L’Ucraina ha fretta: vuole finire la guerra, sottrarsi al giogo dell’invasione, bombardamenti, combattimenti, caduti, vittime, almeno quattro milioni di persone in fuga. La Russia, però, nicchia: mette paletti, detta condizioni. Sul terreno, è stallo: “Durante la giornata non ci sono stati cambiamenti significativi nella situazione operativa, il nemico è stato fermato in tutte le direttrici lungo cui stava avanzando”, fa sapere il Ministero della Difesa ucraino. Ma l’Ucraina ha ormai perso l’accesso al Mar d’Azov nella regione di Donetsk.
Con un post su Facebook nella notte tra venerdì e sabato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede un incontro al presidente russo Vladimir Putin per parlare di pace, ma Mosca replica che bisogna prima concordare un’intesa: il Vertice non serve a negoziare un accordo, ma a suggellarlo.
Il messaggio di Zelensky non è remissivo, anzi è bellicoso: “È l’unica possibilità per la Russia – dice – di ridurre i danni causati dai propri errori. È tempo di incontrarci … è tempo di ripristinare l’integrità territoriale e la giustizia per l’Ucraina. Altrimenti, le perdite della Russia saranno tali che il Paese impiegherà diverse generazioni per riprendersi”. Un’evidente iperbole.
Per il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, le delegazioni dei due Paesi devono prima concordare il testo di un trattato da fare siglare ai ministri degli Esteri e approvare dai Governi. L’incontro tra i presidenti servirebbe a ratificare quanto già convenuto.
A questo punto, l’Ucraina si arrocca: i colloqui potrebbero durare “settimane”, anche se ci sono segnali che la posizione russa sia diventata “più adeguata”, osserva il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podoliak, che aggiunge: “Non possiamo rinunciare a nessun territorio”. Tutte le ipotesi fatte nei giorni scorsi appaiono labili: la pace per Pasqua, o addirittura entro 10 giorni. Podoliak, ora, stempera: “Ciò che potrebbe accadere in pochi giorni è un cessate-il-fuoco”.
Intanto, la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, lancia un appello ai Paesi occidentali, perché non mandino più in Ucraina “armi e mercenari”: se vogliono la pace mandino, piuttosto, “aiuti umanitari”. Chiosando il colloquio di ieri tra i presidenti di Usa e Cina Joe Biden e Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serguiei Lavrov si dice convinto che la cooperazione tra Mosca e Pechino uscirà rafforzata da questa crisi: “Credo che l’interazione si rafforzerà – lo cita così Interfax -, poiché l’Occidente sta calpestando ogni pilastro del sistema internazionale e noi, due grandi potenze, dobbiamo ovviamente pensare a come andare avanti”.
Lavrov, inoltre, accusa l’Occidente di non volere che Kiev accetti le richieste di Mosca. I disegni d’espansione della Nato restano vivi: ieri, una delegazione statunitense era in Kosovo, per discutere l’interesse del governo di Pristina al aderire al programma Nato Partnership per la pace, anticamera di un ingresso nell’Alleanza.
Sul fronte di guerra, nuovo allarme anti-aereo a Leopoli. L’Ucraina dice che un altro generale russo è caduto in battaglia. La Russia afferma di aver utilizzato nel conflitto missili ipersonici Kinzhal, super-arma di ultima generazione, per distruggere un deposito di munizioni sotterraneo nell’Ovest dell’Ucraina. Sono agibili, pare, numerosi corridoi umanitari: i russi dichiarano d’avere fatto uscire dal Donbass quasi 300 mila persone “senza l’aiuto di Kiev” e di averne “portate in salvo” in Crimea altre 15 mila circa da Zaporizhzhia, dove c’è il coprifuoco fino alle 06.00 di domani.
Zelensky stima a 180 mila le persone salvate grazie ai corridoi umanitari e ne conta sette attivi: sei nella regione di Sumy e uno nella regione di Donetsk. Ma il presidente accusato Mosca di bloccare la fornitura di aiuti alle città assediate “nella maggior parte delle aree”.
Nella regione di Kiev, un colpo di mortaio russo sul villaggio di Makariv ha ucciso sette persone e ne ha ferite altre cinque, riferisce la polizia locale. Due bambini e una donna sono stati trovati morti sotto le macerie dopo bombardamenti sulla città di Rubizhne, nella regione di Lugansk, secondo fonti dell’esercito ucraino.
E l’agenzia di stampa ucraina Unian racconta che una ‘nonnina’ ucraina avrebbe messo fuori combattimento otto invasori con una torta avvelenata: l’episodio proverebbe che i militari russi sono in condizioni precarie, costretti ad accettare le offerte di cibo dei nemici.
In Norvegia, dove proseguono le manovre della Nato, presenti unità italiane, quattro militari Usa hanno perso la vita in un incidente aereo: lo riferiscono le autorità di Oslo. Da venerdì, s’erano persi i contatti don un velivolo dei marines MV-22B Osprey, della II Marine Expeditionary Force.