HomeUsaUsa: Trump non cambia, menzogne e promesse, "avevo vinto e vincerò ancora"

Usa: Trump non cambia, menzogne e promesse, “avevo vinto e vincerò ancora”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/01/2022

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Il disco non è rotto, ma ripete sempre e solo lo stesso ritornello: “Avevo vinto io le elezioni 2020 e nel 2024 ci riprenderemo la Casa Bianca”. Un’affermazione falsa, ma che il popolo di Trump sotto il palco crede vera; e una promessa non impossibile da mantenere, se l’Amministrazione Biden continuerà a steccare e se a novembre, nel voto di midterm, i repubblicani strapperanno ai democratici il controllo del Congresso.

A Florence, tra Phoenix e Tucson, in Arizona, Donald Trump torna ad arringare la folla dopo mesi sotto traccia. “Questo è l’inizio di un’onda rossa – proclama -: ci riprenderemo il Congresso; e, poi, ci riprenderemo la Casa Bianca”. Tornato presidente, lui renderà la “Cina responsabile per il virus” e le farà pagare “miliardi in danni” e impedirà a Vladimir Putin di “giocare con gli Stati Uniti”.

Mentre Trump parla, l’America segue in tv il dramma del sequestro, alla sinagoga di Colleyville, non lontano da Dallas, in Texas, d’un rabbino e di tre ebrei presenti alla funzione del sabato, presi in ostaggio da un terrorista anti-semita. Dopo dieci ore di ansia e negoziati, la polizia interviene, uccide l’attentatore, libera gli ostaggi.

Il magnate ex presidente non vi fa cenno. Attacca il suo successore Joe Biden: “Sapevamo che fosse debole, ma pochi si immaginavano che sarebbe stato un tale disastro… Ha umiliato il nostro Paese sulla scena internazionale… Sta distruggendo gli Stati Uniti, i democratici ci stanno strappando dignità e libertà”. Ancora: per il “disastro” dell’Afghanistan ad agosto, “non è caduta nessuna testa” – questo è vero -.

Come sempre, il discorso di Trump è intriso di affermazioni inesatte, di palesi menzogne. I suoi fan le prendono tutte per oro colato. Il New York Times le passa al setaccio: non è vero che i bianchi non abbiano accesso ai medicinali anti-Covid o ai vaccini (“Se siete bianchi, vi vengono negati”, dice il magnate); non è vero che i democratici respinsero il ricorso alla Guardia Nazionale a presidio del Congresso il 6 gennaio 2021 – Trump sostiene di avere sollecitato l’invio di 10 mila uomini, ma non v’è traccia d’una simile richiesta -; non è vero che in Arizona i voti contestati sono più di quelli con cui Biden s’aggiudicò lo Stato – anzi, la riconta fatta ha aumentato il margine a favore di Biden, da circa 10.500 a quasi 11.000 suffragi -.

220117 Usa - Trump - Florence - Arizona - Kari Lake
January 15, 2022, Florence, Arizona, USA: Former President Donald Trump holds Save America rally at the Canyon Moon Ranch in Florence, Arizona. Supporters of President Trump as well as Arizona Republican politicians who have Trumps backing turned out by the tens of thousands in this rural Arizonan town to see the former Presidents first political rally of 2022. Arizona Republican governor candidate Kari Lake. (Credit Image: © Christopher Brown/ZUMA Press Wire)

Ma l’accuratezza dei dettagli non è mai stata un cruccio del magnate ex presidente, che pure dice: “La gente è affamata di verità”. Migliaia di sostenitori lo accolgono trionfalmente, agitando cartelli e bandiere con su scritto ‘Trump 2024 or before’ e ‘Let’s go Brandon’, espressione gergale e volgare per ‘Fuck Joe Biden’. Lui, che indossa il cappellino rosso ‘Make America Great Again’, parla un’ora e mezza e fa campagna per Kari Lake, candidata repubblicana a governatore dello Stato.

I democratici vogliono fare dell’Unione “un Paese comunista”, sono “incapaci e incompetenti”, sono animati “da uno spirito maligno di fascismo di sinistra”. Sulla pandemia, che, anche a causa del lassismo con cui lui inizialmente la affrontò, ha fatto più vittime negli Usa che in qualsiasi altro Paese al Mondo, “ci vogliono intimidire con i loro obblighi sui vaccini, mentre Big Pharma s’arricchisce, invece di lasciarci tornare a vivere”.

Sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, i protagonisti dell’irruzione nel Congresso “sono dei perseguitati, stanno vivendo un inferno”. “Perché – chiede Trump – i democratici non indagano sulle elezioni del 3 novembre 2020? La vera insurrezione c’è stata quel giorno”. E giù critiche a chi fra i repubblicani lo contesta, come l’ ‘arci-nemica’ Liz Cheney, deputata del Wyoming, figlia dell’ex vice-presidente Dick Cheney, che siede nella commissione di indagine della Camera.

L’ultima frecciata è contro l’aborto e contro la lotta alle discriminazioni di genere: “Ora basta prendere lezioni da un partito che ci dice che gli uomini sono donne, che le donne sono uomini e che i bambini possono essere uccisi dopo la nascita… Vieteremo agli uomini di gareggiare negli sport per donne … Ora basta, quando è troppo è troppo”.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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