Nei suoi film, a James Bond capita spesso di avere a che fare con agenti della Cia: spesso, alleati; talora, rivali. In Quantum of Solace, film del 2008, con Daniel Craig, ne ha contemporaneamente uno con e uno contro. Ma mai e poi mai M, la sua boss, ‘gran capa’ degli 007 di Sua Maestà, avrebbe messo i segreti del MI5 – e pure del MI6 – nelle mani della Cia perché li custodisse: avrebbe avuto remore di tutela della sovranità britannica, oltre che della sicurezza nazionale.
Priti Patel, la ministra dell’Interno del governo Johnson, è invece più disinvolta ed è sotto attacco perché ha deciso di mettere i dati dell’intelligence non nei server della Cia, ma nel cloud dell’Amazon Web Services (Aws), un’azienda privata. L’opposizione laburista le chiede garanzie che i più delicati segreti della sicurezza nazionale non siano a rischio di inopportune condivisioni.
Oltre agli 007, il contratto con l’Aws riguarda anche i Gchq, Government Communications Headquarters, l’agenzia di Stato che si occupa della sicurezza, nonché dello spionaggio e controspionaggio, nell’ambito delle comunicazioni.
Dell’esistenza del contratto con l’Aws, firmato quest’anno e di un valore oscillante tra i 500 milioni e il miliardo di sterline – è una stima di esperti -, ha dato notizia per primo il Financial Times. Ma la polemica che ne è nata è cavalcata da molti media britannici, fra cui The Guardian. Nelle intenzioni del Governo Johnson, anche altri dicasteri ‘sensibili’, dal punto di vista della sicurezza, come quello della Difesa, utilizzeranno la stessa ‘cassaforte’ per i loro dati.
Conor McGinn, ministro della Sicurezza ombra laburista, ha chiesto al suo alter ego Damian Hinds che la Patel spieghi ai Comuni le implicazioni di sicurezza del contratto e i piani d’emergenza previsti nel caso di panne o crollo del sistema Amazon o di intrusioni in esso. La ministra dell’Interno, di origini indiane, è avvezza alle polemiche – ne suscita spesso, con le sue sortite – ed è impegnata, in questi giorni, a garantire maggiore sicurezza ai deputati britannici, dopo l’assassinio del conservatore David Amess durante un incontro con i suoi elettori: la Patel ha disposto che, d’ora in poi, i deputati siano scortati quando hanno meeting nella loro circoscrizione.
La lettera di McGinn, che The Guardian ha letto, pone la questione di fondo dei rischi potenziali connessi all’outsourcing di “elementi critici dell’infrastruttura di sicurezza nazionale ad aziende non basate nel Regno Unito”. Queste sono alcune delle domande cui la Patel è invitata a rispondere: perché il contratto è andato ad Amazon?, con chi l’ipotesi è stata discussa?, quali valutazioni sono state fatte dal punto di vista della sicurezza e della cyber-tenuta di fronte a eventuali attacchi?, e quali piani d’emergenza sono stati allestiti?
Downing Street non conferma l’esistenza dell’accordo, ma fonti governative avallano la possibilità di ricorrere a tecnologie private da parte dei servizi di sicurezza nazionali e ne rilevano i vantaggi: grazie all’Aws, gli 007 di Sua Maestà potranno scambiarsi dati più facilmente e più rapidamente e potranno giovarsi di servizi di riconoscimento vocale per individuare una voce e tradurne le parole in ore e ore di comunicazioni intercettate.
I servizi segreti britannici, come quelli statunitensi – e non solo -, fanno sempre più spesso ricorso all’intelligenza artificiale per contrastare reti terroristiche o per intercettare le fonti di diffusione di false informazioni o per individuare e smantellare reti pedofile.