Purtroppo, l’Africa meridionale è sempre l’area del Mondo più trascurata, anche quando, nella scia della pandemia, non avrebbe dovuto essere così. Se la situazione era già precaria prima, ora a causa dei contagi da Covid-19 e dei conflitti armati in corso in diverse nazioni, i bambini del continente hanno perso l’accesso all’istruzione.
“Anche prima che la pandemia facesse chiudere le scuole, milioni di bambini nei Paesi africani colpiti dalla crisi e dai conflitti stavano perdendo l’istruzione”, dice Save the Children.
“Il Covid-19 mi ha colpito in molti modi. Ma il problema più grande che ho avuto durante la chiusura della scuola è stata la depressione. Non puoi vedere i tuoi amici, non puoi andare a scuola. Essere rinchiuso in casa era molto difficile per me”, racconta Yakob, uno studente etiope di 16 anni, citato dall’organizzazione.
Per molti bambini africani, andare a scuola è un privilegio. “Il cibo che ricevono a scuola è per molti l’unico cibo che ricevono durante il giorno”, dice Luca Fabris, coordinatore di Entreculturas per l’Asia e l’Africa. Inoltre, la pandemia ha accentuato il già esistente e grave divario di genere: se prima del Covid-19 nove milioni di ragazze non avevano accesso all’educazione rispetto a tre milioni di ragazzi, questa differenza è ora ancora più pronunciata. In Africa centrale, una ragazza su cinque non entrerà mai in un’aula, secondo i dati dell’Unicef.
E non è tutto. I problemi nei Paesi sottosviluppati sono intrecciati: “Quando chiudiamo l’accesso alla scuola, chiudiamo l’accesso dei bambini a molte altre cose, come il cibo e l’igiene”, testimonia Javier Ruiz, direttore generale di World Vision in Spagna.
La riunione annuale della Coalizione Globale Unesco per l’Educazione ha evidenziato la creazione di sinergie per aiutare a ricostruire i sistemi educativi a livello globale e nella trasformazione digitale. In Africa, per esempio, Imaginecole.Africa, un’iniziativa finanziata dalla Global Partnership for Education, sta attualmente lavorando per rafforzare i sistemi educativi nazionali in 10 Paesi francofoni. Attraverso le aule virtuali, i formatori o gli istruttori acquisiscono competenze di alfabetizzazione digitale e un modello di formazione “a cascata” permetterà a queste informazioni di raggiungere circa 1.000 insegnanti per Paese.
Ma c’è un altro problema per l’istruzione nel continente africano: l’abbandono scolastico. I tassi di iscrizione calano bruscamente quando si passa all’istruzione secondaria. In alcuni Paesi, il tasso di abbandono arriva fino all’80%. Il sovraffollamento, la mancanza di insegnanti e la carenza di strutture per le famiglie sono alcune delle ragioni del fallimento delle scuole secondarie. Per non parlare del fatto che molti adolescenti sono costretti a lavorare o, nel caso delle ragazze, anche a sposarsi.
Senza istruzione, i bambini affrontano un futuro senza speranza. La vita di un bambino che non può andare a scuola è una iattura perché il suo potenziale non è sfruttato e le sue opportunità vanno perse. Inoltre, i bambini africani che non hanno accesso all’istruzione affrontano un presente pieno di pericoli e, rispetto ai bambini che vanno a scuola, corrono molto più rischi di essere reclutati dai gruppi armati.
“I continui conflitti in Somalia, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e altri Paesi rendono i bambini sempre più vulnerabili al reclutamento”, si legge in un comunicato.
Le ragazze che vengono reclutate da gruppi armati sono nella maggior parte dei casi orfane, hanno un ambiente familiare difficile, o vivono da sole. Spesso considerano inizialmente l’essere reclutate una opportunità di sicurezza, ma poi sono generalmente usate come “schiave del sesso” e sottoposte ad abusi e umiliazioni di ogni tipo.
“Voglio tornare a scuola”, ha risposto François quando gli è stato chiesto cosa volesse fare in futuro dopo essere stato reclutato come bambino soldato nella Repubblica Centrafricana all’età di 15 anni. Come lui, 300.000 bambini vengono reclutati con la forza ogni anno per partecipare a conflitti armati, secondo l’Unicef.
Tutti questi bambini, il cui unico desiderio è quello di andare a scuola, sono attesi da un futuro cupo e ignoto. Ma come si può ottenere l’istruzione nei loro Paesi? Numerose organizzazioni sono state create per combattere l’analfabetismo, promuovendo la costruzione di scuole. Inoltre, organizzazioni come l’Unesco forniscono risorse per progetti scolastici in tutto il continente e danno sostegno tecnico e finanziario organizzare seminari e corsi di formazione per insegnanti e formatori e per la produzione di materiale scolastico.
Infine, è importante fornire nei Paesi sviluppati un’educazione basata sulla consapevolezza sociale e l’empatia, in modo che la gente si renda conto dell’importanza di partecipare ai progetti di aiuto, affinché qualcosa che dovrebbe essere pubblico e disponibile a tutti non sia considerato un privilegio.
La Trasparenza, Sofía de la Iglesia Ferradas, Clara Marín Lainez, Silvia Rived Sánchez, Alonso Paz González, Eneko Retegui, Marina Pérez Vázquez, Mario Rodríguez Sena