L’ombra cupa del conflitto atomico si allunga sull’invasione dell’Ucraina: il presidente russo Vladimir Putin pone le forze nucleari russe “di deterrenza” in stato d’allerta, proprio mentre emissari russi e ucraini si apprestano a incontrarsi per la prima volta dallo scoppio della guerra, giovedì scorso – colloqui decisi “senza precondizioni” -.
Le delegazioni di Mosca e di Kiev si vedranno a Minsk questa mattina, ha detto il vice-ministro dell’Interno ucraino Evgeny Yenin. Il presidente Volodymyr Zelensky non alimenta l’ottimismo: “Non credo al successo dell’incontro, ma proviamoci”.
Sul terreno, le truppe russe continuano a incontrare nella loro avanzata un’indomita – e imprevista – resistenza da parte ucraina. Sul fronte diplomatico, l’Occidente inasprisce le sanzioni e l’Onu convoca per oggi una riunione del Consiglio di Sicurezza sull’emergenza umanitaria.
In un ordine impartito al Ministero della Difesa e allo Stato Maggiore, Putin chiede che siano messe “in allerta speciale le forze di deterrenza dell’esercito russo, in risposta alle dichiarazioni aggressive dell’Occidente”. Le forze di deterrenza includono parte dell’arsenale nucleare russo.
Per deterrenza nucleare -spiega Lisa Clark di Rete Disarmo – si intende l’attivazione di un sistema missilistico armato con ogive atomiche nell’intento di scoraggiare ogni attacco da parte nemica”.
La decisione di Putin ha innescato reazioni preoccupate e irritate negli Stati Uniti. La Casa Bianca ha accusato il presidente russo di “fabbricare minacce”, mentre il Pentagono accresce la tensione, esprimendo “fiducia che gli Usa possano difendersi e difendere gli alleati”, senza però preconizzare un cambio d’atteggiamento sul conflitto ucraino, nel quale Washington non vuole farsi coinvolgere. Sabato il presidente Usa Joe Biden aveva detto che “l’alternativa a pesanti sanzioni” dell’Occidente contro la Russia “sarebbe una terza guerra mondiale”.
La rappresentante degli Usa all’Onu Linda Thomas-Greenfield giudica un’escalation “inaccettabile” la messa in allerta delle forze di deterrenza nucleari: “Putin continua l’escalation … e noi
continuiamo a condannare le sue azioni nei termini più duri … Il coro di voci è unito nel dire che deve cessare l’aggressione in Ucraina”. In realtà, proprio all’Onu il coro di condanna della Russia, nella riunione di giovedì, ha registrato alcune stecche, con le astensioni di Cina, India e persino Emirati arabi uniti, sulla carta partner arabi degli Stati Uniti.
Gli analisti militari stanno cercando di capire quello che l’annuncio di Putin sul nucleare significa “in termini tangibili”; e osservano che le forze ucraine stanno mettendo in difficoltà gli invasori e creando quindi nervosismi al Cremlino, usando tattiche “creative” per ostacolare l’invasione.
Insito in sortite sul nucleare come quella di Putin c’è il rischio di un ‘errore di calcolo’. Una fonte del Pentagono osserva: “Non solo è un passo non necessario, ma rende le cose molto più pericolose”, perché mette in campo forze finora estranee al conflitto. “A ogni passo, Putin fabbrica minacce per giustificare le sue azioni aggressive, L’unico motivo per cui le sue forze sono di fronte a una minaccia è perché hanno invaso un Paese sovrano, privo dell’arma nucleare”.
Da Bruxelles, il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg batte sullo stesso tasto: “Questa guerra è responsabilità di Vladimir Putin”, le cui nuove dichiarazioi sul nucleare si vanno ad aggiungere alla “retorica aggressiva” delle ultime settimane.
Secondo esperti britannici, il lancio sull’Ucraina di missili Iskander, segnalato da fonti di Kiev, ma non ulteriormente confermato, potrebbe essere una sorta di avvertimento nucleare, perché sono armi che possono anche essere caricate con testate atomiche. Analisti della sicurezza ricordano, inoltre, che la dottrina militare russa prevede l’opzione di usare armi convenzionali dotabili d’ogive nucleari (o in caso estremo “piccole testate nucleari tattiche”) come strumenti della strategia ‘escalate to de-escalate’, per spaventare il nemico e costringerlo a fare un passo indietro.
L’ordine di Putin potrebbe, però, anche essere un segnale “di disperazione” di fronte alla resistenza degli ucraini superiore al previsto.
Nonostante tutto, Washington lavora per aprire canali di comunicazione alternativi fra il generale Mark Milley, capo di Stato Maggiore Usa, e il suo omologo russo, generale Valery Gerasimov. L’obiettivo è di evitare che il conflitto di avviti in una spirale fuori controllo e si allarghi, alla luce dell’incubo nucleare evocato da Putin.