Intrecci diplomatici nel conflitto tra Russia e Ucraina, con Roma per un giorno al centro dell’attenzione perché sede dell’incontro maratona – otto ore – tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e il responsabile Esteri del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Alla fine, né l’uno né l’altro parla con i giornalisti.
Più loquaci russi e ucraini. Ripresi ieri in video-conferenza per un quarto round e aggiornati a metà pomeriggio, i negoziati tra Mosca e Kiev riprendono oggi: “Le trattative continuano”, twitta Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e capo negoziatore.
Un membro del team, Ihor Zhovkva, giudica la posizione russa più costruttiva di prima. “Invece che darci ultimatum o linee rosse o chiederci di capitolare, ora paiono dialogare”, riferisce la Bbc. Ma, clima di ottimismo a parte, non c’è notizia di sblocchi negoziali o di passi avanti concreti. Mosca e Kiev sono ancorate “sulle loro posizioni specifiche e la comunicazione continua a essere difficile”.
Sullivan e Yang non hanno in programma ulteriori contatti. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Joe Biden vede oggi l’ambasciatore Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del premier Draghi, dopo avere riferito al presidente Usa, che valuta la possibilità di una missione in Europa.
Prima dell’incontro di Roma, la Cina aveva smentito una notizia filtrata dall’intelligence Usa, e data da Financial Times e altri media, secondo cui Mosca le ha chiesto aiuto militare; pure la Russia nega simile richiesta. E’ certo che la questione sia stata sollevata: Washington vuole capire fin dove la Cina intenda dare sostegno alla Russia e se Pechino possa e voglia impegnarsi in una mediazione. La posizione cinese, espressa dal Global Times, è chiara: “Non c’è cooperazione senza rispetto”.
Sul terreno, è la solita litania di allarmi e raid, missili e bombe, morti e feriti. A Kiev, la fabbrica degli Antonov viene attaccata, un ordigno centra un filobus e rottami di un missile russo intercettato dalla contraerea ucraina cadono in centro: ci sono vittime. Il corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili da Mariupol, città del sud assediata dai russi, è stato finalmente aperto: migliaia di persone hanno potuto andarsene. Civili se ne vanno pure da Kiev, Chernihiv, Sumy e Kharkiv. Sono tutti salvi i minatori della Zasyadko, la più grande miniera di carbone del Donbass, intrappolati sottoterra dal bombardamento di Donetsk, attribuito agli ucraini.
I primi 400 mercenari siriani arruolati dalla Russia sono arrivati ai confini dell’Ucraina, secondo fonti di stampa ucraine. Centri di alloggio e addestramento sono stati allestiti vicino alla frontiera nei pressi di Rostov, in Russia, e di Gomel, in Bielorussa. L’osservatorio per i diritti umani in Siria stima ad oltre 40 mila i miliziani assoldati da Mosca.
Secondo il Ministero dell’Interno ucraino, il capo ceceno Ramzan Kadyrov, un fedelissimo di Putin, è a Ivankov, nel distretto di Kiev, nascosto in un seminterrato, da dove minaccia la popolazione: “Arrendetevi o vi finiremo tutti”. Per il Cremlino, le forze russe stanno per prendere il “controllo totale” delle grandi città ucraine: l’invasione, cioè nel linguaggio di Putin “l’operazione speciale”, prosegue “secondo i piani” e “sarà completata”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incita il Paese alla lotta e assicura “Ricostruiremo tutto”. Il premier Denys Shmyhal definisce “terroristi” i russi. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba torna a chiedere una ‘no-fly zone’ sul territorio ucraino. Domani, Zelensky parlerà al Congresso Usa riunito in seduta plenaria, mentre l’opinione pubblica degli Stati Uniti è sempre più ostile a Putin, visto come “arrabbiato, frustrato e incline a inasprire il conflitto”.
Il ‘ministro degli Esteri’ dell’Ue Josep Borrell invita l’Unione a prepararsi ad accogliere 4/5 milioni di rifugiati – ne sono già arrivati circa due milioni e mezzo -. Per Papa Francesco, “Diverse guerre regionali e specialmente la guerra in corso in Ucraina dimostrano che chi governa le sorti dei popoli non ha ancora recepito la lezione delle tragedie del XX secolo”. Per il ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau, presidente di turno dell’Osce, intervenuto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il fatto che la Russia prenda di mira civili e infrastrutture non militari è “deplorevole, vergognoso ed equivale a terrorismo di Stato … Qualsiasi soluzione politica deve rispettare l’integrità territoriale, la sovranità, l’indipendenza e i confini dell’Ucraina riconosciuti a livello internazionale”.
Mosca, intanto, valuta come rispondere alle sanzioni: la Ue ne ha ieri varato un quarto pacchetto e medita se inserire nella ‘black list’ dei russi banditi il proprietario del Chelsea Roman Abramovich. La Russia progetta di usare lo yuan come moneta di riserva e minaccia di fallimento le società che se ne sono andate.