Nel periodo in cui in occidente si discute della somministrazione della terza dose del vaccino anti-Covid, la situazione nell’Africa Sub-Sahariana continua ad essere fuori controllo. Molto bassa risulta ancora essere la percentuale di vaccinati in rapporto alla popolazione effettiva del continente e la disinformazione regna ancora sovrana.
Nonostante siano arrivati molti aiuti da diverse parti del mondo, l’andamento delle campagne vaccinali nella zona sub-Sahariana dell’Africa resta critico. La diffusione della variante Delta tra i mesi di marzo e settembre 2021 ha provocato un enorme rallentamento nella battaglia alla pandemia. Ad oggi solo il 6% della popolazione del continente, ovvero 77 milioni di persone, risulta avere ricevuto la prima dose di vaccino.
Inoltre, secondo quanto raccontato dalla dottoressa Messeret Eshetu Shibeshi della World Hearth Organization, al mese di ottobre 2021 le 271 milioni di dosi destinate all’Africa sembrerebbero non esser state distribuite equamente ai vari Stati.
Le insufficienze economiche e soprattutto la disinformazione sull’argomento appaiono alla fine del 2021 come le cause principali di questo ritardo di immunizzazione. In Sudafrica il Citizen racconta come solo il 40% degli uomini sia vaccinato e come varie organizzazioni civili abbiano attuato una campagna di sensibilizzazione (#vacciNATION4MEN) per contrastare questo fenomeno. Ciononostante, le informazioni non accurate diffuse sul territorio hanno intimidito alcune categorie di uomini (come accaduto nelle carceri), ora restii a vaccinarsi per via dei possibili effetti secondari dell’iniezione.
Anche in Kenya miti e disinformazione sono stati inizialmente la causa di una forte “apatia da vaccino”, una situazione ora lontana secondo quanto dichiarato dal segretario del gabinetto della sanità Mutahi Kagwe.
Tanti sono stati i supporti a favore delle popolazioni africane, soprattutto di quelle presenti al di sotto del deserto del Sahara e che non hanno ricevuto sufficienti dosi. Il Madagascar ha ricevuto un finanziamento di 5,1 milioni di dollari da parte degli Usa, stanziati per contribuire alla formazione degli operatori sanitari e a un’efficace campagna di sensibilizzazione rivolta all’opinione pubblica sull’argomento.
Gli Usa si sono resi inoltre protagonisti di una collaborazione con COVAX e Unione Africana, grazie alle quali è stato possibile donare ben 300.000 dosi al Madagascar e superare le 600.000 unità in Somalia – quest’ultima riceve così la più grande donazione ad un singolo paese dall’inizio della pandemia. A mostrare il proprio sostegno nello scacchiere globale ci ha pensato anche la Cina, donatrice di ben 300.000 dosi di Sinopharm per l’avvio della campagna vaccinale in Ruanda.
L’Africa Sub-Sahariana si trova, anche grazie agli aiuti, ancora in piena lotta contro la pandemia. L’obiettivo è quello di accelerare il più possibile in previsione di una quarta ondata Covid e di una nuova possibile assenza di strumenti in futuro.
Gli Scrittori del Mondo, Cecilia Ascani, Giuliana D’Alterio, Youssef Fadili, Alfredo Nocella, Alfonso Maria Russo