Continua l’opera di mediazione del presidente turco Erdogan, mentre le delegazioni russa e ucraina riprendono virtualmente i negoziati di pace interrotti martedì scorso dopo aperture incoraggianti – ieri, c’è stato uno scambio di prigionieri, il secondo dall’inizio del conflitto. In telefonate separate con i presidenti russo Vladimir Putin e ucraino Volodymyr Zelensky, Erdogan rinnova l’offerta d’ospitare in Turchia un Vertice fra i due. Putin subordina però l’incontro con Zelensky a un accordo che i leader dovrebbero solo suggellare, prima di sottoporlo, almeno da parte ucraina, a referendum.
Il presidente francese Emmanuel Macron, che giovedì aveva parlato con Putin, ha invece discusso ieri con Zelensky delle garanzie di sicurezza che dovrebbero essere parte integrante di un’intesa, proprio mentre il Cremlino ammoniva che l’attacco ucraino su un deposito in territorio russo “avrà un impatto sugli sviluppi dei colloqui”. In visita a Kiev, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha discusso con Zelensky un inasprimento delle sanzioni.
Spinte al negoziato e alla cessazione del conflitto sono venute anche dal Vertice virtuale Ue – Cina, in una giornata segnata dalla difficoltà di interpretare alcune anomalie nelle forniture di gas russe alla Germania registrate nelle ultime ore.
Nel Vertice, il presidente cinese Xi Jinping ha indicato ai leader europei quattro priorità: insistere nel promuovere i colloqui di pace, prevenire una crisi umanitaria più ampia, costruire una pace duratura in Europa ed Eurasia e prevenire il diffondersi dei conflitti regionali. Il resoconto fornito dai media cinesi riferisce che per Xi Cina e Ue, “grandi forze, grandi mercati e grandi civiltà, devono aumentare la comunicazione sulle questioni su pace e sviluppo globali”.
Su uno sfondo sostanzialmente positivo, ci sono state punture di spillo reciproche. Pechino vuole che Bruxelles abbandoni la “mentalità da Guerra Fredda” e non faccia pressioni sulla scelta “da che parte stare”: “Tutti i Paesi hanno il diritto di scegliere autonomamente le proprie politiche estere, non dovrebbero costringere gli altri a scegliere da che parte stare e non dovrebbero adottare un approccio semplicistico ‘amico o nemico’”.
Malgrado il pistolotto cinese, i leader europei hanno lo stesso chiesto a Xi di non dare sostegno economico e militare alla Russia. “L’equidistanza non basta” e ci vuole “un impegno attivo”, afferma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, riconosce che “la pace è l’obiettivo comune”, ma sollecita Pechino a “non chiudere gli occhi davanti alle azioni della Russia” ed a “esercitare la sua influenza su Mosca”: “Se la Cina non vuole sostenere le sanzioni contro la Russia, almeno non interferisca”.
Xi vede le relazioni bilaterali Cina-Ue “come un fattore stabilizzante a livello internazionale”, ma invita gli europei a “perseguire una politica indipendente” – dagli Stati Uniti, ndr -. Gli europei leggono, nelle parole del leader cinese, “iniziative per esercitare influenza sulle scelte di Putin”, senza però aspettarsi “un dietrofront pubblico della politica estera cinese”.
Il premier indiano Narendra Mori ha ieri ricevuto il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov e ha invece ‘snobbato’ la ministra britannica Liz Truss. L’India non ha finora condannato l’invasione dell’Ucraina da parte russa.
Sul fronte delle sanzioni, non è chiaro se le anomalie e le fluttuazioni registrate ieri nelle forniture di gas all’Occidente siano un abbozzo di ritorsione o abbiano cause tecniche. Ue e Usa inaspriscono le misure anti – Russia e trenta Paesi si uniscono agli Stati Uniti nello sbloccare parte delle riserve di petrolio per calmierare i prezzi. Mosca ripete che “qualsiasi ulteriore azione ostile dell’Ue riceverà inevitabilmente una dura risposta”; annuncia il divieto di ingresso ai leader europei; e vara un meccanismo di pagamento in euro delle transazioni tra vettori aerei russi e società di leasing basate nei Paesi ostili.
Sul fronte umanitario, un mini-convoglio della Croce Rossa ha raggiunto Mariupol, per avviare l’evacuazione di circa 2000 civili. La procura generale ucraina calcola che i bambini uccisi o feriti dall’inizio della guerra siano “quasi 400”: 153 sono stati uccisi e oltre 245 feriti. La first lady ucraina Olena Zelenska ha scritto una lettera a Papa Francesco, ringraziandolo dell’accoglienza di bambini feriti nel conflitto all’ospedale Bambino Gesù.