Si chiamerà Truth, Verità, ma i maligni già suggeriscono che il nome giusto sarebbe ‘Fake‘, Falsità, la nuova piattaforma social che Donald Trump, espulso da Twitter e da Facebook, intende lanciare. Un ulteriore segnale che il magnate vuole restare pista per la nomination repubblicana a Usa 2024.
L’’anti-Twitter’ trumpiano sarà di proprietà del Trump Media and Tecnolgy Group (Tmtg) e sarà operativo a novembre, se non si rivelerà un flop, come già Parler o il progetto di una tv ‘all news’ più a destra della Fox, la NewsMax.
In un comunicato, il magnate ex presidente dice: “Creo Truth Social contro la tirannia di Big Tech … Viviamo in un mondo in cui i talebani hanno un’enorme presenza su Twitter, mentre il vostro presidente preferito è ancora silenziato. E’ inaccettabile!”.
Dopo che i suoi post erano stati ripetutamente segnalati come falsi in campagna elettorale, Trump venne temporaneamente bandito sia da Twitter – il suo social feticcio – che da Facebook per quel che disse e scrisse il 6 gennaio, quando facinorosi suoi sostenitori, da lui sobillati, diedero l’assalto al Congresso per costringere deputati e senatori ad alterare il risultato elettorale, perché il voto sarebbe stato truccato – asserzione che non ha mai trovato alcun riscontro -.
L’ex presidente, che mantiene una forte presa sul partito repubblicano, torna a farsi sentire proprio ora che le indagini del Congresso sui tumulti del 6 gennaio sono alla stretta finale e lo coinvolgono insieme al suo ex guru Steve Bannon, denunciato per non essersi presentato a testimoniare.
Il 9 ottobre, Trump è tornato a parlare in pubblico a Des Moines, la capitale dello Iowa, lo Stato che nel 2024 aprirà la stagione delle primarie presidenziali – altra circostanza che conferma la volontà del magnate di ricandidarsi -. E, lunedì scorso, ha mosso aspre critiche al defunto Colin Powell, che, nella sua ultima intervista, lo aveva accusato di avere ordito un golpe.
L’uscita di scena di Trump pesa sui network televisivi all news, che hanno visto la loro audience crollare. Secondo i dati della Nielsen, il pubblico della Cnn è sceso del 52% nel terzo trimestre, mentre per la MsNbc, il calo è stato del 51%; la Fox è riuscita a contenere le perdite al 37%.
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Novembre 2020
Nella fine dell’amore fra Donald Trump e la Fox News, galeotta fu l’Arizona. Ma NewsMax, la tv via cavo del suo amico di golf Christopher Ruddy, aveva già fatto breccia nell’ego del magnate, offrendogli uno show. L’assegnazione a Biden dello Stato in bilico, nella notte della conta dei voti di Usa 2020, non è andata giù al magnate presidente, pur se, a conti fatti, il giudizio della all news di Rupert Murdoch (e dell’Ap) s’è rivelato corretto: una decina di giorni dopo, l’Arizona è stata definitivamente attribuita a Biden.
Da quella notte, Trump l’ha giurata alla sua tv preferita, l’unica su cui erano sintonizzati i televisori della Casa Bianca e dell’AirForceOne: le ha twittato contro, ha ritwittato le critiche dei suoi fan ed ha cominciato a flirtare con altre tv conservatrici possibili alternative, NewsMax e – molto meno – One America News Network (Oann).
Fra i progetti di Trump nel ‘dopo presidenza’, se mai comincerà, c’è un impero mediatico che faccia ‘mangiare la polvere’ a quello di Murdoch, attaccando da destra il gioiello della corona dell’upomo d’affari australiano, con una corolla di piattaforme social in concorrenza con Facebook e Twitter.
Newsmax è dal 1988 un sito di notizie e opinioni conservatore e dal 2014 una tv via cavo che vanta 70 milioni di utenti. Fondato da Ruddy, membro del golf club di Trump a Mar-a-Lago in Florida, e gestito da Newsmax Media, appoggia il presidente e, nella notte delle elezioni, ha avuto un pubblico di tre milioni di persone (e la sua applicazione è stata tra le 10 più scaricate.) Oaan è una tv via cavo di estrema destra pro-Trump, fondata nel 2013 da Robert Herring e proprietà di Herring Networks.
Parallelamente, la guerra tra Trump e i ‘fake news media’, cioè i quotidiani tradizionali e autorevoli, s’è estesa ai principali social network, Facebook e Twitter, colpevoli di segnalare come fuorvianti post su frodi e truffe nelle elezioni presidenziali. Così in Usa si assiste alla crescita di popolarità, specie tra i conservatori, di Parler, Rumble e MeWe, che vedono correre il numero di download.
Parler, fondata nel 2018, è tra le applicazioni più scaricate in Usa: nella settimana dopo le elezioni, il numero di download è raddoppiato, raggiungendo i 10 milioni. Rumble prevede che, questo mese, i video sulla sua piattaforma saranno visti dai 75 ai 90 milioni di utenti, contro i 60,5 milioni d’ottobre. MeWe si presenta come ‘l’anti-Facebook’, senza pubblicità né pregiudizi politici, ed è sempre più popolare tra ultra-conservatori e cospirazionisti. C’è pure Gab, frequentato da neo-nazi e suprematisti bianchi.
Per il Wall Street Journal, Hicks Equity Partners, una società di private-equity legata alla presidenza del partito repubblicano, ha avuto colloqui negli ultimi mesi per investire in Newsmax o acquistarla. I contatti, scrive il WSJ, testimoniano la convinzione di investitori alleati del magnate presidente che c’è spazio per lanciare da destra una sfida a Fox News.
L’arrembaggio a Newsmax è guidato da Thomas Hicks, pioniere del private-equity e fan di Trump (uno dei suoi figli, Thomas Hicks jr, è co-presidente del partito repubblicano). La sua società sta tentando di raccogliere almeno 200 milioni di dollari e vuole coinvolgere nell’operazione famiglie facoltose e conservatrici.
Si tratta, ma il progetto non è ancora andato in porto: “Non siamo in vendita e non diventeremo mai la Trump Tv”, dice Ruddy a Variety. “Ma siamo aperti: Trump sarà una forza politica e mediatica nel dopo Casa Bianca. Vorremmo dargli uno show”.
In attesa di tornare a fare lo showman, Trump resta asserragliato nel fortino della Casa Bianca e taglia teste: ha silurato il responsabile della cyber-sicurezza Usa Chris Krebs, colpevole di ritenere le elezioni 2020 “le più sicure della storia”. Ma Trump incassa pure sconfitte in Pennsylvania e Michigan, dove non riesce ad arrestare la certificazione dei risultati a lui sfavorevoli.