Fermento nucleare, negli Stati Uniti: per la prima volta dal 2018, l’Amministrazione federale rende note le dimensioni dell’arsenale atomico Usa, di cui gli esperti stanno valutando adeguatezza e necessità di ammodernamento. E’ un segnale di trasparenza, da parte dell’Amministrazione Biden: invece, nel 2019 e 2020 l’allora presidente Donald Trump aveva deciso di non diffondere i dati sull’arsenale atomico.
Il rapporto fornito dalla National Nuclear Security Administration (Nnsa) indica che gli Stati Uniti disponevano a settembre 2020 di 3.750 testate nucleari.
Le cifre escono mentre Usa e Russia discutono se e come rinegoziare i loro accordi nucleari, denunciati in gran parte da Trump, e se e come coinvolgervi la Cina: Biden e il presidente russo Vladimir Putin ne avevano discusso, quando si erano incontrati a Ginevra nel giugno scorso.
Ieri, il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken hanno pure avuto uno scambio di opinioni telefonico “sulla possibilità di riprendere a pieno l’attuazione” dell’accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa), anch’esso denunciato da Trump nel 2018.
La nota della Nnsa rileva che “aumentare la trasparenza sull’arsenale atomico nazionale è importante per gli sforzi di non proliferazione e di disarmo … e per le iniziative che riguardano tutte le tipologie di armi nucleari, incluse quelle operative e in riserva”.
Secondo la Nnsa, le ogive nucleari a disposizione degli Stati Uniti “rappresentano una riduzione dell’88% rispetto al massimo (31.255) raggiunto a fine anno fiscale 1967 e una riduzione dell’83% rispetto al 1989 (22.217), anno della caduta del Muro di Berlino”.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, che era ieri a Mosca, dice che i colloqui di Vienna sullo Jcpoa riprenderanno fra poco – sono interrotti dall’elezione a giugno del nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi -.
La prospettiva inquieta Israele, sempre ostile all’intesa: il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid sarà a Washington la prossima settimana e ne parlerà con Blinken. “I piani operativi di Israele contro il progetto nucleare iraniano continueranno a svilupparsi e a perfezionarsi”: è l’avvertimento lanciato a Teheran dal capo di Stato Maggiore israeliano, generale Aviv Kochavi.
L’obiettivo iraniano è la rimozione delle sanzioni reintrodotte e ampliate da Trump: Teheran calcola “800 sanzioni illegali” a suo danno. Il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan conferma l’impegno a cercare una soluzione diplomatica.