La resistenza militare ucraina è sull’orlo del collasso a Mariupol, dove 1026 marine ucraini, fra cui 162 ufficiali e 47 soldatesse, centinaia dei quali feriti, si sarebbero ieri arresi: lo scrive su Telegram il leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin, e lo rilancia la Tass. La scelta d’arrendersi “è stata giusta”, commenta Kadyrov, mentre gli ucraini non confermano la rotta. Fonti della difesa russe indicano che i militari arresisi erano della 36a brigata marina, acquartierata nei pressi dell’acciaieria Ilyich.
A Mariupol, sono 100 mila le persone che chiedono d’essere evacuate, secondo il sindaco della città portuale ucraina assediata Vadym Boichenko., che parla di “genocidio”. Si ha notizia di scontri corpo a corpo fra i militari ucraini e quelli russi e di aspri combattimenti nell’area del complesso metallurgico Azovstal. Caduti e vittime rimasti sulle strade sono stimati a 20 mila: la difesa ucraina riferisce di 13 crematori mobili utilizzati dai russi per rimuovere i corpi dei civili uccisi. Oltre che su Mariupol, continuano i bombardamenti russi su Kharkiv e nella regione di Zaporizhzhia.
Per riscattare i soldati arresisi o catturati, l’Ucraina propone alla Russia uno scambio con l’oligarca Viktor Medvedchuk, poche ore dopo averne annunciato l’arresto con un’operazione d’intelligence.
Nell’orrore del conflitto, si leva la voce della Conferenza delle Chiese europee e della Commissione dei vescovi cattolici europei, che chiedono un cessate il fuoco pasquale dal 17 al 24 ai presidenti russo Vladimir Putin e ucraino Volodymyr Zelensky. E Papa Francesco dice: “L’aggressione armata in corso, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua”.
Ma la Russia intende portare avanti la sanguinosa offensiva. E Zelensky, che ha ieri ricevuto a Kiev i presidenti di Polonia e Paesi baltici, avverte gli europei: servono più azioni contro la Russia, che deve essere fermata ora, altrimenti c’è il rischio di perdere tutta l’Europa orientale. La Svezia punta all’adesione alla Nato entro giugno, mentre la Finlandia deciderà “nel giro di poche settimane” se candidarsi all’ingresso nell’Alleanza Atlantica. Il presidente lituano Gitanas Nauseda esprime all’Ucraina “un forte messaggio di sostegno politico e di assistenza militare”.
L’esercito ucraino calcola che siano almeno 19.800 i soldati russi caduti dall’inizio dell’invasione. E dirama un bollettino non verificabile delle perdite inflitte alle forze russe: 158 caccia abbattuti, oltre a 143 elicotteri e a 132 droni; 739 carri armati distrutti, 358 pezzi di artiglieria, 1.964 blindati, quattro sistemi di missili balistici a corto raggio, 116 sistemi lanciamissili, sette navi, 1.429 veicoli, 76 autocisterne, 64 unità di difesa antiaerea e 25 unità di equipaggiamenti speciali.
La vice-premier ucraina Iryna Vereshchuk ha lamentato che ieri non è stato possibile aprire alcun corridoio umanitario. E ha accusato le forze di occupazione russe di bloccare gli autobus che evacuano i civili. E’ salito a 191 il computo dei bambini uccisi dall’inizio dell’invasione, 349 i feriti.
La sua collega con delega all’integrazione europea ed euro-atlantica, Olha Stefanishyna, parlando da remoto alla Commissione Diritti umani, Femminicidio e Anti-discriminazioni del Senato, ha denunciato le atrocità commesse nelle zone occupate, “crimini deliberati”, eccidi, stupri, violenze.
La missione di esperti indipendenti dell’Osce inviata in Ucraina per indagare sui crimini di guerra denunciati riscontra, in un rapporto, “chiari schemi di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe nella condotta delle ostilità”. Per la missione dell’Osce, vi sono “prove credibili” che “i diritti umani più fondamentali” siano stati violati: “Siuamo su una scena del crimine”. L’indagine riguarda gli eventi dal 24 febbraio all’1 aprile e non copre, quindi, le atrocità commesse nelle vicinanze di Kiev e a Bucha. La Russia era stata invitata a collaborare con la missione di esperti, ma ha rifiutato.