La Russia controlla il 70% di Severodonetsk, ls cittadrina del Donbass epicentro da giorni dell’offensiva russa nell’Ucraina orientale. Le truppe di Kiev, riferiscono fonti ucraine, si sono ritirate verso posizioni più protette e solo “una parte continua a combattere dentro l’abitato”.
Severodonetsk è l’obiettivo principale dell’avanzata russa in questa fase: costituisce un punto chiave per il controllo del Donbass. Lysychansk, poco più a sud-ovest, resterebbe sotto il controllo ucraino, ma “tutti i centri liberi della regione di Lugansk sono costantemente sotto tiro e l’evacuazione ne è sospesa”.
Che la situazione nell’Est dell’Ucraina sia “molto difficile” lo conferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a una tv Usa, ammettendo la perdita “dai 60 ai 100 soldati ogni giorno e qualcosa come 500 feriti in combattimento”.
La Russia è all’offensiva anche sul fronte diplomatico, dopo l’annuncio che gli Stati Uniti daranno all’Ucraina lanciarazzi multipli MLRS, capaci di raggiungere obiettivi a 70/80 km di distanza. “Washington sta deliberatamente e in modo mirato gettando benzina sul fuoco”, dice il portavoce del presidente russo Vladimir Putin Dmitri Peskov. La decisione presa dal presidente Usa Joe Biden “non contribuisce a risvegliare il desiderio di Kiev di riprendere i colloqui di pace”. Resta però aperta l’opzione di un incontro tra Putin e Zelensky.
Per il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov, c’è il rischio di un allargamento del conflitto, magari per errore: “Le richieste di armi da parte dell’Ucraina sono provocazioni per coinvolgere l’Occidente nella guerra”. Il suo vice Serguiei Ryabkov valuta la novità “in modo estremamente negativo”.
Ai commenti russi, il segretario di Stato Usa Antony Blinken replica che l’Ucraina ha “assicurato” che non utilizzerà i nuovi missili forniti dagli Usa per colpire obiettivi in Russia. Quanto ai rischi d’un’escalation, Blinken osserva che il modo “migliore” per evitarla è che Mosca “fermi l’aggressione contro l’Ucraina”. E aggiunge che gli Usa prevedono ancora “molti mesi” di conflitto.
Di certo, nell’intervista Zelensky non dà segnali di resa: definisce l’Ucraina “perimetro difensivo” del mondo contro la Russia – qualunque cosa ciò significhi – e dice che Kiev non può “cedere” nulla: “Non siamo pronti a cedere nessuno dei nostri territori, perché i nostri territori sono nostri, com’è nostra l’indipendenza e la sovranità”. Però, assicura Zelensky, smentendo fonti di stampa, l’Ucraina non intende attaccare la Russia: “Non siamo interessati alla Federazione russa. Non stiamo combattendo sul loro territorio”.
La fornitura da parte degli Usa all’Ucraina di sistemi missilistici “più avanzati” per colpire “obiettivi strategici” – sono le parole di Biden – non riguarda i sistemi di missili a medio/lungo raggio Multiple Launch Rocket System (Mlrs), capaci di centrare obiettivi a 300 km di distanza, bensì gli Himars, una versione più leggera, ma capace di sparare munizioni analoghe a 70/80 km.
“Finché gli Stati Uniti o i nostri alleati non saranno attaccati – precisa Biden -, non saremo direttamente coinvolti nel conflitto, né inviando truppe a combattere in Ucraina né attaccando forze russe. Non stiamo incoraggiando o consentendo all’Ucraina di colpire oltre i suoi confini. Non vogliamo prolungare la guerra solo per infliggere dolore alla Russia”.
Nell’udienza generale del mercoledì, Papa Francesco lancia un appello perché “non si usi il grano, alimento di base, come arma di guerra”: un riferimento al blocco dell’export dall’Ucraina a causa del conflitto. Ma non c’è un accordo in merito e Blinken accusa Mosca di mentire quando collega l’export di cereali alle sanzioni.
Tutta la giornata è piuttosto segnata da decisioni e dichiarazioni bellicose. La Germania s’impegna a consegnare all’Ucraina un moderno sistema di difesa contraerea e il cancelliere Olaf Scholz dice al Bundestag che “Putin non deve vincere e non vincerà”: è essenziale che “l’Ucraina possa difendersi e lo faccia con successo … Putin non deve raggiungere i suoi obiettivi e non deve sottomettere un Paese con le armi e con la brutalità … Questo è imperialismo e noi in Europa non lo accetteremo”.
Parlando al Congresso del Ppe, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen afferma: “In Ucraina Putin sta cercando di distruggere tutto ciò in cui noi crediamo. Dobbiamo fare tutto il possibile perché Putin fallisca e la libertà prevalga”.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sta per convocare un incontro fra leader di Svezia, Finlandia e Turchia per tentare di superare l’opposizione di Ankara all’ingresso dei due Paesi nordici nell’Alleanza. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan conferma un’operazione militare contro i curdi nel nord della Siria, in particolare nell’areea di Manbij e Tal Rifat.
Per l’Unicef, tre milioni di bambini in Ucraina e oltre 2,2 milioni nei Paesi che ospitano rifugiati hanno bisogno di assistenza umanitaria. In media, ogni giorno in Ucraina due bambini vengono uccisi e quattro feriti, la maggior parte in attacchi con armi esplosive in aree popolate.