti ai russi. Dopo 101 giorni di conflitto, si contano 10 caccia, 175 elicotteri e 540 droni abbattuti; 1.376 carri armati, 680 pezzi di artiglieria, 3.379 veicoli blindati, 122 missili da crociera distrutti; e 13 navi affondate.
Se il Ministero della Difesa russo annuncia l’abbandono di Severodonetsk da parte dei difensori, l’Ucraina sostiene, invece, di essere al contrattacco e di avere ripreso ai russi porzioni della città, nonostante gli invasori facciano saltare i ponti per isolare l’area. L’intelligence britannica conferma che l’intensità dell’offensiva nel Donbass resta elevata.
Sempre fonti ucraine affermano di avere distrutto “quasi interamente” la 35a armata russa a Izyum, a Nord-Est di Kharkiv. Quattro combattenti volontari stranieri della Legione per la Difesa dell’Ucraina sono morti in combattimento: un tedesco, un olandese, un australiano e un francese. Non ci sono dettagli sulla loro identità, né sulle circostanze dei decessi; è possibile che il francese sia lo stesso di cui il Ministero degli Esteri di Parigi aveva ieri annunciato l’uccisione. Fonti russe rivendicato un attacco con missili contro una base di mercenari a Dachne, nell’area di Odessa.
Centinaia di persone fuggono ogni giorno da Sloviansk, il prossimo obiettivo dell’avanzata russa, ad ovest di Severodonetsk e immediatamente a nord di Kramatorsk: il numero delle evacuazioni è quasi raddoppiato questa settimana, anche da Dnipro.
L’Ucraina e la Russia hanno scambiato i corpi di 160 soldati caduti per parte sulla linea del fronte nell’area di Zaporizhzhia, dove gli ucraini avrebbero colpito depositi di munizioni russe, Tre civili sono morti in un attacco russo a Mykolaiv; due sono stati feriti da un missile nell’area di Odessa.
Una polemica s’è accesa sulla storica chiesa di Tutti i Santi della Lavra di Svyatohirsk nel Donetsk, costruita nel 1526 e appartenente al Patriarcato di Mosca: colpita da bombardamenti russi, sarebbe stata preda delle fiamme. Ma l’esercito russo smentisce di avere operazioni in corso nell’area e accusa la 79a brigata d’assalto aviotrasportata ucraina in fase di ripiegamento da Svyatohirsk.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto: “Gli occupanti sanno esattamente che cosa bombardano, sanno che lì non ci sono obiettivi militari e che c’erano circa 300 civili in fuga, fra cui 60 bambini”.
Gli ucraini accusano i russi di rubare, oltre al grano, anche l’acciaio da Mariupol occupata: nel porto della città, una nave russa starebbe caricando laminati ucraini. Ma, proprio sul fronte del grano, c’è uno spiraglio d’ottimismo: le consegne di grano ucraino attraverso il Mar Nero e gli stretti turchi potrebbe iniziare presto, si dice ad Ankara.
In una giornata in cui l’iniziativa diplomatica latita, Papa Francesco ha annunciato che riceverà esponenti ucraini la prossima settimana, per parlare di una visita a Kiev (tuttora eventuale). Quando Sachar, un bambino ucraino, gli ha chiesto, durante un incontro, di andare in Ucraina “per salvare tutti i bambini che adesso soffrono lì?”, il pontefice ha risposto: “Sono contento che tu sia qui: penso tanto ai bambini in Ucraina, e per questo ho inviato alcuni cardinali che aiutino lì e siano vicino a tutta la gente, ma soprattutto ai bambini. Io avrei voglia di andare in Ucraina; soltanto, devo aspettare il momento per farlo … Non è facile prendere una decisione che può fare più male che bene”.
La bandiera ucraina issata per settimane sull’acciaieria Azovstal di Mariupol sarà ora conservata nel Museo nazionale di Storia dell’Ucraina nella Seconda guerra mondiale a Kiev. La bandiera appare fortemente lisa e con diversi fori e strappi. L’esposizione è stata ribattezzata “La crocifissione della bandiera dell’Ucraina”.