22/05/2022 – Nella guerra in Ucraina, Putin mette al bando Biden. La Russia pubblica una lista di 963 cittadini Usa cui vieta l’ingresso, fra questi, oltre a Biden, il segretario di Stato Antony Blinken: una risposta alle liste di proscrizione di cittadini russi varate da Washington. L’escalation (puramente dimostrativa) delle sanzioni coincide con un’ammissione del presidente ucraino Zelensky: la guerra “sarà sanguinosa, ma si chiuderà solo con la diplomazia”: frase detta mentre i negoziati tra Mosca e Kiev sono fermi.
Fronte Nato, il presidente turco Erdogan sente il presidente finlandese Niinisto e la premier svedese Anderson. Erdogan chiede che Finlandia e Svezia cessino di sostenere il Pkk curdo, che lui ritiene un’organizzazione terroristica. Secondo fonti finlandesi, il dialogo continue, perché Ankara non blocchi l’adesione dei due Paesi all’Alleanza atlantica. Ieri mattina, Mosca ha interrotto le forniture di gas a Helsinki che si rifiuta di pagarle in rubli.
In un video, Zelensky dice: “Abbiamo rotto la spina dorsale di uno dei più forti eserciti al Mondo”. I caduti russi sarebbero quasi 29.000. Kiev accusa Mosca di avere deportato quasi un milione 400 mila persone, fra cui oltre 230 mila bambini. Sporadiche, ieri, le notizie di combattimenti. Missili russi sparati dal Mar Nero avrebbero distrutto un grosso lotto di armi fornite dall’Occidente all’Ucraina nel Donbass vicino alla stazione di Malyn.
Il Regno Unito e i suoi alleati valutano se armare la Moldavia perché possa difendersi dalla Russia.
21/05/2022 – I miliziani asserragliati nell’acciaieria Azovstal hanno ricevuto da Kiev l’ordine di deporre le armi: quattro giorni dopo l’accordo raggiunto sull’evacuazione dell’ultima ridotta del battaglione Azov, pare che la resistenza sia cessata e che anche gli irriducibili si siano rassegnati. Il comandante Denys Prokopenko in un video dice: “Il comando militare superiore ha impartito l’ordine di salvare la vita dei soldati della nostra guarnigione e di smettere di difendere la città” di Mariupol.
Il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu informa che 177 civili sono stati evacuati dall’acciaieria e che quasi 2mila nazionalisti si sono arresi – una ottantina i feriti -. La sorte del vice-comandante dell’Azov resta però incerta: Sviatoslav ‘Kalina’ Palamar ha smentito di essersi arreso – la notizia era trapelata da fonti russe -: in un video, antecedente quello di Prokopenko, Palamar compare dicendo “Io e il mio comando siamo sul territorio dello stabilimento Azovstal’.
Durante una riunione del Consiglio dei Ministri russo, Shoigu afferma che le Forze Armate russe, insieme alle milizie popolari di Lugansk e di Donetsk, continuano ad espandere il loro controllo sui territori del Donbass. La liberazione della Repubblica Popolare di Lugansk si sta avvicinando alla fine”.
Una conferma indiretta viene dalle fonti ucraine, secondo cui ieri le truppe russe hanno bombardato 54 insediamenti nelle regioni di Lugansk e di Donetsk, uccidendo 20 civili. Attacchi aerei e tiri di mortai hanno distrutto o danneggiato 105 edifici residenziali e altri 15 obiettivi civili, tra cui un ospedale, un dormitorio, un centro sportivo, un centro commerciale, gli edifici di una banca e un gasdotto. Tra i centri colpiti ci sono Severodonetsk, Lysychansk, Avdiivka, Bakhmut e Marinka. A Severodonetsk, in particolare, i russi hanno aperto il fuoco all’alba su una scuola dove avevano trovato rifugio centinaia di persone con molti bambini e almeno 3 residenti sono stati uccisi.
In un video-messaggio notturno, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che missili russi hanno colpito il villaggio di Desna, nel Nord dell’Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, provocando “molti morti”. Zelensky accusa la Russia di aver trasformato il Donbass in un “inferno”. È “completamente distrutto. Questo è un tentativo deliberato e criminale di uccidere quanti più ucraini possibile”.
La condanna all’ergastolo del sergente russo di 21 anni Vadim Shishimarin, accusato dell’uccisione di un civile di 62 anni a Sumy, crea i presupposti per scambi di prigionieri reciprocamente accusati di crimini di guerra. Ed emergono nuove prove delle atrocità commesse dai soldati russi a Bucha, centro a nord-ovest di Kiev. Il New York Times diffonde video che mostrano come i russi vi abbiano passato per le armi almeno otto civili ucraini il 4 marzo. Nelle immagini si vedono paracadutisti russi che catturano alcuni ucraini e li conducono in fila in un cortile dove poco dopo verranno ammazzati. I video, spiega il quotidiano, sono stati girati da una telecamera di sicurezza e da un testimone in una casa vicina.
Al Consiglio dei Ministri, Shoigu ha anche annunciato che la Russia intende creare nuove basi militari per rispondere all’allargamento della Nato con l’adesione di Finlandia e Svezia, che comporta per Mosca un aumento delle minacce lungo i confini occidentali.
Altra risposta all’ingresso nell’Alleanza di Helsinki e Stoccolma è lo stop all’export di gas naturale verso la Finlandia, a partire dalle 7 del mattino di oggi. La compagnia energetica nazionale finlandese Gasum è stata informata della decisione dalla Gazprom russa. L’impatto dovrebbe, però, essere limitato. Almeno fino all’autunno, Gasum potrà sopperire con approvvigionamenti da Svezia e Norvegia.
Intanto, il presidente Usa Joe Biden, è giunto a Seul, prima tappa di un suo tour in Asia. Biden si fermerà in Corea del Sud per tre giorni e incontrerà oggi il presidente Yoon Suk-yeol, appena insediatosi al potere. La Cina ha accolto il presidente Usa esprimendo l’auspicio che Washington “non lavori a divisioni e scontri” nell’Asia-Pacifico e non crei “disordini e caos”. Gli Stati Uniti, presentando la missione in Asia di Biden, hanno detto che essa non è “un confronto” con la Cina.
A Kiev, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha visto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e ha detto in conferenza stampa che “la Santa Sede riafferma … la sua disponibilità a favorire un autentico processo negoziale”, che è “la strada giusta per una risoluzione equa e permanente” del conflitto tra Russia e Ucraina.
Il G7 dei ministri delle Finanze, riuniti in Germania, hanno constato che, nel 2022, i Sette Grandi hanno messo a disposizione dell’Ucraina 19,8 miliardi di dollari, di cui 7,5 miliardi dagli Usa. “Concordiamo – si legge nelle conclusioni della riunione – su azioni concrete per rispondere uniti all’aggressione della Russia all’Ucraina”.