Il Settimanale 2022 2 – In seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, i prezzi dei mangimi sono saliti e a risentirne pesantemente sono stati, fra l’altro, i santuari per animali liberi. Il santuario o rifugio antispecista è un luogo di resilienza e resistenza che ospita animali salvati dallo sfruttamento, in primis dell’industria zootecnica.
Abbiamo intervistato Simone Scampoli, un volontario del Santuario Capra Libera Tutti che ci racconta come “prima della guerra un sacco di fioccato da 20 kg costava circa 8€, adesso invece lo stesso sacco costa 15,20€. Anche il mangime delle galline è passato da 9,90€ a 14€.”
I mangimi vengono infatti realizzati con materie prime di origine ucraina, quali olio grezzo di girasole, mais e frumento tenero. L’Italia che dipende dal prodotto di provenienza estera si trova ora in una situazione di difficoltà, proprio a causa della riduzione delle esportazioni.
Simone ci ha spiegato che in Italia esiste una Rete dei Santuari di Animali Liberi, ovvero un’aggregazione di progetti che hanno come obiettivo comune il miglioramento della relazione che attualmente esiste tra l’uomo e gli altri animali.
Tra questi c’è appunto il Santuario Capra Libera Tutti che si trova a Nerola, in provincia di Roma, e che ospita oltre 200 animali ai quali viene data la possibilità di vivere in armonia e libertà. Il suo custode è Massimo Manni che a 30 anni ha deciso di acquistare il terreno dove è nata questa realtà.
D – Simone, sono aumentate le difficoltà di reperire il mangime per gli animali?”
R – “No, per noi non c’è stata molta difficoltà nel reperire il mangime. Altri santuari hanno invece riscontrato non pochi problemi.”
D – È cambiato qualcosa nell’aiuto che ricevete quotidianamente dalle persone che vi sostengono?
R – “La risposta non sembra essere cambiata, ma non è aumentata. Ciò significa che le entrate sono le stesse ma le uscite stanno aumentando.”
D – Puoi farci un esempio?
R – “Le spese settimanali per i soli mangimi hanno superato i 1000€. Potete dunque comprendere quanto le donazioni siano vitali per l’esistenza dei santuari, soprattutto in questo difficile periodo storico.”
La Minerva di Giulia Ottaviani, Agnese Sandi, Giovanni Tagliente, Giulia Tarda