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Il Ducato 4 e 5 2022 – Quando legge caccia mafie e pone fine a sofferenza

Scritti per i numeri 4 e 5 2022 de Il Ducato, del 13/05/2022 e del 27/05/2022

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Il Ducato 5 del 27/05/2022 – “Meglio chiudere che cedere alla criminalità organizzata”: è il suggerimento che Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, uno dei magistrati in prima linea nella lotta alle cosche e ai loro crimini, dà agli imprenditori, ai commercianti ed agli artigiani delle Marche, un territorio esposto, proprio per la sua laboriosità, al rischio di infiltrazioni mafiose. Finora, la contaminazione non pare essere avvenuta, ma “la politica e le forze dell’ordine devono essere vicine agli imprenditori, che devono, a loro volta, fidarsi delle forze dell’ordine”.

L’invito è venuto a margine della consegna al magistrato del sigillo dell’Università di Urbino, quasi nel 30° anniversario della strage di Capaci. Parlando agli studenti, Gratteri li ha esortati all’onestà.

Le parole del magistrato cadono in un terreno fertile: le Marche, e in particolare Urbino, sono attenti alla giustizia e alla legalità e sanno cogliere le opportunità di progresso sociale e civile che la legge offre. Lo dimostra anche la vicenda di Fabio Ridolfi, il tetraplegico di 46 anni di Fermignano, che, come da lui chiesto, potrà accedere al suicidio assistito.

Finora, in Italia, le iniziative per esercitare il diritto al fine vita sono partite solo dalle Marche, Vicende tristi e laceranti, drammi personali e familiari affrontati con lucidità nella disperazione e con amore nel dolore, trovando conforto in una norma quando la scienza non sa più dare speranze e la fede non supplisce a lenire lo strazio.

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Il Ducato 4 del 13/05/2022 – Urbino: una città a dimensione del suo Duca

A 600 anni dalla nascita, il 7 giugno Urbino ricorda e celebra Federico da Montefeltro, il duca che ne fece “una città in forma di palazzo”, nella celebre citazione di Baldassarre Castiglione. Anzi, inizia a celebrarlo perché le manifestazioni andranno avanti fino a metà agosto. Quanto al ricordo, quello non s’è mai smorzato, anche se sono oltre vent’anni che i resti del Duca sono a Pisa (oggetto di studi) e se la chiesa di San Bernardino, il Mausoleo dei Duchi, richiede da tempo attenzioni che non riceverà in tempo utile – se tutto andrà bene, i lavori inizieranno a fine mese -.

Ma, al di là del calendario di eventi in programma, che Il Ducato dettaglia, il modo giusto per onorare Federico è riportare, o mantenere, Urbino all’altezza della sua visione e delle sue ambizioni. Nell’intervista a pagina 3, Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista, dice che il Duca “aveva una visione internazionale, dialogava con l’Europa da un piccolo centro, cosa che è mancata a tante grandi città italiane… Ebbe la capacità di creare un centro vivo, che aveva come perno il territorio…”.

Una Urbino, dunque, orgogliosamente protagonista del suo territorio e capace di proporsi all’attenzione, e all’ammirazione, dell’Italia, dell’Europa, del Mondo. Bella e famosa per i tesori d’arte e di cultura che Federico le propiziò, ma anche forte e dinamica per la resilienza e la capacità d’innovazione dei suoi cittadini. Uscendo dal suo Palazzo, il Duca, forse, oggi non riconoscerebbe la sua città, ma si ritroverebbe nel carattere concreto e operoso dei suoi abitanti, non più sudditi, ma cittadini.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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