HomeMondoUcraina: Biden, "Putin è un macellaio, non può stare al potere"

Ucraina: Biden, “Putin è un macellaio, non può stare al potere”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/03/2022

-

Si arricchisce la galleria degli epiteti che Joe Biden riserva a Vladimir Putin: dopo averlo definito “assassino” e “criminale di guerra”, lo qualifica di “macellaio”, incontrando a Varsavia gli esuli dall’Ucraina. Il contesto, fatto di abbracci ai bambini e di selfie, suscita emozioni intense: “Non c’è bisogno di parlare la stessa lingua – twitta Biden – per capire il turbinio di emozioni nei loro occhi”.

((Biden poi dice che Putin “non può stare al potere”, ma la Casa Bianca poi precisa che non si riferiva a un cambio di regime a Mosca. E il Cremlino replica che chi governa la Russia lo decidono i russi))

Gli appellativi del presidente Usa per il presidente russo non soddisfano, però, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ai suoi ministri. E irritano, invece, il Cremlino: “I nuovi insulti restringono ancora di più le possibilità di ricucire i rapporti tra Usa e Russia”, dice il portavoce Dmitry Peskov. E aggiunge: “E’ strano che uno che approvò i bombardamenti sulla Serbia – nel 1999, ndr -, accusi ora Putin”.

A Varsavia, Biden vede a sorpresa i ministri ucraini degli Esteri Dmytro Kuleba e della Difesa Oleksi Reznikov e assicura loro che gli Stati Uniti “saranno con l’Ucraina sempre, fino alla vittoria”, senza però che loro soldati mettano piede sul territorio ucraino. “Ciò che accade in Ucraina cambia tutto il XXI secolo”, dice Biden, secondo i media polacchi.

I ministri di Kiev gli presentano una lista di equipaggiamenti militari necessari all’esercito ucraino. Il presidente Usa garantisce “ulteriori sforzi per aiutare l’Ucraina a difendere il suo territorio” e far sì che Putin “risponda per la brutale aggressione, comprese nuove sanzioni” – la citazione viene dalla Casa Bianca -.

Ma Kiev non cela il suo disappunto per l’esito della trilogia dei Vertici, Nato, G7 e Ue, tra giovedì e venerdì, a Bruxelles, e per la sostanza della visita di Biden in Polonia: “Siamo molto delusi”, afferma Andriy Yermak, capo di gabinetto di Zelensky, intervenendo a un think tank conservatore di Washington. Yermak – riferisce il Washington Post – critica la linea di Stati Uniti e Paesi Ue definendola di “acquiescenza”.

“Ci aspettavamo più coraggio, decisioni più forti. Invece la Nato sembra più preoccupata di evitare una escalation del conflitto e di non provocare la Russia” che delle sorti dell’Ucraina. Ed è proprio così, anche se gli emissari di Kiev insistono: “Abbiamo bisogno di cose molto concrete e siamo costretti a ricordarvele continuamente”.

Le voci di un cambio di strategia della Russia nel conflitto, con l’obiettivo d’assumere il controllo delle aree russofone del Donbass, non convincono gli Usa: “Non sono sicuro” che sia così, dice Biden. Contraria a un coinvolgimento diretto nel conflitto russo-ucraino, la sua Amministrazione non lesina, invece, le sanzioni contro Mosca e ne prepara di nuove: la prossima tornata di misure, che dovrebbe essere annunciata a inizio settimana, mette nel mirino le società russe di prodotti e servizi ai militari e all’intelligence, compresi i componenti a doppio uso (civile e militare). Lo anticipa il Wall Street Journal.

Guardando, invece, alla Polonia, Biden, nel colloquio con il presidente Andrzej Duda, conferma che “l’articolo 5 è un obbligo sacro” riferendosi all’articolo del Trattato dell’Atlantico del Nord per cui un attacco contro uno o più membri dell’Alleanza è considerato un attacco contro tutti i Paesi Nato. E poi cita Giovanni Paolo II, il papa polacco (“Abbiate coraggio”) e sforna mantra atlantici: “Prepariamoci a una lotta per la libertà lunga”, la Russia minaccia “decenni di guerra” e vuole “soffocare la democrazia, non solo a casa sua”, la guerra è già “un fallimento strategico” per Putin perché “L’Occidente è più unito che mai”, “La stabilità in Europa è importante” e “Ci uniscono valori comuni”.

Gli Stati Uniti sono preoccupati perché i massimi responsabili militari russi evitano di rispondere alle chiamate dei loro omologhi Usa, facendo crescere il rischio di incidenti per errori di valutazione delle intenzioni altrui. Dall’inizio dell’invasione, oltre un mese fa ormai, il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin e il capo di Stato Maggiore generale Mark A. Milley hanno tentato di organizzare chiamate con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e con il generale Valery Gerasimov, che si sono sempre rifiutati di “sollevare la cornetta”.

S’è anche appreso che il presidente Biden ha assemblato, nella massima discrezione, un team – nome in codice Tiger Team – per decidere come rispondere all’eventuale impiego, da parte russa, d’armi chimiche o nucleari e anche all’eventuale sconfinamento in territorio Nato di azioni russe contro convogli che trasportino equipaggiamenti militari e aiuti umanitari. Il Tiger Team si riunisce tre volte la settimana e discute pure come essere pronti ad affrontare un flusso di rifugiati sempre più importante.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

ULTIMI ARTICOLI

usa 2020

coronavirus - elezioni - democrazia - ostaggio

Coronavirus: elezioni rinviate, democrazia in ostaggio

0
Elezioni rinviate, elezioni in forse, presidenti, premier, parlamenti prorogati: la pandemia tiene in ostaggio le nostre democrazie e, in qualche caso, le espone alla...