Mentre Tonga apre la strada all’integrazione dei migranti con mirate strategie, Australia e Nuova Zelanda non riservano loro lo stesso trattamento.
Colpiscono le modalità utilizzate dal governo dello Stato polinesiano, che con un comunicato lanciato dal Ministero dell’Interno e riportato dal sito Matangitonga, presenta il progetto Set (Skills and employment for Tongas), volto ad agevolare l’inserimento degli immigrati a Tonga. A supporto di questa iniziativa sono stati stanziati circa 21 milioni di dollari, con l’obiettivo di migliorare le opportunità lavorative e di garantire occupazione ai migranti.
Inoltre, all’interno del piano di Tonga, sono previsti trasferimenti legati alla scolarizzazione dei figli e borse di agevolazione per il pagamento delle tasse scolastiche.
Diverso l’atteggiamento dall’Australia. Secondo quanto riportato dal sito della radio ABC, il governo ha scelto di riaprire i confini con accesso ai migranti qualificati, provenienti principalmente da Paesi come Corea del Sud e Giappone.
Le chiusure messe in atto per arginare l’aumento dei contagi da Covid-19 hanno innescato una forte crisi economica, che ha interrotto la crescita avvenuta tra il 2000 e il 2019, spingendo il governo a varare nuove misure.
L’Australian Financial Review riporta le dichiarazioni del ministro delle Finanze Josh Frydenberg: “La questione più urgente sollevata è stata la carenza di forza lavoro e la necessità di riaprire i nostri confini consentendo la ripresa della migrazione qualificata”.
In merito al trattamento dei migranti e alla gestione della pandemia, controversie vengono evidenziate dal giornale della Nuova Zelanda Newsroom riguardo alle procedure per richiedere la vaccinazione contro il coronavirus. Infatti, solo chi possiede un documento di riconoscimento australiano o neozelandese può effettuare l’iter in tempi brevi.
Ad accentuare il contrasto riguardo la gestione delle politiche adottate c’è, in ultima analisi, la preoccupazione di un flusso migratorio causato dal cambiamento climatico. Tuvalu, Kiribati e Nauru sono solo alcune delle isole che rischiano di scomparire a causa dell’innalzamento del livello del mare. Per questa ragione sta nascendo una nuova tipologia di migranti, definiti ‘ambientali’, i quali rischiano di ribaltare le strategie attuate da Tonga, Australia e Nuova Zelanda.
The A1 Times, Lorenzo Mariantoni, Anna Pavarese, Emanuele Petrarca, Orazio Redi, Maria Pia Russo