Ho letto lo Statuto dell’Onu e ho visto che al capitolo V articolo 27 (votazione) il paragrafo 3 dice: “Le decisioni del Consiglio di Sicurezza su ogni altra questione sono prese con un voto favorevole di nove Membri compresi i permanenti. Tuttavia nelle decisioni previste dal capitolo VI paragrafo 3 dell’articolo 52, un Membro che sia parte di una controversia deve astenersi dal voto”.
Non si specifica se Membro permanente o Membro annesso. La Russia ha diritto di veto ma, in base a questo articolo, sembrerebbe di no sulla questione ucraina. C’è un altro articolo dello Statuto che dà alla Russia la possibilità di votare pur essendo parte in causa nel conflitto attuale?
Se fosse che i Membri permanenti possono fare quello che vogliono, affossando tutte le decisioni prese contro di loro, significa che qualcosa non va e che ci vogliamo far prendere per i fondelli.
Grazie e saluti, Pier Luigi Gullo
Buongiorno, Gentile Lettore. E’ come lei dice: i Membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu – sono cinque: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina -, che hanno diritto di veto, possono affossare qualsiasi decisione presa contro di loro o che semplicemente a loro non piaccia, ponendo il veto a monte della votazione. Ed è successo molte e molte volte nella storia dell’Onu, per conto proprio o per conto terzi – si ricordino le risoluzioni di condanna di Israele bloccate dal veto Usa -.
Il primato e il potere dei Membri permanenti, che sono in buona sostanza le potenze uscite vincitrici dalla Seconda Guerra Mondiale e quelle legittimate ad avere l’arma atomica, è stato più volte messo in discussione, nei dibattiti sulla riforma dell’Onu e, in particolare, del Consiglio di Sicurezza. Ma sempre senza esito.
Proprio l’incapacità, anzi l’impossibilità, per l’Onu di decidere quando le questioni sono urgenti e importanti costituisce il maggior limite delle Nazioni Unite. Fatta salva la guerra di Corea nel 1950, resa possibile da un errore della Russia, l’Onu è finora riuscita a essere determinante in un conflitto ed a fare recedere un Paese da un comportamento sbagliato solo con la Guerra del Golfo del 1991, quando, di fronte all’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, il Consiglio di Sicurezza autorizzò l’uso della forza per ristabilire lo stato ‘quo ante’. Cosa che poi avvenne, in un contesto mondiale ben diverso da quello attuale, caratterizzato dall’estrema debolezza dell’Unione sovietica che, a fine anno, si sarebbe dissolta.