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Usa: Trump fa incetta di soldi per midterm e vuole cacciare i suoi nemici

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 03/02/2022

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Donald Trump fa incetta di centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale, mentre colleziona procedimenti giudiziari: il magnate ex presidente resta protagonista sulla scena politica e, con la sua popolarità, e i suoi soldi, cerca di condizionare le scelte dei repubblicani per il midterm: ha già dato l’appoggio a oltre cento candidati e sta provando a cacciare dal partito Liz Cheney e Adam Kinzinker, due deputati che guidano la piccola fronda alla sua leadership. L’ex presidente

George W. Bush ha invece fatto donazioni per la rielezione della Cheney, figlia del suo vice Dick, oltre che della senatrice Lisa Murkowski, un’altra anti-Trump.

In un anno lontano dalla Casa Bianca, Trump ha raccolto 122 milioni di dollari, 105 dei quali tramite il Comitato di azione politica Save America: soldi – questi ultimi – che non possono essere spesi per un’eventuale corsa alla nomination 2024, ma che possono servire a influenzare la scelta dei candidati al midterm. La strategia è quella di bloccare la rielezione di deputati e senatori non allineati con il magnate, che i media Usa hanno già decretato ‘kingmaker del midterm’ e messo in pole per il 2024.

Trump da solo ha raccolto oltre il doppio di quanto racimolato dal comitato nazionale repubblicano. Complessivamente, i repubblicani hanno acquisito quasi 220 milioni di dollari, i democratici 176. L’ex presidente ha finora mantenuto la sua rete di piccoli donatori: ha avuto 1,6 milioni di offerte – valore medio 31 dollari -, sollecitate soprattutto via Facebook (nonostante il suo account sia stato bandito), sms e altri strumenti online.

Eppure le notizie che filtrano dalle inchieste inchiodano sempre più Trump alle sue responsabilità nella sommossa del 6 gennaio 2021, quando migliaia di facinorosi suoi sostenitori diedero l’assalto al Campidoglio, cercando di impedire al Congresso di ratificare la vittoria di Biden nelle elezioni del 3 novembre 2020.

La commissione d’inchiesta della Camera ha carte che dimostrano come Trump volesse fare sequestrare tutte le macchine elettorali ritenute all’origine delle presunte frodi ai suoi danni, di cui non è mai stata prodotta alcuna prova. L’ex presidente avrebbe personalmente stracciato documenti per lui compromettenti che sarebbero poi stati rimessi insieme con lo scotch agli Archivi nazionali.

Commissione d’inchiesta della Camera a parte, contro Trump sono aperti procedimenti giudiziari civili e penali a New York – pratiche finanziarie e fiscali della Trump Organization – e in Georgia per le pressioni esercitate sulle autorità statali perché alterassero il risultato del voto.

E, se la commissione d’inchiesta della Camera trova testi che collaborano, l’ex presidente promette ai suoi sodali, che rischiano l’arresto pur di non essere interrogati, la grazia dopo la sua rielezione.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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