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Il Settimanale 2022 2 – Ucraina, Nato gioca alla guerra, i sardi dicono no

Scritto per il Settimanale 2022 2 della classe di Agenzie e Nuovi Media del cdl in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, edizione del 30/05/2022

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Il Settimanale 2022 2 – Il conflitto consuma l’Ucraina e sulle spiagge sarde “4000 tra donne e uomini appartenenti a sette nazioni della Nato” giocano a fare la guerra, con armi non certo ad acqua. L’esercitazione Mare aperto, afferma la Marina militare, è una ricorrenza annuale con grande partecipazione di mezzi: “Oltre 65 tra navi, sommergibili e velivoli”, cui si aggiungono vari “distaccamenti di forze speciali”. Viene smentito ogni legame con la situazione in Ucraina; eppure non si può fare a meno di chiedersi quanto questa abbia contribuito a diminuire ancora di più la soglia di tolleranza dei sardi nei confronti di tali simulazioni.

D’altra parte, in tempi di guerra reale in Europa, cos’altro può suscitare se non sdegno vedere migliaia di soldati simularne un’altra? Da sarda fuori sede a Roma, mentre leggo della chiusura di questa o quell’altra spiaggia, mi giungono notizie di studenti, sindacati, movimenti antimilitaristi e indipendentisti che si riuniscono in corteo a Cagliari.

Sfilano dal Comando militare di via Torino al porto della città con bandiere e striscioni, per dire no alla guerra e alle servitù militari. Guardo poi i video delle spiagge interdette: si sentono i colpi sparati contro un nemico invisibile. L’urlo delle bombe mi riporta alle immagini delle macerie di un Paese che fino a qualche mese fa percepivo lontanissimo. Nuvole di polvere riempiono lo schermo e in quella confusione i morti ucraini si fondono con quelli sardi. I primi vittime di un esercito che chiamiamo nemico, i secondi dell’uranio e delle altre sostanze tossiche rilasciate dalle armi italiane e da quelle alleate.

C’è voluta la guerra in Europa per farmi capire che la logica che guida queste esercitazioni e la produzione di armi tra Domusnovas e Iglesias è fin troppo simile a quella che sta devastando l’Ucraina. “La guerra comincia qui, comincia dove si fabbricano le armi” queste le parole di Cinzia Guaiata, portavoce del Comitato di riconversione RWM, intervistata da Lisa Camillo per il docufilm The Sardinian factory of death, pubblicato da Al Jazeera.

La professoressa Guaiata si batte contro la produzione di bombe nelll’Iglesiente, impoverito da una “fabbrica di morte” che “inquina anche le coscienze”. In Sardegna, inoltre, sono presenti alcuni tra i poligoni militari più grandi d’Europa, come quello di Quirra, al centro di un processo conclusosi lo scorso anno con l’assoluzione di tutti gli otto comandanti accusati. Come riportato da il manifesto, si imputava loro “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”.

Dal 3 al 27 maggio, nell’indifferenza di gran parte del Paese, sulla mia isola si svolgono delle esercitazioni che gettano un’ombra sinistra sul futuro. La guerra in Ucraina, per me, non è solo un conflitto alle porte d’Europa, qualche centinaio di euro in più da sborsare per benzina e bollette, ma una ragione concreta per guardare in faccia la vera natura di queste pratiche che per anni hanno sacrificato il territorio. Una presa di coscienza che mi sembra condivisa da molti miei conterranei, considerata la maggiore adesione alle proteste contro Mare aperto.

di Valentina Fracasso, Simone Sannai, Valentina Zucca

Link foto: https://serenoregis.org/2021/09/10/esercitazioni-militari-in-sardegna-e-generali-a-processo/

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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