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Gran Bretagna: deputato accoltellato a morte, preso l’assassino

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Un deputato britannico è stato ripetutamente accoltellato a morte da un giovane in una chiesa dell’Essex, mentre stava incontrando gli elettori del suo distretto, nel Sud-Est dell’Inghilterra. L’assassino, pare di origine somala, è stato subito bloccato e arrestato e l’arma del delitto è stata recuperata: non è ancora chiaro se l’uomo, 25 anni, sia uno squilibrato o se abbia agito con un preciso movente, personale, politico o terroristico.

Si pensa che l’assassino, la cui identità non è stata finora rivelata, non avesse complici. Le indagini sono, per il momento, guidate dall’anti-terrorismo.

I paramedici di un’eliambulanza in attesa fuori dall’edificio dove si trovava il deputato hanno tentato a lungo di stabilizzarlo e poi di rianimarlo, ma senza successo. Gli agenti, armati – un fatto insolito nel Regno Unito -, hanno transennato la strada davanti alla chiesa nella località di Leigh-on-Sea, sulla costa, e hanno allontanato le persone che vi si trovavano.

Sir David Amess, 69 anni, un veterano del partito conservatore, è il secondo deputato assassinato negli ultimi cinque anni in Gran Bretagna. Prima di lui, era toccato a Jo Cox, una deputata laburista di 41 anni, uccisa a pugnalate e colpi di arma da fuoco nel nord dell’Inghilterra nel giugno 2016, poco prima del referendum sulla Brexit, contro cui stava facendo campagna. A scagliarsi su di lei, fu Thomas Mair, un lupo solitario legato alle idee dell’estrema destra nazionalista e razzista.

Se il movente dell’uccisione di Amess, esponente Tory brexiteer, anti-abortista e fautore dei diritti degli animali, è ancora da stabilire, l’assassinio della Cox ebbe certamente matrice politica: Mair, che la aggredì al grido di ‘Britain first’, la odiava per il suo impegno pro-immigrati e filo-Ue.

Le due aggressioni hanno in comune il teatro d’azione: sono entrambe avvenute nei collegi elettorali dei due deputati e a margine di una riunione con elettori. In tal senso, ricordano anche la sparatoria in cui rimase gravemente ferita nel 2011 la deputata Usa dell’Arizona Gabrielle Giffords, attaccata in un super-mercato di Tucson – sei persone furono uccise -. La Giffords, che non s’è pienamente ripresa dalle ferite riportate, è diventata una testimonial della sterile campagna contro le armi facili negli Stati Uniti.

Le cronache britanniche registrano, inoltre, nel 2010 l’aggressione di un altro deputato laburista, Stephen Timms, ferito con due pugnalate nel proprio collegio da uno studente ‘radicalizzato’: e ancora, nel 2000, l’uccisione di un assistente del deputato liberaldemocratico Nigel Jones, che si frappose tra un accoltellatore e il parlamentare per difenderlo.

Amess sedeva ininterrottamente alla Camera dei Comuni da 38 anni: era un’icona di Westminster. Non ha mai ricoperto incarichi di governo, ma è stato in prima linea in varie campagne legislative, fra l’altro per l’introduzione di norme a tutela dei diritti degli animali. Sposato con cinque figli, rispettato dai colleghi, era favorevole alla Brexit e votò per l’uscita dall’Ue al referendum del 2016.

Il premier Boris Johnson era in vacanza a Marbella, in Spagna: ha ordinato bandiere a mezz’asta ed è subito rientrato in patria, riunendo il governo a Bristol e dicendosi, al ritorno a Downing Street, “shockato” per la morte di Amess, “un amico e un uomo gentile”. Il cordoglio è unanime, l’impressione destata dall’accoltellamento letale profonda: il vedovo della Cox, Brendan Cox, nota che “l’attacco ai nostri rappresentanti eletti è un attacco alla stessa democrazia, non c’è scusa, non c’è giustificazione, è un atto di codardia”; Angela Rayner, una leader dei laburisti all’opposizione, si dice “orripilata”; l’ex premier conservatore David Cameron considera la notizia “molto allarmante e preoccupante”.

I messaggi di condoglianze alla famiglia s’intrecciano con gli allarmi per l’insicurezza: il Paese è stato scosso, negli ultimi 24 mesi, dall’attuazione della Brexit con tutte le incognite relative; poi dallo scoppio della pandemia – devastante per numero di vittime e impatto economico -; e ora dall’insicurezza degli approvvigionamenti energetici ed alimentari. S’aggiunga che il Regno Unito, dal 2015, è stato teatro di numerosi episodi di terrorismo integralista, letali e sanguinosi, spesso condotti con il coltello o usando veicoli come armi.

Di qui il dibattito, rilanciato dall’uccisione di Amess, sull’opportunità o meno di armare i poliziotti. Un testimone del delitto di Leigh-on-Sea, intervistato dalle tv locali, pareva più impressionato dall’avere visto gli agenti armati che da quanto avvenuto.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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