Da domenica 7 novembre migliaia di migranti sono costretti al gelo, al confine tra speranza e rassegnazione. Sono persone in fuga dalle loro terre in cerca di accoglienza. Dopo un viaggio in aereo fino a Minsk, capitale della Bielorussia, sono stati portati fino al confine con la Polonia. Lì, hanno trovato solamente filo spinato ad accoglierli.
Sono migranti ingannati dalla Bielorussia che aveva loro promesso un facile ingresso all’Ue con l’acquisto di un biglietto che prevedeva il ‘pacchetto’ viaggio e futuro nei Paesi dell’Unione.
Come riporta EuropaToday, non è semplice raccogliere informazioni dettagliate sulla situazione attraverso i media locali, dato che la Bielorussia non brilla per la libertà di stampa, mentre la Polonia vieta ai giornalisti di recarsi al confine. Quello che sembra certo è che le condizioni sanitarie dei circa duemila migranti presenti sono sempre più precarie. L’Oms Europa ha lanciato un appello affinché si provveda a fornire sostegno umanitario.
Storie senza lieto fine
Risale a venerdì 19 il ritrovamento del corpo un migrante siriano in territorio polacco, vicino al villaggio Wolka Terechowska. Le cause del decesso devono ancora essere accertate. Lunedì 15 a Bohoniki, villaggio della Polonia, si era tenuto il funerale di Ahmad al Hassan, un migrante siriano di 19 anni ritrovato morto nel tentativo di superare il confine. Il suo corpo è stato ritrovato un mese fa in un fiume vicino al confine con la Bielorussia. Dall’inizio della crisi circa una decina i morti.
La stampa locale
Il giornale bielorusso Sovietskaya Belorussiya riporta le parole dell’assistente presidenziale bielorusso Yury Karayeu: “I bielorussi vogliono aiutare i rifugiati, il compito delle autorità è di organizzare il canale”. Alla frontiera tra la Polonia e la Bielorussia arriva un altro carico umanitario con scorte di cibo per organizzare pasti caldi. Da quanto riportato nell’articolo, l’approvvigionamento alimentare è migliorato e i migranti, grazie all’aiuto dei volontari, hanno potuto dormire al caldo con lenzuola e cuscini.
La risposta europea
Soltanto a novembre sono stati 5000 i tentativi di forzare il confine polacco da parte dei profughi in fuga dal Medio Oriente ammassati in Bielorussia. I migranti hanno attaccato i funzionari di confine polacchi con pietre e hanno cercato di distruggere la recinzione. La polizia ha risposto con lacrimogeni, azione definita inaccettabile da Mosca.
Ulteriori incidenti alla frontiera si sono verificati all’indomani della nuova stretta dell’Ue contro Minsk, con il varo del quinto pacchetto di sanzioni per ‘l’attacco ibrido’ che ha spinto migliaia di persone ai confini comunitari. Le nuove misure punitive colpiranno quanti favoriscono gli ingressi irregolari, ma non sono ancora state definite o delineate.
Il Ministero della Difesa bielorusso ha reso noto che in risposta all’accumulo di forze militari polacche vicino al confine sarebbe stato obbligato ad adottare “misure di risposta adeguate”, sia in modo indipendente che insieme al suo alleato strategico, la Russia.
Tuttavia il Cremlino si ritiene estraneo alle tensioni al confine e ha affermato che la presenza di persone armate da entrambi i fronti è fonte di preoccupazione.
Reuters riporta che i Paesi Ue confinanti con la Bielorussia (Lituania, Estonia e Lettonia) lo scorso giovedì hanno avvertito che la crisi dei migranti potrebbe sfociare in uno scontro militare, mentre l’Ucraina ha detto che avrebbe dispiegato migliaia di truppe in più per proteggere la sua frontiera.
A Bruxelles, oltre alle sanzioni contro Minsk, si lavora anche per rafforzare gli strumenti a disposizione dei Paesi di confine, come la Polonia, per la gestione delle frontiere. Per questo la Commissione europea ha stabilito di destinare a Varsavia 114,5 milioni di euro del bilancio Ue.
Tali fondi “non dovranno essere usati per costruire i muri”, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo comunitario Eric Mamer, che però non ha escluso possano essere utilizzati per costruire “barriere fisiche”. La Polonia, però, il via libera alla costruzione del muro l’ha appena dato.
Helios Journal, Beatriz Bajo, Lubna Boulahia, Aurora Compagnone, Claudia Innocenti, Noemi Rapello