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Ucraina: il G7 con gli Usa, le incognite del 9 Maggio, Draghi domani da Biden

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 09/05/2022

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I leader dei Paesi del G7 si impegnano a cessare l’import di petrolio russo e a inasprire le sanzioni antri-russe; e affermano che l’invasione dell’Ucraina e i crimini compiuti dai militari russi sono “un’onta” per il presidente russo Vladimir Putin e per il suo popolo. “Restiamo uniti nella decisione che Putin non deve vincere la guerra contro l’Ucraina”

Sono alcune delle conclusioni del Vertice in video-conferenza svoltosi ieri, prima delle celebrazioni – oggi a Mosca sulla Piazza Rossa – della Festa della Vittoria sul nazismo. Martedì ci sarà l’incontro a Washington tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.

Per i leader del G7, “la guerra di Putin contro l’Ucraina sta mettendo sotto forte stress la sicurezza alimentare globale. Con l’Onu, chiediamo alla Russia di non impedire la produzione e l’export di cibo dell’Ucraina … Se non lo farà, sarà un attacco alle forniture alimentari globali”.

Intervenendo al G7, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sottolineato la determinazione dell’Ucraina a proteggere le proprie sovranità e integrità territoriale. L’obiettivo finale di Kiev è garantire il pieno ritiro delle forze russe dall’intero territorio nazionale, con garanzie di sicurezza future.

E se l’Ue fatica a trovare un’intesa sull’embargo al petrolio russo – l’accordo continuerà a essere cercato nei prossimi giorni, provando a conciliare le riserve e le richieste di proroga di vari Paesi, specie Ungheria, Slovacchia, Rep. Ceca e Bulgaria, gli Usa hanno ieri annunciato nuove sanzioni contro tre stazioni tv russe e dirigenti di Gazprombank e hanno vietato ai loro cittadini di fornire servizi alle imprese russe. Anche la Gran Bretagna ha varato nuove sanzioni.

Papa Francesco, all’Angelus, ha di nuovo denunciato la pazzia della guerra”, invitando a pregare perché “i responsabili delle nazioni … non perdano il fiuto della gente che vuole la pace e sa bene che le armi non la portano mai”. Ma la sensazione è che la linea di G7 e Nato resti immutata.

Per la Russia, la ricorrenza del 9 Maggio innesca esaltazioni patriottiche. Putin si congratula con le forze armate e con i leader delle autoproclamate repubbliche filo-sovietiche di Donestsk e Lugansk e nota che “è un dovere comune prevenire la restaurazione del nazismo”: “I nostri militari, proprio come i loro predecessori, stanno combattendo per liberare il loro suolo dalla feccia nazista”, certi che “la vittoria sarà nostra, proprio come nel 1945″. Il vicepremier russo Marat Khusnullin è stato a Mariupol e a Volnovacha, 60 km a nord del porto sul mar d’Azov, “per valutare le opere di ricostruzione” dopo il conflitto.

Dal canto suo, Zelensky denuncia che la Russia sta imitando il regime nazista in modo fanatico: “Qui da noi è stata organizzata una riproduzione dettagliata, maniacale, delle atrocità del nazismo”.

In una domenica segnata da bombardamenti e combattimenti, la ‘diplomazia della solidarietà’ verso l’Ucraina, cui non ha ancora partecipato Draghi, registra un viaggio a sorpresa della ‘first lady’ Usa Jill Biden nell’Ucraina occidentale – ha incontrato Olena Zelenska in una scuola di Uzhhorod, città di 100 mila abitanti sul confine con la Slovacchia – e la visita a Irpin e a Kiev del premier canadese Justin Trudeau. In una stazione della metropolitana di Kiev, Bono e David Howell Evans, la voce e il chitarrista degli U2, hanno improvvisato un concerto con alcuni classici del loro repertorio, mentre le sirene d’allarme aereo risuonavano nella capitale ucraina.

Dall’acciaieria Azovstal, il capitano Svyatoslav Kalina Palamar, vice-comandante del battaglione Azov, ha detto che “la resa è inaccettabile”. Palamar è stato molto critico verso i governi ucraini che, dal 2014, avrebbero sottovalutato i rischi di guerra con la Russia e non avrebbero sostenuto ed equipaggiato a sufficienza il battaglione Azov.

Non si fermano i bombardamenti nella regione di Mykolaiv – un’anziana insegnante è stata uccisa e e una trentina di civili risultano feriti -. Esplosioni anche a Odessa. La situazione più tragica, almeno stando alle notizie finora disponibili, in una scuola di Bilohirivka, nel Lugansk, usata come rifugio da 90 civili, 60 dei quali sarebbero rimasti sotto le macerie – i morti accertati sono due -.

Per le fonti ucraine, sono almeno 25.500 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione. L’elenco dei danni inflitti al nemico comprende, inoltre, 199 caccia, 156 elicotteri e 360 droni abbattuti e 1.130 carri armati, 509 pezzi di artiglieria, 2.741 veicoli blindati per trasporto truppe, 92 missili da crociera, 179 lanciamissili, 12 navi, 1.961 tra veicoli e autocisterne, 86 unità anti-aeree e 39 unità di equipaggiamenti speciali distrutti.

Parlando alla Germania nell’anniversario della capitolazione del nazismo, il cancelliere Olaf Scholz ha escluso “alcuna decisione che porti la Nato in guerra”: “Mai più una guerra mondiale, e certo non una guerra fra potenze nucleari”. Ma Scholz ha pure escluso “vie solitarie” rispetto agli Usa, alla Nato e all’Ue: “Qualsiasi cosa faremo sarà concordata nel modo più stretto con i nostri alleati … Non intraprenderemo azioni che danneggino noi e i nostri partner più della Russia”. Per Scholz,

“Putin non vincerà, l’Ucraina resisterà. libertà e sicurezza vinceranno, come trionfarono 77 anni or sono contro l’oppressione, la violenza e la dittatura”.

Draghi, domani, a Washington, terrà una linea analoga, ma ancor più filo-atlantica, non scalfita dalle critiche venute da vari esponenti politici italiani alle dichiarazioni del segretario generale Nato Jens Stoltenberg, apparso più oltranzista di Zelensky nei confronti della Russia. Il segretario del Pd Enrico Letta e il sotto-segretario agli Esteri Benedetto Della Vedova parlano di ‘disinformazione’, avallando le posizioni di Stoltenberg, mentre Laura Boldrini, Carlo Calenda, Pierluigi Castagnetti ne prendono le distanze. Il leader della Lega Matteo Salvini auspica che Draghi induca Biden a toni più pacati.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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