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Ucraina: dopo domenica ‘filo-putiniani’, Polonia critica Francia e Germania

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 05/04/2022 e non pubblicato

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La Polonia se la prende con la Francia e con la Germania, che non fanno abbastanza per aiutare l’Ucraina a resistere all’invasione, e torna a sollecitare all’Ue una linea oltranzista nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Il premier Mateusz Morawiecki dice: “Il problema non è Orban, lui è a favore delle sanzioni; il problema è la Germania”, che non vuole le sanzioni sull’energia. E apostrofa così il presidente francese Emmanuel Macron: “Quante volte hai negoziato con Putin e cosa hai ottenuto? Non discutiamo, non trattiamo con i criminali. I criminali devono essere combattuti. Nessuno ha negoziato con Hitler. Negozieresti con Hitler, con Stalin, con Pol Pot?”

La posizione di punta anti-russa della Polonia, oltre che dei Paesi baltici, non è una novità. Morawiecki, che è un esponente del partito Diritto e Giustizia di cui è presidente e ideologo Jaroslaw Kaczynski, aveva annunciato, il mese scorso, di essere pronto a fornire all’Ucraina Mig-29 di fabbricazione sovietica: non direttamente, ma attraverso la Nato. Una mossa rifiutata dagli alleati, che non vogliono un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino, che significherebbe lo scoppio della terza guerra mondiale.

Colpisce, però, che il sussulto anti-russo polacco avvenga a ridosso di una domenica caratterizzata dai successi elettorali dei filo-putiniani europei, il premier ungherese Viktor Orban, da cui Morawiecki una settimana fa pareva prendere le distanze, e il presidente serbo Aleksandr Vucic. Commentando i risultati del voto in Ungheria, il premier polacco dice: “Questa è la quarta vittoria di Orban e dobbiamo rispettare l’esito di elezioni democratiche… L’Ungheria è per le sanzioni – cosa non vera: in visita al Cremlino il primo febbraio, Orban ne prese le distanze e si propose come ponte tra l’Ue e la Russia, ndr – … E’ la Germania il principale ostacolo alle sanzioni…”.

Probabilmente rinfrancata nelle sue posizioni dalla recente visita del presidente Usa Joe Biden, che proprio a Varsavia disse che “Putin non può restare al potere”, la Polonia sembra volere regolare conti in sospeso con l’Ue e con Berlino. E trova, ancora una volta, una sponda americana: ieri, Biden ha di nuovo detto che Putin è “un criminale di guerra” e ha chiesto che si raccolgano le prove per sottoporre a processo il presidente russo per le atrocità commesse dalle sue truppe in Ucraina. “Quel tipo è brutale e quanto è accaduto a Bucha è insopportabile – ha aggiunto Biden -… Penso sia un crimine di guerra… Applicherò maggiori sanzioni…”.

La Polonia è il Paese più esposto alla marea di profughi ucraini che si sta riversando nell’Ue ed è, con i Baltici, anche sulla prima linea di un’eventuale offensiva russa verso Occidente. Ma, prima dell’invasione dell’Ucraina, Varsavia era ai ferri corti con Bruxelles e con le istituzioni comunitarie, che le contestavano il mancato rispetto di aspetti fondamentali dello stato di diritto e minacciavano di subordinare l’erogazione di fondi a una sanatoria delle inadempienze. Anche con Budapest c’era, e c’è, un contenzioso analogo. Morawiecki accusava l’Ue di “ricatto alla Polonia”, ma non è mai stato fautore della ‘Polexit’, cioè di un’uscita della Polonia dall’Ue.

Premier dal 2017, dopo essere stato ministro delle Finanze nel governo di Beate Szydlo, Morawiecki ha sempre guardato più agli Usa che all’Ue. Era anche riuscito a forgiare un rapporto con il presidente Donald Trump.

La posizione della Polonia suscita la reazione del Cremlino, che cita una disponibilità di Varsavia ad ospitare armi nucleari sul proprio territorio e avverte: “Potrebbe accrescere la tensione in Europa”. Per Mosca, “la politica belligerante e anti-russa di Varsavia è una grande preoccupazione”.

Da Kiev, intanto, si apprende che “Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia inizieranno ad isolare completamente la Russia nelle prossime 48-72 ore”, chiudendo le rotte terrestri per la consegna delle merci in Russia … I confini con Russia e Bielorussia saranno completamente chiusi, il che significa che il trasporto su strada e tutti i trasporti diventeranno impossibili”.

 

 

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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