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Usa: Trump ai suoi dall’Arizona, “Chi non sta con me è un idiota”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/01/2022

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Dopo mesi sotto traccia, Donald Trump torna sul palco di un meeting ‘Save America’, in un festival a Florence, tra Phoenix e Tucson, in Arizona: il magnate ex presidente scalda il suo pubblico e tiene viva la sua campagna in vista delle presidenziali 2024, ma cerca anche galvanizzare la base repubblicana verso il voto di midterm dell’8 novembre.

Trump in Arizona ripete il ritornello delle ‘elezioni rubate’ e nega ogni responsabilità degli eventi insurrezionali del 6 gennaio 2021, quando migliaia di suoi fan, da lui sobillati, presero d’assalto il Campidoglio e invasero il Congresso, cercando di impedire la ratifica della vittoria di Joe Biden, che aveva avuto sette milioni di suffragi popolari più del magnate. L’Arizona fu uno degli Stati più contesi.

E’ la prima volta quest’anno che Trump compare in pubblico: il 6 gennaio, aveva evitato il confronto a distanza con Biden. Se le sue sortite sono rare, più frequenti ma molto riservate sono le raccolte di fondi che organizza nei suoi golf club di Mar-a-lago, in Florida, e di Bedminster, nel New Jersey. Il prossimo comizio sarà a fine mese, a Conroe, nella contea di Montgomery in Texas.

Pe Trump in Arizona la tecnica retorica è sempre la stessa: rilanciare la teoria delle elezioni rubate e scaricate su altri, l’intelligence o i democratici, le responsabilità del 6 gennaio. Con i suoi fan, funziona. E sembra ancora funzionare anche con il partito repubblicano: la stragrande maggioranza di deputati e senatori temono di essere ‘tagliati fuori’ dal voto di novembre. Chi prende le distanze dal magnate, rischia di trovarsi contro un ‘trumpiano’ nelle primarie repubblicane.

L’ex presidente spara a zero contro chiunque riconosca la vittoria di Biden nel 2020: in settimana, se l’è presa con il senatore del South Dakota Mike Rounds, che ha osato ammettere la legittimità di Biden come presidente. “O è pazzo o è stupido – ha scritto Trump – … Non appoggerò mai più questo idiota”.

Alla Camera, tutti i 435 seggi saranno in palio a novembre. Al Senato, una trentina su cento. Fino ad ora, una quarantina di deputati hanno già deciso di non ripresentarsi. Fra questi, John Katko, newyorchese, uno dei 10 repubblicani che votarono per l’impeachment di Trump. Un altro dei 10, David Valadao, californiano, ha invece fatto la scelta opposta.

Le manovre politiche verso il midterm 2022 sono state appena lanciate. I democratici, che devono riconquistare il proprio elettorato, ‘squagliatosi’ negli ultimi mesi per gli impacci di Biden nell’attuare il proprio programma e per l’effetto dell’inflazione sui redditi, cercano di contrastare la ridefinizione dei collegi – gerrymandering, nel gergo politico Usa – e le norme che rendono più difficile l’esercizio del diritto di voto delle minoranze introdotte negli Stati repubblicani. Non è detto che ci riescano: devono stroncare l’ostruzionismo repubblicano, ma la loro senatrice dell’Arizona Kyrsten Sinema non ci sta. Vanno avanti l’inchiesta della Commissione della Camera sul 6 gennaio e le inchieste della magistratura sulle pratiche finanziarie e fiscali della Trump Organization. Trappole che, se scattano, bloccano l’ex magnate.

Nonostante la sua sicumera, il narcisismo dell’ex presidente subisce qualche smacco. Direct Tv, uno degli operatori di tv satellitari, ha ‘scaricato’ una delle tv di destra su cui Trump conta, OAN, considerata a un certo punto un’alternativa a Fox News, troppo tiepida nel sostenere il magnate. La decisione di Direct Tv avrebbe a che fare con la ripetuta diffusione, da parte di OAN, d’informazioni false sulle elezioni 2020 e sulla pandemia.

Per gratificare il suo ego, Trump apre un bar a tema sulla sua presidenza, ’45 Wine and Whiskey’ (lui è stato il 45o presidente Usa), dentro la Trump Tower sulla Fifth Avenue, dove risiedeva quando ancora stava a New York.

L’arredo rispecchia il gusto kitsch del magnate e di Melania: 39 foto ricordano i momenti giudicati più significativi della sua presidenza e una gigantografia lo ritrae alla scrivania nell’Ufficio Ovale. Peter York, giornalista di moda, definisce l’insieme ‘stile dittatore’, mentre The Guardian trova “esorbitanti” i prezzi.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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