Il basso profilo sulla giustizia razziale non paga; come non pagano la ricerca del compromesso e la moderazione, in un Paese polarizzato come gli Stati Uniti. Joe Biden se ne sta accorgendo: il presidente non fa polemiche, dopo l’assoluzione del suprematista bianco Kyle Rittenhouse, che nell’agosto 2020 a Kenosha in Wisconsin uccise con un fucile d’assalto due manifestanti bianchi anti-razzisti – “per legittima difesa”, ha sentenziato il tribunale -. Ma così facendo Biden delude i democratici e “lascia insoddisfatti entrambi i campi in cui l’America è divisa”, scrive Politico.
Black Lives Matter e i suoi elettori lo vorrebbero più efficace. E, mentre lui fa l’ ‘anti-Trump’, i ‘trumpiani’ trasformano Rittenhouse in un eroe della destra: il magnate ex presidente lo riceve nella sua tenuta di Mar-a-lago, in Florida; e la deputata Marjorie Taylor Greene, cospirazionista e adepta di QAnon, propone di dargli la Medaglia d’oro del Congresso. Non accadrà, perché ci vogliono i due terzi dei voti, ma se ne dovrà parlare.
E mentre la pandemia da Covid non accenna a dare tregua e rallenta la ripresa dell’economia, l’Unione violenta fronteggia un’epidemia da armi, con numeri di omicidi, suicidi e sparatorie di massa senza precedenti. Negli Usa, ci sono 120 armi da fuoco ogni 100 persone: 393 milioni tra pistole e fucili, il 46% delle armi da fuoco detenute dai civili sull’intero pianeta. Le richieste di background check, i controlli fatti su chi acquista armi per verificare se ha precedenti penali o soffre di disturbi mentali, sono in aumento del 20% rispetto al 2020 – non erano tanto alte da una decina d’anni -.
Nel 2019, nell’Unione ci sono stati quattro omicidi con armi da fuoco ogni 100 mila persone, 18 volte di più della media nei Paesi sviluppati. Le città più violente sono Chicago, New York, Atlanta, Louisville, anche Philadelphia, di nuovo Washington. Le sparatorie di massa, che coinvolgono più di quattro persone, erano state 417 nel 2019, sono già quasi 650 nel 2021.
Cifre che fanno temere sussulti di violenza, in un Paese teso e polarizzato. La stretta sulle armi da fuoco, voluta dalla Casa Bianca e da gran parte dei democratici, è ferma al Senato e sembra destinata a restare arenata, come già avvenne durante l’Amministrazione Obama.
Eccesso di misura sulla giustizia razziale; inazione sulla stretta alle armi; mancanza di risultati sui fronti del flusso dei migranti, del rilancio dell’economia e del contenimento dell’inflazione – mai così alta da trent’anni-; incertezza sull’esito dei ricorsi alla Corte Suprema contro le leggi che restringono l’accesso al voto delle minoranze e sull’aborto: tutto danneggia la popolarità del presidente, al 42%, sui suoi minimi, secondo un sondaggio per la National Public Radio – il 52% lo disapprova -; addirittura al 36% secondo un sondaggio della Quinnipiac University.
Non migliora il quadro la decisione dei Biden di passare il week-end di Thanksgiving, come loro abitudine, sull’isola di Nantucket, da dove salpò il Pequod del capitano Achab alla caccia di Moby Dick, oggi esclusivo ‘buen retiro’ di ricchi e famosi al largo di Cape Cod, Massachussetts. L’avere accettato l’ospitalità dell’investitore miliardario David Rubenstein, amico di lunga data, è parso uno schiaffo alle famiglie in difficoltà per il caro prezzi.