HomeUsaUsa: Manchin e tutto il resto, il Natale triste del presidente Biden

Usa: Manchin e tutto il resto, il Natale triste del presidente Biden

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/12/2021

-

In questo Natale, Joe Manchin è uno dei personaggi più popolari negli Stati Uniti: giornali, tv, siti gli dedicano articoli e ritratti. E, probabilmente, è il meno popolare alla Casa Bianca: la portavoce del presidente Joe Biden Jen Psaki critica “l’improvviso e inspiegabile cambiamento di posizione” del senatore democratico della West Virginia, venuto meno “agli impegni presi con il presidente e con i suoi colleghi deputati e senatori”.

L’evidente imbarazzo dell’Amministrazione Biden manda in sollucchero la stampa conservatrice. Jarrett Stepman scrive sul Daily Signal: “L’ossessione di spesa dei democratici trova un ostacolo nel senatore Manchin”. E ciò suscita “una reazione scomposta nella sinistra democratica” che – osserva Stepman – “la dice lunga” sulle tensioni nel partito di Biden.

Per il presidente, non è un Natale scintillante: il tasso di popolarità è in calo dopo la rotta di Kabul tra agosto e settembre; la pandemia che a metà dicembre ha superato le 800 mila vittime – gli Usa restano il Paese dove il contagio ha fatto più morti al Mondo -, ha un sussulto causa omicron; l’esplosione dell’inflazione azzera i benefici della crescita per le classi lavoratrici. I bracci di ferro ingaggiati con la Russia sull’Ucraina e con la Cina su Taiwan non migliorano il giudizio della gente sull’operato di Biden.

La Casa Bianca contava d’impressionare gli elettori ottenendo, prima di Natale, il sì del Congresso a un pacchetto d’interventi per 2.000 miliardi di dollari. Ma una settimana fa il presidente ha dovuto riconoscere che ci vorrà più tempo per ammorbidire la posizione del senatore Manchin, il cui voto è indispensabile, perché democratici e repubblicani sono 50 pari in Senato e i repubblicani, sempre contrari a incrementare la spesa pubblica, sono compatti.

Il senatore della West Virginia, il più conservatore fra i democratici, ha spiegato la sua posizione sulla Fox News, la televisione ‘all news’ conservatrice: “Non posso votare questo provvedimento… Ci ho provato, ma non ce la faccio… Il mio è un no…”. A frenarlo, è – o sarebbe – l’incremento dell’indebitamento pubblico degli Stati Uniti. Ma il senatore è anche critico sull’impatto delle scelte dell’Amministrazione in materia ambientale sul suo Stato. In West Virginia, le miniere di carbone conservano una grande importanza sull’economia locale.

La sortita di Manchin è stata letta dai media Usa come “un colpo forse fatale” al pacchetto Biden, “elemento centrale nell’agenda domestica dell’Amministrazione”, scrivono quasi all’unisono Wasgington Post e New York Times. Spiegando perché la Casa Bianca s’è sentita “tradita”, i media raccontano i retroscena del negoziato tra il presidente e il senatore e svelano “l’offerta segreta” fatta da Manchin a Biden: ok a tutta una serie di misure, ma un freno alla spesa in generale e uno stop all’estensione di sgravi a favore delle famiglie – un atto qualificante, per la sinistra democratica -.

Che le cose si stesso mettendo male per l’Amministrazione Biden, lo si era capito quando Manchin aveva bloccato, sul fronte energetico, la messa al bando delle prospezioni petrolifere offshore nell’Artico: un gesto ostile, forse un avvertimento rimasto inascoltato – ma non è che Biden possa barattare le sue priorità con le ubbie del senatore -.

Del resto, la stampa ora si chiede, come fa la Casa Bianca: “Che cosa davvero vuole Manchin?”, ex quarterback della West Virginia University ed ex governatore del suo Stato; e per cosa, o per chi, abbia tradito la parola data.

Fatto sta che Biden si ritrova a Natale con un pugno di mosche in mano. Sotto l’albero, può mettere solo una legge approvata a metà dicembre – democratici a favore, repubblicani contro, senza defezioni – che innalza il limite del debito pubblico e allontana lo spettro di un shutdown dell’Amministrazione fin dopo le elezioni di midterm di novembre.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

ULTIMI ARTICOLI

usa 2020

coronavirus - elezioni - democrazia - ostaggio

Coronavirus: elezioni rinviate, democrazia in ostaggio

0
Elezioni rinviate, elezioni in forse, presidenti, premier, parlamenti prorogati: la pandemia tiene in ostaggio le nostre democrazie e, in qualche caso, le espone alla...