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Ucraina: Erdogan ci prova, vuole fare incontrare Putin e Zelensky

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 01/04/2022

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In attesa della ripresa dei negoziati fra le delegazioni russa e ucraina, che dovrebbero rivedersi oggi, il presidente turco Erdogan mira alto: vuole fare incontrare “il prima possibile” i presidenti russo Vladimir Putin e ucraino Volodymyr Zelensky. “Loro due hanno fiducia nella Turchia … Spero che saremo in grado di concordare una data per l’incontro”: una speranza che le agenzie di stampa russa e ucraina riferiscono all’unisono, il che è già di per sé un buon segno.

Ma non tutti i barometri volgono al bello, nel conflitto tra Russia e Ucraina. ‘Mosca non si ritira, presto ci saranno nuove offensive’, dice il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che indice per la prossima settimana una riunione allargata del Consiglio atlantico. E Zelensky ritiene che la resistenza ucraina contro l’invasione russa sia “a una svolta” e sollecita, per l’ennesima volta, maggiori aiuti agli Stati Uniti.

Si discute del ruolo dei Paesi che dovranno garantire l’intesa russo-ucraina, quando sarà stata fatta: l’Italia è stata richiesta come garante sia dalla Russia che dall’Ucraina, riferisce il premier italiano Mario Draghi, che mercoledì ha avuto una telefonata con Putin. “Noi ci siamo … Le posizioni si sono un po’ avvicinate, le sanzioni funzionano”, ma – aggiunge – il Cremlino non giudica ancora maturi i tempi per un incontro Putin – Zelensky né ci sono le condizioni per un cessate il fuoco.

All’orizzonte si profila una guerra del gas tra la Russia e l’Occidente: Putin firma il decreto: da oggi il pagamento delle forniture di gas e petrolio dovrebbe avvenire solo in rubli – ma ci saranno eccezioni -. E il presidente Usa Joe Biden sblocca 180 milioni di barili delle riserve strategiche degli Stati Uniti – non accadeva nulla del genere dalle crisi energetiche degli Anni Settanta -, perché vuole fare scendere i prezzi del carburante alla pompa e così contrastare l’impennata dell’inflazione che può costare ai democratici le elezioni di midterm.

Putin fa la voce grossa: “Nessuno ci vende niente gratis e nemmeno noi faremo opere di carità: se non ci pagano in rubli, interromperemo i contratti in essere”. Il suo portavoce puntualizza: “Vale per tutti i Paesi ostili”. Il prezzo del gas s’impenna dopo l’annuncio. Ma Francia e Germania si preparano a tenere il punto: le loro forniture saranno pagate solo in euro e mai in rubli.

Washington aggiunge 13 nomi alla lista degli individui e degli enti russi colpiti da sanzioni. E Mosca vieta l’ingresso in Russia ai leader europei. Nell’imminenza del vertice Ue-Cina, che si svolgerà oggi, il Parlamento europeo auspica che l’Unione possa “convincere Pechino a non aiutare Mosca ad aggirare le sanzioni” e a “utilizzare tutta la sua influenza per arrivare a un cessate il fuoco immediato”.

La giornata di giovedì è stata fitta di contatti. Il presidente Zelensky ha parlato al Parlamento belga, accolto dall’inno ucraino e salutato da una ‘standing ovation’: “Aiutateci … Lasciateci la possibilità di divenire membri dell’Unione europea”. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è stato ricevuto a Varsavia del presidente polacco Andrzej Duda: “Un’Ucraina libera e forte – ha detto – significa una Polonia e un’Europa libere e forti”.

Il premier norvegese Jonas Gahr Stoere ha parlato per circa un’ora con Putin, invitandolo a ritirare subito le truppe dall’Ucraina ed a consentire i soccorsi umanitari. Dopo la conversazione, Stoere dice di non aspettarsi molto, ma aggiunge: “Nella situazione in cui siamo non bisogna lasciare nulla di intentato”.

In una riunione virtuale conviocata dalla Gran Bretagna, oltre 35 Paesi alleati s’impegnano a inviare veicoli corazzati e munizioni di artiglieria all’Ucraina per respingere le truppe russe.

La Russia fa sapere che aprirà ogni giorno un corridoio sicuro per le navi straniere che vogliono lasciare le acque territoriali ucraine – sono 68 attualmente -. Il Ministero della Difesa fa sapere che “ogni giorno dalle 08:00 alle 19:00 ora di Mosca, la Federazione russa aprirà un corridoio sicuro con una lunghezza di 80 e una larghezza di 3 miglia nautiche per consentire a queste navi di uscire dalle acque territoriali ucraine in direzione Sud-Ovest”.

Infine, dagli archivi dell’intelligence russa escono documenti imbarazzanti, se autentici, per Biden: una corrispondenza tra suo figlio Hunter e funzionari Usa, che ne conferma il ruolo svolto per dare finanziamenti a ricerche sugli agenti patogeni in Ucraina.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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