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Ucraina: Onu chiede tregua, Mosca apre fase decisiva sua offensiva

Scritto per Il Fatto Quotidiani del 20/04/2022

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Dopo giorni e settimane di assordante silenzio sull’Ucraina, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres torna a farsi sentire per chiedere “una pausa umanitaria di quattro giorni per la Settimana Santa” (Pasqua, per gli ortodossi è domenica prossima, 24 aprile): scopo, “consentire l’apertura di una serie di corridoi umanitari”. Guterres parla un linguaggio da Papa più che da diplomatico: “La Pasqua – dice – è una festa che unisce i cristiani ortodossi in Russia e in Ucraina”.

Ma, in realtà, il patriarca di tutte le Russie Kirill e il capo della Chiesa ucraina greco-cattolica, monsignor Sviatoslav Shevchuk, se le danno verbalmente di santa ragione: Se Kirill invoca la benedizione divina sull’esercito russo, Shevchuck invita a una veglia di preghiera per l’esercito ucraino “perché – dice – oggi si decide il futuro, il destino dell’Ucraina e il destino del Mondo … Forse, canteremo per l’ultima volta ‘Cristo è risorto!’”.

Se l’apparato diplomatico si riduce a tregue pasquali e anatemi religiosi, si capisce come la cronaca delle giornate di passione ucraine si limiti alle notizie dal terreno.

La nuova fase dell’invasione russa dell’Ucraina, forse quella decisiva, s’è aperta la notte tra lunedì e martedì con l’inizio dell’offensiva su larga scala, da giorni attesa, nel Donbass e in tutto il Sud-Est dell’Ucraina. Fonti Usa indicano che la Russia sta impiegando ingenti quantità di truppe fresche, con l’obiettivo di prendere il controllo di una regione vitale dell’Ucraina industriale.

Ma la resistenza degli ucraini è accanita. L’intelligence britannica pensa che l’offensiva nel Donbass potrebbe tradursi in una ‘guerra di logoramento’ e protrarsi “per diversi mesi”, mentre inizialmente aveva creduto che i russi, in caso di mancato sfondamento, corressero il rischio di ritrovarsi presto senza risorse adeguate a proseguire il conflitto.

Dall’inizio di aprile, Mosca stava riposizionando le proprie forze ed ammassando truppe, armamenti e rifornimenti per lanciare l’attacco nel Donbass. In un annuncio alla Nazione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto: “Le truppe russe hanno cominciato la battaglia del Donbass, cui si sono a lungo preparate”.

Annunci analoghi sono venuti da parte russa: “E’ iniziata la seconda fase dell’operazione speciale in Ucraina”, ha detto il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov. Il Ministero della Difesa russo ha parlato di decine di attacchi nell’Ucraina orientale per tutta la notte: “missili ad alta precisione” hanno colpito 13 obiettivi nel Donbass, compresa la città di Slovyansk, e attacchi aerei “hanno colpito 60 strutture militari dell’Ucraina”, anche in città vicine alla linea del fronte orientale.

Uscendo dal cono d’ombra degli ultimi giorni, il ministro della Difesa Sergey Shoigu fa sapere che “l’esercito russo sta attuando sistematicamente il piano per la liberazione delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk” e che “sta adottando misure per riportare la vita alla normalità” nelle regioni di cui prende il controllo.

Il fronte dell’offensiva si allunga su circa 480 chilometri e comprende tutto l’arco sud-orientale dell’Ucraina da Kharkiv fino a Kherson, Mykolaiv e Odessa passando per Lugansk, Donetsk e Mariupol, la città martire che pare allo stremo e dove i russi hanno aperto un corridoio umanitario per consentire alle forze ucraine di evacuare l’acciaieria Azovstal, sotto pesanti bombardamenti. L’intelligence ucraina dice che “gli occupanti preparano sorprese dal cielo da tre tonnellate”.

Per le fonti di Kiev, l’esercito russo ha cercato di sondare le linee ucraine su quasi tutta la linea, ma è riuscito a passare solo a Kreminna, che è nelle loro mani, e in un’altra città minore.

Di fronte agli sviluppi della situazione, non inattesi, il presidente Usa Joe Biden ha video-chiamato alleati e partner. La Russia, tramite il ministro Shoigu, accusa l’Occidente di “fare di tutto per fare durare” le ostilità in Ucraina. Il ministro Lavrov assicura che Mosca userà solo armi convenzionali nel conflitto, rispondendo alla domanda di una tv indiana sul possibile ricorso alle armi nucleari.

Biden e gli alleati, la cui consultazione è durata un’ora appena, confermano il sostegno all’Ucraina e lo sforzo “per fare pagare care alla Russia le sue azioni” con ulteriori sanzioni a Mosca e più armi a Kiev. E di maggiori costi da imporre a Putin e maggiore appoggio da dare a Zalensky hanno poi parlato von der Leyen e Stoltenberg, Draghi e Scholz, che, però, sottolinea “la Nato non interverrà”.

Dov’è passata, la guerra ha lasciato uno strascico di orrori. Più di 420 cadaveri di civili sono stati trovati a Bucha, nella regione di Kiev, secondo fonti di polizia locali: “La gente torna a casa e trova tombe provvisorie nei cortili, negli scantinati, nei pozzi. Di oltre 200 persone non si hanno notizie, oltre 300 corpi non sono ancora stati identificati”.

Una guerra nella guerra è quella sostenuta dalle installazioni sanitarie: le forze russe hanno lanciato 147 attacchi contro ospedali e ambulatori dall’inizio dell’invasione, facendo 73 morti e 53 feriti, secondo i dati dell’Oms.

La diplomazia in stallo si esprime solo a colpi di reciproche espulsioni. Ieri, la Russia ha cacciato 37 diplomatici europei, tra cui olandesi, belgi e austriaci, come ritorsione per misure analoghe prese contro diplomatici russi.

 

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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