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Ucraina: le armi di Biden a Zelensky inquietano Putin

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/04/2022

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Le ultime ore di Mariupol ucraina: la città sul Mare d’Azov sta per cadere nelle mani dei russi, mentre si profila uno scontro tra Usa e Russia dalle conseguenze incalcolabili sulle armi che Washington sta inviando a Kiev. Al 50° giorno dall’inizio dell’invasione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avverte che “dobbiamo tutti essere pronti alla minaccia nucleare russa”; ed esalta la resistenza ucraina: “Abbiamo già tenuto 50 giorni, quando gli occupanti ce ne avevano dati al massimo cinque … l’Ucraina è diventata un eroe per tutto il mondo libero. Per coloro che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, che non sono avvelenati dalla propaganda”.

Il comandante della 36a brigata della Marina ucraina, maggiore Serhiy Volyna, lancia un appello perché la situazione a Mariupol trovi uno sblocco, militare o politico: da ieri mattina, dice Volyna, “sono in corso feroci combattimenti, i russi avanzano in modo aggressivo, la situazione è critica … Non abbiamo intenzione di arrenderci, ma il fronte sta precipitando”. L’intelligence statunitense conferma: la città si trova in una posizione “terribile”, con le forze russe che “stanno avanzando”.

Per la prima volta dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio, la Russia ha impiegato cacciabombardieri a lungo raggio su Mariupol. Lo stabilimento siderurgico Ilyich è sotto controllo dell’esercito russo, annuncia il Ministero della Difesa di Mosca: “L’impianto è stato liberato” con il concorso “di unità della milizia della repubblica di Donetsk”. Per il consiglio comunale di Mariupol, gli occupanti stanno riesumando i cadaveri sepolti nei cortili dei blocchi residenziali e li ‘smaltiscono’ in 13 forni crematori mobili: intenderebbero così coprire i crimini di guerra compiuti. Il Programma alimentare mondiale dell’Onu avverte che gli abitanti di Mariupol “muoiono di fame”.

Le forze russe hanno colpito l’altra notte una fabbrica di armi vicino a Kiev con missili Kalibr lanciati dal mare. A Kharkiv, un attacco russo contro autobus usati per le evacuazioni ha ucciso sette civili. E Mosca annuncia che aumenterà il numero e la portata degli attacchi missilistici come risposta agli atti di sabotaggio sul suo territorio da parte delle forze ucraine.

Le operazioni offensive russe, intensificatesi nelle ultime 24 ore, vanno collegate all’affondamento dell’incrociatore Moskva, colato a picco giovedì sera nel Mar Nero senza che fosse stato possibile – sostengono gli ucraini – evacuarne l’equipaggio a causa delle condizioni meteo: “L’attacco ha fatto esplodere le munizioni e ha avviato una lotta per la sopravvivenza”. Il comandante del Moskva, nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, Anton Kuprin, è morto nell’incendio: fu lui a dare l’ordine di bombardare l’ Isola dei Serpenti all’inizio dell’invasione. Fonti militari Usa confermano la versione ucraina, che il Moskva sia stato centrato da due missili Neptune, e non avallano l’ipotesi che la nave avesse a bordo armi nucleari, ma confermato che disponeva di missili Cruise.

Sul piano diplomatico, la Casa Bianca smentisce un viaggio del presidente Joe Biden in Ucraina: l’Amministrazione starebbe ancora decidendo chi inviare, se il capo del Pentagono Lloyd Austin oppure il segretario di Stato Antony Blinken, che fa sapere agli alleati europei che la guerra potrebbe protrarsi per tutto l’anno.

Il primo volo con le nuove armi Usa destinate all’Ucraina arriverà nella “regione” entro oggi, stando alla Cnn che cita fonti militari Usa. E ciò inasprisce l’attrito tra Mosca e Washington. La Russia, con una nota diplomatica formale, avverte che spedizioni Usa e Nato di sistemi d’arma più sensibili all’Ucraina stanno “alimentando” il conflitto e potrebbero portare a “conseguenze imprevedibili”.  Gli Stati Uniti replicano: “Avevamo avvertito Mosca che se avessero invaso l’Ucraina la risposta sarebbe stata senza precedenti”. In arrivo a Kiev ci sono nuove armi per 800 milioni di dollari, inclusi elicotteri Mi-17 e Howitzer da 155 mm.

Al telefono con Biden, Zelensky gli chiede di inserire la Russia nella lista dei Paesi ‘terroristi’. E l’Ue lavora a un embargo graduale sull’import di petrolio dalla Russia, ma non di gas, mentre fonti dell’Unione indicano che il decreto firmato sul pagamento in rubli firmato da Putin il 31 marzo cambierà il quadro legale dei contratti esistenti.

Ieri, Mosca ha espulso 18 membri della rappresentanza dell’Ue in Russia, reagendo a analoga mossa europea. L’elemosiniere di Papa Francesco, cardinal Konrad Krajewski, ha ieri fatto la Via Crucis a Borodjanka, città martire, sostando in preghiera davanti alle stazioni costituite dai corpi ritrovati.

Per il ministro finlandese degli Affari europei Tytti Tuppurainen è molto probabile che la Finlandia entri nella Nato “nei tempi più rapidi possibili”: le azioni di Putin in Ucraina sono “un campanello d’allarme per tutti noi”.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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