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Ucraina: Zelensky rifiuta d’arrendersi, Usa e Russia rottura vicina

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/03/2022

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“Arrendetevi a Mariupol – intimano i russi all’Ucraina-. Se alzate bandiera bianca, lasciamo andare via chi vuole”. “Neanche per sogno”, è la risposta di Kiev a Mosca. Uno su quattro degli abitanti del porto sul Mar d’Azov hanno già abbandonato la città, dove le perdite civili sono molto alte e dove si continua a combattere. Testimoni oculari parlano di un abitato distrutto “al 90%”.

Interviene in prima persona il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “L’Ucraina – dice – non può accettare gli ultimatum russi: dovremmo essere distrutti per adempiere alle loro condizioni”. Mosca “voleva che consegnassimo Kharkiv, Mariupol e Kiev, ma né la popolazione di quelle città né io come presidente possiamo farlo”.

La trattativa non avanza perché – spiega Alexander Rodnyansky, consigliere di Zelensky – “la Russia non è seria riguardo nei colloqui di pace”: vuole “convincere l’Occidente che nuove sanzioni non sono necessarie”. Oleksij Reznikov, ministro della Difesa ucraino, vola a Londra a sollecitare più aiuti, soprattutto militari.

Invece, secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov “sarebbe importante che Kiev si rendesse più disponibile”. La possibilità di un incontro tra Zelensky e il leader russo Vladimir Putin si allontana, perché ” le parti non hanno nulla da mettere sul tavolo”: ci si vedrà, cioè, se e quando ci sarà un’intesa.

Gli incontri di ieri tra le delegazioni ucraina e quella russa sono durati un’ora e mezzo e, ora, i negoziati continuano nel formato dei gruppi di lavoro. Secondo la Turchia, la cui mediazione si colloca sempre nel solco dell’ottimismo, un accordo sarebbe vicino, ma né Mosca né Kiev confermano. E la Svizzera allunga la lista dei Paesi pronti ad ospitare trattative e vertice.

Zelensky avverte: “Se falliamo, è la terza guerra mondiale”. Ma, alla vigilia dei discorsi al Parlamento italiano e all’Assemblée nationale, gli tocca gestire i malumori suscitati in Israele dal paragone, fatto parlando domenica alla Knesset, tra quanto accade in Ucraina e l’Olocausto: “Mosca vuole la soluzione finale, punta a distruggere il nostro popolo.

In vista dei Vertici Ue e Nato di giovedì e della visita in Polonia venerdì del presidente Usa Joe Biden, alcuni Paesi dell’Alleanza atlantica, fra cui la Polonia, premono per un maggior coinvolgimento nel conflitto, parlando dell’invio di una forza di peacekeeping, quando si tratterebbe di fare del peacemaking, E la Slovenia vuole di nuovo inviare una delegazione a Kiev.

I rapporti fra Mosca e Washington peggiorano per i giudizi durissimi di Biden su Putin; all’ambasciatore Usa in Russia John Sullivan, il Ministero degli Esteri ha consegnato una nota di protesta per i commenti “inaccettabili” di Biden, che ha definito Putin “criminale di guerra” e “dittatore assassino”. Parole che – riferiscono fonti russe – potrebbero causare una rottura dei rapporti fra i due Paesi. E Mosca tronca i negoziati con il Giappone sulle Kurili, per l’aiuto di Tokyo all’Ucraina.

A Kiev, da ieri sera è scattato un nuovo coprifuoco, che finirà solo domani alle 07.00, dopo un’ennesima notte di bombardamenti che hanno colpito un centro commerciale nella zona a nordovest della capitale, facendo almeno otto morti. Sul sito del Retroville, centro commerciale nella zona nordovest della capitale, una potentissima esplosione ha distrutto i veicoli nel parcheggio lasciando un cratere largo diversi metri.

All’alba di ieri, navi da guerra russe hanno bombardato edifici residenziali a Odessa – molti sarebbero stati danneggiati -. Le batterie del porto di Odessa hanno a loro volta fatto fuoco, costringendo le navi ad allontanarsi.

Bombe anche nell’area di Sumy, dove una perdita di ammoniaca dall’impianto chimico di Sumykhimprom ha fatto scattare un allarme intossicazione. Tutto s’è ben risolto e, dopo qualche ora, la perdita appariva “sotto controllo”.

Notte segnata dagli allarmi anti-aereo pure a Leopoli. Le sirene hanno suonato all’1.30 e poi di nuovo all’alba. I residenti sono stati trattenuti nei rifugi per circa due ore.

Un attacco con missili – c’è chi dice ipersonici – ha colpito un’area di addestramento presso Rivne, nel Nord-Ovest dell’Ucraina, a circa 300 km a ovest di Kiev. Non si hanno ancora dettagli su danni e/o vittime.

Grande eco ha avuto l’accusa lanciata da alcuni parlamentari ucraine che le forze russe stanno aggredendo, stuprando e anche impiccando donne che non riescono a fuggire dall’invasione; alcune per la disperazione sarebbero state indotte al suicidio. Mancano riscontri dell’informazione, come ne mancano sulla presunta ‘deportazione’ in Russia, denunciata da fonti ucraine, di oltre tremila bambini

Sono almeno 10 milioni i profughi in fuga dalla guerra, secondo l’Onu. Il Papa chiede che siano protetti e lancia un nuovo anatema contro l’aggressione russa.

L’Ue vuole dotarsi d’una forza di pronto intervento e innalzare l’aiuto in armi all’Ucraina a un miliardo di euro. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che era al Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Ue, parla di una decisione “in piena solidarietà con l’Ucraina per proteggere la popolazione civile”.

Secondo il Wall Street Journal, gli Usa inviano a Kiev sistemi di difesa aerea dell’era sovietica – inclusi gli SA-8 -, che avevano acquistato per esaminare la tecnologia usata dai russi. Sono armi che le forze armate ucraine conoscono.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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