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Il Settimanale 2022 1 – Ucraina, uno scorcio d’accoglienza in Polonia

Scritto per il Settimanale 2022 1 della classe di Agenzie e Nuovi Media del cdl in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere della Sapienza, edizione del 23/05/2022

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Il Settimanale 2022 1 – A causa dello scoppio della guerra in Ucraina, molti cittadini, soprattutto donne e bambini, sono stati costretti a lasciare il loro Paese alla ricerca di un luogo sicuro. Nella maggior parte dei casi questo luogo si è rivelato essere la Polonia, uno dei Paesi che confinano con l’Ucraina.

I polacchi hanno mostrato un grande solidarietà nell’occasione e si sono praticamente precipitati subito a dare un aiuto: hanno organizzato raccolte di cibo e di beni di prima necessità, hanno lavorato come volontari al confine, hanno organizzato raccolte di fondi e hanno offerto le loro case ai nuovi arrivati.

Molto spesso, però, la situazione viene idealizzata dai media e non si mettono in evidenza le difficoltà, i problemi e le emozioni che sono emersi. Qual è la situazione reale di queste famiglie di esuli accolti in Polonia? Per averne uno scorcio, abbiamo parlato con Iwona Jędrzejak, una donna polacca di Ostrów Wielkopolski, che ha deciso di accogliere una donna ucraina di 34 anni e suo figlio di 7 anni, provenienti dal Donbass.

D – Come è iniziata la sua storia con la famiglia ucraina?

R – Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, ho sentito il bisogno di agire. Ho pensato di andare al confine per fare volontariato, ma poi ho deciso di chiamare il municipio e di chiedere se ci fossero famiglie ucraine a Ostrow. Senza pensarci molto, in modo del tutto spontaneo, ho dichiarato la mia disponibilità ad accogliere dei rifugiati. All’inizio ero un po’ spaventata: ho iniziato a chiedermi se fosse stata una buona idea, perché noi non abbiamo un appartamento separato e questo avrebbe significato vivere con estranei in casa. Ma volevo fare la cosa giusta. Dopo una settimana mi hanno chiamato dal comune, dicendomi che c’era una donna di 34 anni, con un figlio di 7, prima elementare, e che venivano dal Donbass. Hanno viaggiato per quattro giorni, sono rimasti 10 ore al confine e sono arrivati a Ostrow. Una signora alta e bionda si è presentata a casa nostra, con un bambino molto simpatico, stanca e incerta.

D – Sapeva per quanto tempo si sarebbero fermati?

R – Non sapevamo niente. Lei è  partita con il bambino contro la sua volontà, voleva restare nella sua città perché non c’erano ancora stati i bombardamenti nei pressi e pensava che la guerra non ci sarebbe arrivata. E’ arrivata qui molto confuda. Dopo qualche tempo, però, s’è resa conto che la sua era stata una buona decisione, perché la situazione nel Donbass è peggiorata notevolmente. Attualmente molte famiglie stanno già tornando in Ucraina, in regioni dove le cose vanno meglio. Anche la nostra ospite vuole tornare, le manca il marito, suo figlio piange perché vuole suo padre, ma purtroppo nella sua città la situazione diventa sempre più grave – non c’è carburante, mancano tanti prodotti -. Dice che rimarrà con noi fino alla fine di giugno.

– Come vi siete trovati in questa nuova situazione e come vi siete sentiti all’inizio quando loro sono venuti a vivere con voi?

– Penso che siamo stati molto fortunati perché abbiamo caratteri molto simili. I nostri ospiti tengono alla loro e alla nostra privacy, ceniamo insieme, a volte passiamo del tempo insieme, ma cerchiamo anche di non intralciarci a vicenda. Naturalmente, a volte si vuole stare da soli. Per noi quattro che viviamo nella nostra piccola casa a volte è difficile, ma ce la facciamo. Ovviamente non ci vediamo per tutto il tempo, perché passiamo molto tempo al lavoro. Suo figlio è molto ben educato e lei mi è molto simpatica. A volte ci piace molto parlare e passare tempo insieme.

– In che lingua parlate?

– Lei capisce bene il polacco e io conosco un po’ la lingua russa, quindi ce la caviamo.

di Aleksandra Szczepaniak e Lena Dominiczak 

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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