A un anno dalla presa del Campidoglio – il 6 gennaio 2021 migliaia di facinorosi suoi sostenitori, da lui sobillati, invasero il Congresso -, Donald Trump deve fare i conti con la giustizia ordinaria, oltre che con quella politica (una commissione della Camera sta indagando sulle sue responsabilità in quella sommossa).
Il procuratore di New York, Letitia James, che da anni spulcia i conti dei Trump, cercando le prove di frodi ed evasioni fiscali, vuole interrogare il magnate ex presidente e i due suoi figli maggiori, Donald jr e Ivanka, per verificare se la Trump Organization, la holding di famiglia, abbia davvero gonfiato il valore dei suoi beni a fini fiscali.
James è una che non fa sconti: sua l’inchiesta che ha indotto alle dimissioni Andrew Cuomo, governatore democratico dello Stato di New York. Trump contesterà il mandato di comparizione, invocando, come ha già fatto con la Camera, i privilegi dell’esecutivo. Sarà più difficile per i figli sottrarsi al confronto.
Malgrado i guai giudiziari, Trump resta l’opzione preferita dagli elettori repubblicani per Usa 2024. E s’appresta a celebrare l’anniversario del 6 gennaio ripetendo che le elezioni gli furono rubate: non è vero, ma una grossa fetta dei congressmen repubblicani fa mostra di crederci per compiacerlo e molti suoi sostenitori ne sono convinti.