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Ucraina: i russi avanzano nel Donbass, Kissinger a Davos

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/05/2022

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La Russia non ha fretta di chiudere la guerra ed esclude il ritorno all’Ucraina delle autoproclamate repubbliche indipendenti del Donbass, Donetsk e Lugansk, come della Crimea: propositi bellicosi che non arrivano dal presidente Vladimir Putin, ma dal Consiglio di sicurezza russo, mentre l’esercito di Mosca si prepara – per ammissione delle fonti ucraine – a riprendere l’offensiva nell’Est dell’Ucraina, in direzione di Bakhmut.

“Le truppe russe – dice Kiev – stanno rafforzandosi e raggruppandosi” in tutto il Donbass, mentre “non cessa l’offensiva con fuoco intenso lungo l’intera linea difensiva ucraina”. Le maggiori ostilità sono nel distretto di Donetsk, vicino a Lysychansk e Severodonetsk. L’Onu canta che i civili morti nel conflitto ucraino superino i 4.000 e la polizia di Kiev ha rinvenuto altre dieci fosse comuni.

Con la guerra guerreggiata, s’intreccia quella alimentare. L’Ue dice di avere le prove che la Russia ruba il grano ucraino che, per il blocco dei porti, non può raggiungere le sue destinazioni – ieri, però, un primo carico è giunto in Lituania via treno -. Parlando al Forum di Davos, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dice: “I segnali di una crescente crisi alimentare sono evidenti. Dobbiamo agire con urgenza… È tempo di porre fine alle dipendenze malsane… E’ tempo per creare nuove connessioni…” – peccato che scelga per farlo l’Egitto di al-Sisi -. Intanto, anche Pechino chiede un ‘canale verde’ per il grano ucraino e russo.

Tre mesi dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia – scrive l’Ap – è “impantanata in un conflitto che sperava di risolvere nel giro di qualche giorno o al massimo qualche settimana. E molti analisti occidentali la pensavano allo stesso modo”. Fallito l’iniziale attacco a fronte largo, Mosca punta ora sul Donbass, dove, dopo una fase di stallo, sembra avere intensificato, negli ultimi giorni, avanzate e bombardamenti. E i filorussi di Kherson, che potrebbero anch’essi auto-proclamarsi indipendenti, reclamano una base militare russa sul loro territorio.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba avverte il momento critico: “E’ troppo presto – nota – per direre che l’Ucraina ha tutte le armi che le servono. La battaglia russa nel Donbass è spietata, la più grande sul suolo europeo dalla Seconda guerra mondiale”. E Kuleba sollecita ad accelerare le consegne d’armi e munizioni. UvdL gli dà corda: “L’Ucraina deve vincere la guerra. L’aggressione di Putin deve essere un fallimento strategico. Faremo il possibile perché gli ucraini prevalgano e riprendano il futuro nelle loro mani”. La guerra “ha messo in discussione l’ordine internazionale”.

A Mosca, il vice-presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che è anche stato presidente per un quadriennio, una sorta di controfigura di Putin, esclude che Donetsk e Lugansk tornino all’Ucraina: “Le Repubbliche del Donbass hanno preso la decisione finale sul loro stato”. E Medvedev rievoca il mancato rispetto degli accordi di Minsk del 2014/’15 e “le uccisioni di civili” nelle due repubbliche, negli ultimi otto anni.

Il segretario del Consiglio di Sicurezza, Nikolai Patrushev, dice che la Russia centrerà gli obiettivi della “operazione militare speciale” in Ucraina, senza porsi “scadenze temporali”. Intervistato da Argumenty i Fakty, Patrushev afferma: “Ogni obiettivo verrà raggiunto … Il futuro dell’Ucraina sarà deciso da chi vive sul suo territorio: il nostro Paese non ha mai preso nelle sue mani il destino di un Paese sovrano” – affermazioni contraddette da Ungheria 1956 e da Cecoslovacchia 1968 -.

Le dichiarazioni di Medvedev, che è pure molto critico sul piano di pace italiano per l’Ucraina, e di Patrushev testimoniano una notevole aggressività verbale russa, mentre Kiev è sulla difensiva. Patrushev avverte che la Russia considererà l’espansione delle infrastrutture della Nato in Finlandia e Svezia come una minaccia diretta alla sua sicurezza e reagirà.

Helsinki e Stoccolma sono impegnate a sormontare le riserve della Turchia alla loro adesione all’Alleanza atlantica e s’apprestano a mandare delegazioni ad Ankara. Il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto esprime fiducia: “La Nato risolverà questo problema, nel giusto spirito”. Gli fa eco, da Davos, un alto burocrate ucraino, Andriy Yermak: “La Nato è l’unica organizzazione in Europa capace di garantire la sicurezza ai suoi membri, ma alcuni alleati ancora pongono il veto al nostro ingresso … Continuiamo a sentire proposte di capitolazione da parte nostra nei confronti della Russia o di cessioni del territorio, nonostante i crimini commessi dall’esercito … Mosca non crede in un vero dialogo, ma detta condizioni. La nostra integrità territoriale non è negoziabile”.

Irritano Kiev anche le dichiarazioni di Henry Kissinger, 98 anni, ex segretario di Stato Usa e guru della politica estera: l’Occidente – dice a Davos – non dovrebbe cercare di infliggere una sconfitta alla Russia e l’Ucraina dovrebbe rinunciare a pezzi di territorio per la pace e “avviare negoziati prima che si creino rivolte e tensioni che non sarà facile superare”. Gli replica il negoziatore in capo ucraino Mikhailo Podolyak: “Con la stessa facilità con cui propone di dare alla Russia parte dell’Ucraina per fermare la guerra, Kissinger le permetterebbe di portare via Polonia e Lituania … E’ un bene che gli ucraini nelle trincee non abbiano il tempo di stare a sentire i ‘fifoni di Davos’ …, occupati come sono a difendere la Libertà e la Democrazia”.

Alla riunione del Quad a Tokyo, il presidente Usa Joe Biden dice ai leader di Giappone, India e Australia che “stiamo attraversando un’ora buia della nostra storia condivisa”, a causa dell’aggressione della Russia all’Ucraina. Ciò accresce il bisogno di una regione Indo-Pacifica libera da conflitti interni.

 

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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