E’ la tattica dell’occhio per occhio, dente per dente. Sul terreno, ci si neutralizza a vicenda: nessuno avanza e l’invasione dell’Ucraina comincia a somigliare ad un conflitto di posizionamento, tipo Grande Guerra. In diplomazia, la Russia informa la Finlandia che potrebbe tagliarle da oggi il gas, come ritorsione per l’intenzione del Paese nordico di entrare nell’Alleanza atlantica.
Lo riferisce un giornale finlandese, Iltalehti, secondo il quale il Cremlino aveva già evocato l’ipotesi d’interrompere il flusso di gas il 23 maggio, quando deve avvenire il prossimo pagamento da parte di Helsinki, che Mosca pretende avvenga in rubli.
Una minaccia esplicita di ritorsioni è contenuta in una nota del Ministero degli Esteri russo: “Saremo costretti” a prendere misure se la Finlandia entrerà nella Nato – cosa che potrebbe richiedere tempi molto brevi -. Per Mosca, Helsinki “deve essere consapevole delle responsabilità e delle conseguenze” della sua mossa.
Le dichiarazioni del ministero degli Esteri si intrecciano con quelle del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, che è già stato presidente della Russia ‘pro tempore’ – Putin non poteva essere rieletto nel 2008 e lo fece candidare, fungendogli da premier -. Medvedev dice: “Riempire l’Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrarne le truppe con equipaggiamenti occidentali, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini con la Russia, tutto ciò aumenta la probabilità di un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato”; e “un simile conflitto rischia sempre di evolvere in una guerra nucleare totale. Sarebbe uno scenario disastroso per tutti”.
La nota del Ministero degli Esteri di Mosca afferma che “la dichiarazione del presidente finlandese Sauli Niinisto e della premier Sanna Marin, che si sono espressi a favore dell’adesione alla Nato, segna un cambiamento radicale nella politica estera del Paese. La Russia sarà costretta a prendere misure di ritorsione, tecnico-militari o di altra natura, per fermare le minacce che ne deriveranno alla sua sicurezza nazionale”. Secondo il ministero degli Esteri di Mosca, “l’adesione alla Nato rappresenta una diretta violazione degli obblighi legali internazionale della Finlandia, a cominciare dal Trattato di Pace di Parigi del 1947 e del Trattato tra Russia e Finlandia del 1922 “.
Sciogliendo ieri le riserve, Helsinki s’è pronunciata per l’adesione alla Nato “subito” – potrebbe essere questione di mesi -: dal 1948 la Finlandia era tra i non allineati. Lunedì tocca alla Svezia decidere analogo passo.
E’ una giornata di arroccamenti, dopo i segnali di apertura ai negoziati dei giorni scorsi. Il capo dell’Onu Antonio Guterres lo constata: “Ci è chiaro che, per ora, non ci sono possibilità immediate di un accordo di pace o di un cessate il fuoco globale”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Tokyo dice che la Russia è la “minaccia più diretta” all’ordine mondiale, causa l’invasione dell’Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che modula il linguaggio in funzione dell’interlocutore, parla a Porta a Porta: “Mai la Crimea russa”, dice, senza però fare della restituzione della penisola una pre-condizione al negoziato. “Draghi ha ragione, possiamo vincere”, afferma; e sfida Putin: ‘Non credo che riuscirà a salvare la faccia… Sì alle trattative, ma senza ultimatum e solo se Mosca si ritira e risponde delle sue azioni… Non possiamo accettare compromessi sulla nostra indipendenza, è scorretto chiederci di cedere territori”.
Sul terreno, Kiev denuncia il ricorso da parte dei russi di bombe a grappolo e al fosforo sul distretto di Kryvyi Rih, a Dnipropetrovsk – i bombardamenti sono durati tutta la scorsa notte -. Ieri mattina, c’è stato un attacco su Zelenodolsk, sempre a Dnipropetrovsk, con sistemi lanciarazzi multipli: ci sarebbe un civile ucciso e uno ferito. 18 missili russi hanno colpito Komyshuvakha, nella regione di Zaporizhzhia, facendo un morto e tre feriti e distruggendo 60 abitazioni. A Mariupol, truppe russe stanno bloccando le uscite dei passaggi sotterranei dell’acciaieria Azovstal, “che sono stati indicati al nemico da un traditore” – affermano fonti ucraine -.
In Europa, vola il prezzo del gas, dopo che Gazprom ha annunciato che cesserà di usare un gasdotto che attraversa la Polonia. La Germania ha detto che la Russia ha già diminuito le erogazioni. E l’Ue ha deciso che verrà introdotto un tetto al prezzo solo in caso di emergenza, ovvero di interruzione dell’erogazione improvvisa, e ha rinnovato la richiesta agli Stati di non pagare in rubli.