Le cose si mettono peggio per la Russia: in Ucraina, dove l’offensiva nel Donbass è in stallo e, nell’area di Kharkiv, le truppe russe sono arretrate – o sono state ricacciate – oltre il confine; e pure sul fronte internazionale, dove l’allargamento della Nato con l’adesione di Finlandia e Svezia viaggia su un binario veloce, nonostante i moniti del Cremlino. Il G7 e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si apprestano a discutere dei problemi di sicurezza alimentare del mondo intero, creati dalla guerra. E un incontro tra i presidenti russo Vladimir Putin e Usa Joe Biden non è alle viste, almeno secondo il numero due della diplomazia russa Sergey Ryabkov: non si prepara un vertice e neppure un colloquio fra i ministri degli Esteri Serguiei Lavrov e Antony Blinken.
C’è, invece, un briciolo di ottimismo per i miliziani ucraini feriti intrappolati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, l’ultima sacca di resistenza ucraina nella città martire: il Ministero della Difesa russo ha annunciato un accordo che ne consentirebbe l’evacuazione e il trasferimento in ospedali russi – gli evacuati sarebbero prigionieri di guerra: non è chiaro di quanti uomini si stia parlando -.
Dieci combattenti ucraini si sarebbero già arresi a unità filo-russe: “Sono venuti fuori da un tunnel con la bandiera bianca”, racconta una fonte filo-russa, mentre fonti ucraine smentiscono.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky conferma i negoziati, ma non l’intesa: “Conduciamo trattative molto difficili e delicate per salvare la nostra gente da Mariupol, dall’Azovstal. Ce ne occupiamo ogni giorno. La difficoltà principale è che gli accordi siano rispettati”.
Le immagini dei resti di un battaglione russo, intercettato dall’artiglieria anti-carro ucraina mentre cercava di guadare un fiume nel nord-est dell’Ucraina, la settimana scorsa, sembrano documentare lo scontro più sanguinoso di questa guerra per le forze russe: si stima che i militari morti o feriti siano stati almeno 400. E – nota la stampa Usa più qualificata – le informazioni sui rovesci militari non vengono solo da voci dell’opposizione, ma pure dai blogger russi più favorevoli al Cremlino e alla guerra.
Se perde terreno sui fronti del conflitto, la Russia ne perde anche ai tavoli della diplomazia, oltre che quelli dell’economia, con marchi del calibro di Renault e di McDonald che lasciano il Paese. Scrive il New York Times: “La prima fase dell’invasione dell’Ucraina è stata un fallimento per la Rusdsia. E la seconda fase non va meglio … Fallito l’attacco a Kiev e la spallata a Zelensky, ora i progressi nel Donbass sono modesti, senza però escludere ulteriori avanzate”. Le cronache registrano ieri raid russi su Severodonetsk, nel Lugansk, con una decina di vittime civili.
Intanto, la Russia deve incassare l’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia: dopo Helsinki, anche Stoccolma ha deciso di fare il passo dalla neutralità all’ingresso nell’alleanza militare occidentale. E truppe finlandesi e svedesi sono già impegnate in manovre della Nato in Estonia. Ma non è ancora sicuro che tutto fili liscio: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ripropone il no di Ankara all’ingresso nell’Alleanza di Paesi che proteggono quelli che lui considera terroristi curdi.
Putin dice che “l’espansione della Nato è artificiale”: “La Russia non ha problemi con Finlandia e Svezia, la loro adesione all’Alleanza non è una minaccia per Mosca’, anche se – aggiunge – “l’espansione delle infrastrutture militari in quei Paesi provocherà sicuramente una nostra risposta”. E torna a battere il tasto della ‘denazificazione’: “Kiev fa dei suoi nazisti degli eroi nazionali … L’Occidente chiude un occhio sul neonazismo rampante osservato da tempo in Ucraina”.
L’annuncio svedese è stato fatto dalla premier svedese Magdalena Andersson, un giorno dopo quello finlandese fatto dal presidente Sauli Niinisto e dalla premier Sanna Marin. Il Cremlino osserva che la loro adesione alla Nato “non rafforzerà” la sicurezza europea. Altri esponenti russi usano parole più aspre del presidente Putin: la Nato “non deve illudersi” che la Russia possa “sopportare l’adesione di Finlandia e Svezia”, dice il vice-ministro degli Esteri Sergei Ryabkov. Che aggiunge: “Il modo in cui garantiremo la nostra sicurezza … dipenderà dalle azioni pratiche” ; e parla di un errore con conseguenze “di vasta portata”. Concetto ribadito in serata dallo stesso capo della diplomazia russa Serguiei Lavrov.
Dopo essere stato domenica a Berlino, alla riunione della Nato, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba era ieri a Bruxelles: all’Ue, fa lobbying per le sanzioni alla Russia (e si dichiara deluso per il ritardo nel varare il sesto pacchetto, con l’embargo sul petrolio), ma sollecita anche ulteriori forniture di armi e munizioni il riconoscimento all’Ucraina dello statuto di candidata all’adesione. Gli hacker russi di Killnet annunciano un attacco informatico globale contro Usa, Regno Unito, Germania, Italia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Romania, oltre che Ucraina.
Putin, citato dalla Tass, afferma che “l’operazione speciale” ha permesso di ottenere prove documentate dell’esistenza lungo i confini russi “di laboratori di armi biologiche”.
In un video-messaggio, l’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk afferma che “170 mila persone soffrono la fame” a Mariupol, dove “si sta forgiando la vittoria dell’Ucraina”.