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Ucraina: fermenti di diplomazia, per Usa Putin vuole guerra lunga

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/05/2022

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Sussulti di fermento della diplomazia sull’Ucraina: Francia e Germania mandano segnali di ricerca di spazi di autonomia europea rispetto agli Stati Uniti, mentre la Bielorussia alza la tensione schierando forze speciali alle frontiere meridionali: una mobilitazione difensiva – afferma Minsk –, perché Kiev avrebbe rafforzato con 20 mila uomini le sue postazioni sul confine. E alla galleria degli orrori del conflitto si aggiunge la notizia di decine, forse centinaia, di cadaveri di soldati russi abbandonati senza sepoltura “per le strade e nelle case”, quando le truppe di Mosca si sono ritirate dalle regioni di Kiev e Kharkiv. Al Jazeera segnala oltre 900n corpi ammassati nel vagone frigorifero di un treno nei pressi di Kiev. “Non li hanno presi con sé, li hanno lasciati nelle discariche”, riferiscono fonti ucraine. “Noi trattiamo i morti dei nemici meglio di come loro trattano i civili”.

A Mariupol, l’assalto all’acciaieria Azovstal, dove resterebbero un centinaio di civili, è ripreso: decine di attacchi aerei in 24 ore. Missili sono stati sparati lunedì sera su un hotel e un ‘mall’ vicino a Odessa. Nella notte, è stato distrutto il Monastero di San Giorgio di Svyatogorsk, eremo del 1526 dove si erano raccolti molti rifugiati. A Izyum, sotto le macerie di un edificio di cinque piani distrutto dai russi, sono stati scoperti i corpi di 44 civili.

In un’audizione al Senato di Washington, la direttrice dell’intelligence statunitense Avril Haines manda messaggi contraddittori: avverte che la Russia potrebbe tentare di intercettare le armi inviate in Ucraina “nelle prossime settimane” e mette in guardia su una possibile “vendetta” di Mosca contro le sanzioni; poi dice che il presidente russo Vladimir “Putin userà l’arma nucleare solo se sarà di fronte a una minaccia esistenziale”. Per la Haines, Putin imporrà la legge marziale in Russia perché vuole una guerra “lunga” – mentre tutto fa pensare che lui avesse in mente una ‘blitzkrieg’ -; e conta sul fatto che il sostegno a Kiev di americani ed europei diminuirà nel tempo. La Russia, inoltre, non intenderebbe fermarsi al Donbass, ma vorrebbe portare la guerra in Transnistria.

Per il generale Scott Berrier, responsabile dell’intelligence militare Usa, “la guerra è in stallo e potrebbe restarlo a lungo: ora come ora, non stanno vincendo né i russi né gli ucraini e non vi sono segnali di svolta imminente”. Che fare?, gli è stato chiesto. “La cosa giusta è ‘Wait and see'”, tanto mica muoiono degli americani.

Il presidente Usa Joe Biden ha firmato una legge per velocizzare l’invio di armi all’Ucraina, ispirata a una misura del 1941, la cosiddetta legge sul Lend-Lease, usata per rifornire d’armi i britannici contro i nazisti. Parlando a una raccolta di fondi, Biden ha poi definito il presidente russo Vladimir Putin un “calcolatore”, dicendosi preoccupato del fatto che non trovi una via di uscita dalla guerra.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato il presidente Usa per l’aiuto “nella lotta per la nostra libertà e il nostro futuro”: “Sono convinto che vinceremo di nuovo insieme. E difenderemo la democrazia in Ucraina. E in Europa. Come 77 anni fa”. Zelensky ha poi criticato Malta, parlando al Parlamento della Valletta: ha chiesto che “smetta di fare favori ai russi”, vendendo loro passaporti e trasportando il loro petrolio.

Mentre il governo britannico si sente “orgoglioso” di avere “tracciato la strada” della linea dura verso la Russia – parole del premier Boris Johnson ai Comuni -, in un colloquio telefonico tra i presidenti francese Emmanuel Macron e cinese XI Jinping è emerso un approccio comune “sull’integrità territoriale e sulla sovranità dell’Ucraina” come “sull’urgenza di giungere a un cessate il fuoco”. Fonti cinesi dicono che Macron e Xi ritengono che “tutte le parti interessate dovrebbero sostenere la Russia e l’Ucraina perché ripristinino la pace attraverso i negoziati”. Xi ha sottolineato che la Cina “sostiene i Paesi europei affinché prendano in mano la sicurezza dell’Europa”. Lunedì, c’era stata una telefonata analoga nei contenuti tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Xi.

A Kiev, ieri, c’era il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbook. L’ucraino Dmytro Kuleba le ha espresso soddisfazione per “il cambiamento della posizione” di Berlino sulle forniture di armi e l’embargo al petrolio russo e ha detto che l’adesione dell’Ucraina all’Ue è una “questione di guerra o di pace” in Europa. Se i 27 non daranno lo statuto di candidato all’Ucraina, “ci avranno ingannati” e “non la manderemo giù”.

Mentre i 27 cercano un’intesa sul blocco dell’import del petrolio russo, la Commissione europea sta valutando di emettere un nuovo debito comune per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Il fondo di solidarietà, su cui vi sono però riserve, avrebbe un valore stimato in 15 miliardi di euro.

Il leader nord-coreano Kim Jong-un ha espresso la “ferma solidarietà” del suo Paese alla Russia. Per l’Onu, in Ucraina al 3 maggio risultavano oltre 8 milioni di sfollati interni. L’Oms ha verificato 200 attacchi a strutture sanitarie dall’inizio dell’invasione.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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