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Il Settimanale 2021 Coris 3 – Migranti, Bangladesh, terrore fra i rohingya

Scritto per Il Settimanale 2021 Coris 3 dello 02/12/2021

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Mohib Ullah, noto attivista per i diritti umani ed esponente della comunità Rohingya, etnia proveniente dal Myanmar, alias Birmania, è stato assassinato il 29 settembre 2021, nel campo rifugiati di Kutupalong, in Bangladesh. 

Mohib, attraverso una sua ricerca, aveva stilato un elenco delle vittime rohingya nella speranza che i dati potessero essere utilizzati come prova nei tribunali internazionali. Questi dati dovevano servire a portare a processo le autorità del Myanmar con l’accusa di genocidio e crimini di guerra.

Il fratello dell’attivista ritiene che responsabile dell’omicidio sia l’organizzazione terroristica Arsa (Arakan Rohingya Salvation Army), la quale nega però di avere ucciso Ullah e dà la colpa dell’assassinio a criminali internazionali s’identità ignota.

Nata come gruppo di combattenti in difesa dei diritti dei rohingya, l’Arsa ha poi modificato i suoi criteri d’azione, perseguitando i profughi che non condividevano la sua ideologia. Mohib, un religioso moderato, risultava essere un elemento di disturbo per le politiche aggressive dell’Arsa, a causa delle sue ricerche e per l’influenza guadagnata tra gli esuli.

Come riporta The Times Of India, le ricerche svolte da Mohib sono state messe in discussione fin dal momento della sua fuga dal Myanmar avvenuta nel 2017, anno in cui è iniziato l’esodo di circa 700.000 persone per sfuggire alle persecuzioni etniche da parte della Birmania. 

Lavorando tra il caos e il disagio, Ullah e i suoi colleghi hanno documentato i crimini compiuti ai danni della loro comunità e le condizioni disastrose dei campi. Infatti, le autorità del Bangladesh non garantiscono un’adeguata sicurezza dell’area, che di notte diventa il centro delle attività illecite dell’Arsa, tra cui traffico di droga e violenze.

In questi ultimi mesi la situazione si è aggravata. Secondo le Nazioni Unite, il governo del Bangladesh ha ignorato la questione e le richieste di aiuto. Solo dopo l’omicidio di Mohib Ullah, il governo del Bangladesh e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) hanno stabilito di trasferire circa 80mila profughi rohingya nell’isola di Bhasan Char, situata nel golfo del Bengala, dove l’Arsa ha molta meno influenza.

Tuttavia, questo rischia di peggiorare le cose per i rohingya: sull’isola sono già stati trasferiti circa 20mila profughi, ma molte organizzazioni umanitarie non la considerano sicura in quanto soggetta a frequenti inondazioni. Ci sono stati tentativi di fuga e scioperi della fame da parte dei profughi. Il governo del Bangladesh ha però intenzione di effettuare un rimpatrio dei profughi in Myanmar, ma l’Onu potrebbe contestare questa decisione.  

The Citizen, Cristina Accardi, Michela Angelini, Franco Mari, Martina Musu, Laura Pace, Adriana Talia

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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