Il Settimanale 2022 2 – Gli eventi catastrofici degli ultimi due anni stanno avendo delle influenze silenziose, ma profonde e capillari su ognuno di noi. La notizia della guerra in Ucraina ci è crollata sulle spalle come l’ennesimo macigno da dovere metabolizzare. Per quanto non ci toccasse in prima persona, l’impatto del conflitto si è scontrato con le nostre coscienze già indebolite e una salute mentale resa più fragile da due anni di pandemia.
Siamo mal preparati ad affrontare le incertezze di un mondo sempre più precario che fatichiamo a capire. Ritrovarci poi sommersi da eventi più grandi di noi, senza avere gli strumenti per poterli gestire, ci ha messi di fronte a una dura verità: non abbiamo il controllo di una realtà così complessa. Al contempo, il senso di sopraffazione che proviamo ha degli impatti fortissimi sulla nostra persona.
Della difficoltà di questi anni ci parla Cristiano Felicetti, psicologo cognitivo-comportamentale: «L’emergenza sanitaria, sociale ed economica da Covid-19 è fonte sia di un tipo di stress prolungato e persistente, che di un tipo di stress acuto» per via dei cambiamenti costanti e repentini che hanno reso la nostra quotidianità incerta. «Visto il perdurare della situazione pandemica ormai da circa due anni, lo stress da Covid ha iniziato a trasformarsi per molte persone in un costante stato di stanchezza emotiva».
Il dottor Felicetti si sofferma sulle conseguenze della guerra in Ucraina: «Anche questo evento tocca in modo significativo tutti noi per quanto riguarda l’incertezza verso il futuro, ma anche per tutte le problematiche economiche che ne conseguono». Nonostante non ci troviamo coinvolti in prima persona, osserviamo questo conflitto a distanza, ma lo sentiamo vicino. È questa situazione di allarme continuo che genera la sintomatologia connessa allo stato di stanchezza emotiva, «caratterizzato da un senso di apatia, di passività, di scarsa motivazione, di fatica, tristezza e di fatalismo verso il futuro». L’eccesso di informazione a cui siamo sottoposti ci impone un’attività mentale continua e faticosa e un riadattamento costante delle nostre routine. «Lo strumento che non aiuta ad affrontare questo evento stressante» conferma lo psicologo «è l’informazione».
«È utile per tutti ridurre il tempo e l’accesso alle informazioni, per contenere l’esposizione a queste notizie che sono allarmanti e terrificanti», ma i consigli per affrontare questo stato emotivo non si limitano a questo: «È necessario evitare l’esclusione e l’isolamento sociale. Soprattutto in questo momento, è importante mantenere integri e vivi i rapporti di amicizia e di scambio che possono sostenere e favorire la resilienza, cioè la capacità dell’organismo di rispondere agli eventi stressanti».
L’impatto della guerra nel nostro piccolo non è da sottovalutare. Possiamo domandarci se sia giusto sentirsi svuotati o appesantiti da notizie che non ci toccano se non indirettamente, ma è al contempo lecito riconoscere la propria stanchezza emotiva e prendersene cura.
di Galatea Berdini, Francesca Cassone, Francesca Ditoma, Beatrice Subissi