Il fuoco di sbarramento della Turchia all’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia si attenua. Ma si alza quello della Russia, che denuncia “una guerra ibrida totale” dell’Occidente nei suoi confronti, mentre invasione dell’Ucraina è in stallo. Le prospettive di adesione alla Nato di Finlandia, che si è già pronunciata in al senso, e Svezia, che dovrebbe pronunciarsi domani, sono state discusse, ieri, nel Consiglio atlantico informale a livello di ministri degli Esteri che si conclude oggi a Berlino.
Da parte sua, il G7 proclama, dopo un consulto fra i ministri degli Esteri dei Sette Grandi, che “non riconoscerà mai le frontiere” che la Russia tenta di modificare con la forza. Il presidente russo Vladimir Putin giudica i colloqui di pace “praticamente interrotti da Kiev, che non mostra interesse per un dialogo serio”. Al meeting annuale degli esperti del Consiglio Esteri e Difesa, il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov usa la formula della “guerra ibrida totale” condotta dall’Occidente contro la Russia: “Difficile prevedere quanto durerà”.
Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo quotidiano messaggio, afferma che la graduale liberazione dagli occupanti russi della regione di Kharkiv testimonia che “l’Ucraina non lascerà nessuno nelle mani del nemico”. E fa l’elenco delle città e delle comunità ancora sotto occupazione in attesa di essere liberate: cita “Kherson, Melitopol, Berdiansk, Energodar, Mariupol e le città del Donbass”.
A Kiev, ieri, c’era una delegazione di esponenti repubblicani del Congresso Usa, guidata dal leader dell’opposizione al Senato Mitch McConnell: una foto ricordo con Zelensky che compensa quella, giorni or sono, della speaker democratica della Camera Nancy Pelosi.
La fiducia della Finlandia in una soluzione per superare l’opposizione della Turchia al suo ingresso nella Nato viene espressa a Berlino dal ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto. Ankara corregge un po’ il tiro, dopo le dichiarazioni venerdì del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che aveva definito “un errore” l’allargamento dell’Alleanza in questo momento: la Turchia non boccia l’adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, ma chiede ai Paesi nordici un giro di vite contro quelle che considera attività terroristiche del partito curdo Pkk, nei cui confronti soprattutto Stoccolma è tollerante e dà asilo a militanti del movimento, pur inserito da Ue e Turchia nella lista delle organizzazioni terroristiche.
C’è pure stata una telefonata tra Putin e il presidente finlandese Sauli Niinisto, che ha spiegato come l’invasione dell’Ucraina alteri la percezione di sicurezza della Finlandia. Ma per Putin l’abbandono della neutralità della Finlandia sarebbe “un errore” e l’ingresso nella Nato potrebbe “influenzare negativamente le relazioni con la Russia”. Per il vice-ministro degli Esteri russo Alexander Grushko, l’adesione all’Alleanza di Finlandia e Svezia causerà “una reazione politica”, ma “è presto per parlare di spiegamento delle forze nucleari russe nella regione baltica”. Mosca ha già interrotto le forniture di elettricità alla Finlandia, che può però compensare il 10% dei consumi venuto meno con forniture da Svezia e Norvegia.
Caccia russi Su-27 hanno preso parte a esercitazioni per respingere un attacco aereo simulato nell’enclave russa di Kaliningrad, incastrata sul Baltico tra Polonia e Lituania. Oltre 10 caccia intercettori supersonici di quarta generazione sono stati coinvolti nelle manovre, svoltosi nel pieno delle discussioni sull’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia.
La Turchia, intanto, torna protagonista sulla scena ucraina. É pronta a inviare una nave a Mariupol per l’evacuazione dei soldati ucraini feriti e dei civili che restano nell’acciaieria Azovstal. Il piano prevede che le persone evacuate raggiungano via terra il porto di Berdyansk, sul Mar d’Azov, e che una nave turca li conduca poi a Istanbul.
Sul superamento dello stallo alla Azovstal, si negozia (per ora senza esito). La Russia non accetta un’evacuazione totale, ma si tratta sui feriti più gravi, una sessantina. Secondo fonti ucraine, nell’impianto assediato, oltre ai miliziani del battaglione Azov, ci sono militari di altri reparti dell’esercito regolare.
L’arcivescovo di Kiev, monsignor Shevchuk, riferisce che “in una fossa comune hanno scoperto quasi 500 persone con le mani legate e con una pallottola nella testa. Sono state assassinate crudelmente, come ai tempi di Stalin assassinavano gente innocente gettandola in fosse comuni”.
La magistratura ucraina afferma di stare già indagando su oltre 10 mila casi di crimini di guerra e d’avere già individuato 40 sospettati. Le forze armate ucraine stimano di avere ucciso “circa 27.200 soldati russi” dall’inizio dell’invasione. Le perdite maggiori sarebbero state inflitte a Sloviansk e Bakhmut.